Pedro Sánchez: «Il cambiamento climatico uccide». Raddoppiare gli sforzi nella lotta contro l'emergenza climatica
Intervenendo nella plenaria della 29esima Conferenza delle parti dell’United Nations Framework Convention on Climate Change (Cop29 Unfccc) in corso a Baku, in Azerbaigian, il presidente del consiglio della Spagna, il socialista Pedro Sánchez, ha chiesto ai delegati: «Mantenete la promessa che avete fatto all'umanità sette anni fa quando avete firmato l'Accordo di Parigi. In un contesto geopolitico complesso, chiedo un'azione da parte del resto della comunità internazionale per affrontare questa minaccia esistenziale».
Sanchez ha ricordato che «Per il governo spagnolo, se c'è una cosa che ha evidenziato l'impatto devastante di eventi meteorologici estremi sempre più frequenti e che rende essenziale raddoppiare gli sforzi nella lotta contro l'emergenza climatica e l'adattamento ai suoi effetti, sono state le recenti inondazioni che ha subito in particolare Valencia. L'unica cosa importante quanto aiutare le vittime di questa terribile tragedia è evitare che accada di nuovo, per evitare che i disastri naturali si ripetano e si moltiplichino».
E il premier spagnolo ha sottolineato che il suo Paese è fermamente impegnato su questo e ha annunciato un contributo di 17,5 milioni di euro al Fondo di Adattamento nel 2024, ricordando che «Il nostro Paese ha superato gli obiettivi fissati mobilitando 1.400 milioni di euro per i finanziamenti per il clima con due anni di anticipo rispetto al previsto. Ha anche segnato il percorso che la Spagna sta seguendo in modo che entro il 2050 sia carbon neutral e rispettosa dei limiti ambientali. "Anche se servirà a poco se lo facciamo solo noi». Sánchez ha anche ribadito che «La transizione ecologica non è incompatibile con il benessere delle nazioni e che, a differenza di quel che dicono coloro che negano la scienza, se non raggiungiamo la sostenibilità, nel prossimo decennio i livelli di benessere e sicurezza diminuiranno. E’ una realtà che è passata dagli articoli accademici alle nostre televisioni e visibile dalle nostre finestre». Per questo ha lanciato un appello ad «Agire contro i governi che esitano o addirittura negano la scienza, voltano le spalle e camminano all'indietro, per evitare una formula che ci porterà tutti al disastro».
Il premier spagnolo è intervenuto alla tavola rotonda dei leader "Enabling climate finance: the decisive moment for a sustainable future", che è stata l'occasione per discutere su come aumentare la finanza pubblica e mobilitare finanziamenti in linea con le esigenze dei Paesi in via di sviluppo. Sanchez ha detto che «Baku dovrebbe essere ricordata come il momento in cui abbiamo trasformato le nostre parole astratte in cifre concrete. L'obiettivo di finanziamento internazionale per il clima raggiunto misurerà il grado di impegno nei confronti delle generazioni future. A tal fine, è necessario riformare l'architettura finanziaria internazionale in modo che sia in grado di fornire più finanziamenti e a condizioni migliori. A questo proposito, gli accordi raggiunti alla COP29 serviranno come base per i cambiamenti che la Spagna spera di concordare alla Quarta Conferenza Internazionale sul Finanziamento dello Sviluppo che si terrà a Siviglia nel giugno del prossimo anno».
Il presidente del Consiglio spagnolo è intervenuto anche al Panel on High-Level Taxation for Climate Finance, dove ha ribadito «L'impegno del governo a promuovere i finanziamenti per il clima in modo equo ed economicamente sostenibile, concentrandosi su quei settori, attività e individui che non stanno ancora pagando la loro giusta quota».
Nel suo intervento al World Leaders Climate Action Summit at COP29. Il segretario dell’Onu António Guterres si è trovato in perfetta sintonia con Sanchez e ha avvertito che »In un'epoca di estremi climatici, il finanziamento delle perdite e dei danni è un obbligo. Esorto i governi a fare qualcosa. In nome della giustizia. Il mondo sta diventando più caldo e pericoloso, il che non è Più una questione oggetto di dibattito, e "i disastri climatici si stanno accumulando, danneggiando coloro che hanno fatto di meno e di più. Nel frattempo, coloro che contribuiscono maggiormente alla distruzione – in particolare l’industria dei combustibili fossili – continuano a raccogliere enormi profitti e sussidi».
Per Guterres «La creazione del Loss and Damage Fund è una vittoria per i paesi in via di sviluppo, per il multilateralismo e per la giustizia, ma la sua capitalizzazione iniziale di 700 milioni di dollari non si avvicina nemmeno a correggere il torto inflitto ai vulnerabili. In realtà, questa cifra corrisponde più o meno ai guadagni annuali dei 10 calciatori più pagati al mondo e non rappresenta nemmeno un quarto dei danni causati in Vietnam dall'uragano Yagi a settembre. Dobbiamo prendere sul serio il livello di finanziamento richiesto. Esorto i Paesi a impegnare nuovi finanziamenti per il Fondo».
Il Capo dell’Onu ha aggiunto: «Dobbiamo implementare tasse di solidarietà su settori come la navigazione, l'aviazione e l'estrazione di combustibili fossili, per aiutare a finanziare l'azione per il clima. Abbiamo bisogno di un prezzo equo per il carbonio. E, più in generale, dobbiamo anche sostenere le banche multilaterali di sviluppo per aumentare la capacità di prestito in modo che siano in grado di rispondere alla crisi climatica».
Sanchez ha anche partecipato all'evento dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms ) e dell’Unicef titolo "The Health Argument for Climate Action" e ha evidenziato che «La salute non è semplicemente qualcos'altro che risente del cambiamento climatico e della crisi ecologica, ma è il punto finale in cui si concentrano tutti i suoi effetti. In Spagna, circa 24.000 persone muoiono ogni anno a causa dell'inquinamento e nel 2023 e nel 2024 ci sono stati rispettivamente più di 3.000 e 2.000 decessi, attribuibili alle ondate di calfo. Gli effetti del DANA a Valencia sono l'ultimo e devastante esempio. La salute umana, la salute del pianeta e la salute del resto degli esseri viventi che lo abitano sono una salute unica che dobbiamo preservare. Non ci possono essere persone sane su un pianeta malato. Non dobbiamo scegliere tra migliorare la salute e combattere il cambiamento climatico, ma che si rafforzino a vicenda».