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Valencia tra le contestazioni e un bilancio delle vittime che non smette di crescere

Fango contro il re Felipe, il premier Sanchez raggiunto da una bastonata. I corpi recuperati salgono a 217, ma le idrovore sono ancora al lavoro e si teme che il numero dei morti sia destinato ad aumentare ancora nelle prossime ore
 |  Crisi climatica e adattamento

Il dolore, la rabbia, le idrovore che non smettono di pompar via acqua dai locali sotterranei, la corsa contro il tempo per ripulire le città dal fango prima che diventi duro come cemento. E poi il bilancio delle vittime, arrivato a 217 ma con il timore, che ormai è quasi una certezza, che continuerà ancora ad aumentare. La pioggia ha smesso di cadere ma la Spagna sta vivendo ancora ore drammatiche. 

Ieri il rancore degli alluvionati è esploso a Paiporta, periferia sud di Valencia dove si sono recati in visita il re Felipe e Letizia, il premier Pedro Sánchez e il governatore della regione, Carlos Mazòn. Quest’ultimo viene accusato di aver sottovalutato la situazione fin dall’inizio della scorsa settimana, quando l’Agencia Estatal de Meteorología (Aemet) aveva diramato i bollettini meteo che annunciavano precipitazioni ingenti, e poi di aver ancora raccomandato la calma quando venivano segnalate le prime alluvioni. Ma la rabbia dei sopravvissuti al disastro non ha colpito soltanto il governatore ed esponente del Partito popolare. Qui, dove si contano più di 70 degli oltre 200 morti già registrati, al grido di «assassini», le persone hanno lanciato melma e tocchi di fango secco contro re Felipe e Letizia, il premier Sanchez è stato raggiunto da una bastonata mentre al governatore è stato riservato il coro «Mazòn dimision».

Capo di governo, governatore e reali, scortati da polizia e militari, hanno lasciato il posto tra le contestazioni. La seconda tappa della visita programmata dalle autorità, a Chiva, un’altra delle località più colpite, è stata annullata, e la delegazione si è diretta al centro operativo di Valencia. «Esprimo tutta la solidarietà e riconosco l’angoscia e la sofferenza patite dalle popolazioni», ha detto Sánchez in una dichiarazione ai cronisti, condannando tuttavia «ogni tipo di violenza» e assicurando che «non distoglierà il governo dal principale obiettivo che in questo momento è salvare vite, recuperare i cadaveri e impegnarci nella ricostruzioni». Bisogna «comprendere la rabbia e la frustrazione delle persone», gli ha fatto eco re Felipe in un video diffuso nella serata di ieri. Dove, intanto, su Paiporta, Chiva, Aldaia, Carcaixent e altri posti intanto è ricominciato incessantemente a piovere. Sindaci e Protezione civile con i megafoni hanno avvisato la popolazione di rifugiarsi nei piani alti degli edifici e di non uscire in strada per nessun motivo.

E mentre elDiario.es pubblica il messaggio comparso in una chat in cui una persona che si presenta come «volontario» di una associazione di ultradestra rivendica la «mazza alle spalle» contro Sanchez e i danneggiamenti all’auto del premier, tra stanotte e stamattina è scattata di nuovo una allerta meteo per la costa meridionale di Valencia, anche se l’Agenzia meteorologica nazionale spagnola (Aemet) ha chiarito che tali condizioni saranno probabilmente più brevi di quelle che hanno causato le inondazioni improvvise della settimana scorsa.

Redazione Greenreport

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