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Gli scienziati del clima in allarme per il possibile blocco di Amoc e Corrente del Golfo

L’intervento al Consiglio dei ministri nordico: «È sempre più a rischio di superare un punto di non ritorno»
 |  Crisi climatica e adattamento
Variazione media annuale della temperatura in uno scenario ideale di raddoppio della CO2 futura in cui l'AMOC si è completamente fermata, da Luo et al (2017).

Pubblico tradotta in italiano la lettera inviata al Consiglio dei ministri nordico (organismo composto da Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia e Islanda con rappresentanze nei Paesi Baltici) da 40 scienziati. La situazione è molto seria a causa del possibile blocco della AMOC, e cioè l'inversione verso sud della circolazione dell'Atlantico. Un suo blocco a sua volta causerebbe il blocco della Corrente del Golfo.  L’originale in inglese si trova quiQui ho parlato anni fa della AMOC e del possibile blocco della Corrente del Golfo. 

Noi sottoscritti siamo scienziati che lavorano nel campo della ricerca sul clima e riteniamo sia urgente richiamare l'attenzione del Consiglio dei ministri nordico sul grave rischio di un importante cambiamento della circolazione oceanica nell'Atlantico. Una serie di studi scientifici degli ultimi anni suggerisce che questo rischio sia stato finora ampiamente sottovalutato. Un tale cambiamento della circolazione oceanica avrebbe impatti devastanti e irreversibili soprattutto per i paesi nordici, ma anche per altre parti del mondo. 

La Scienza conferma sempre di più la regione artica come un’area focale per la regolazione del clima in tutto il pianeta e per il rischio di arrivare al punto di non ritorno climatico. In questa regione, la calotta glaciale della Groenlandia, il ghiaccio marino del Mar di Barents, i sistemi di permafrost, la formazione di vortici subpolari in acque profonde e l'inversione verso sud della circolazione dell’Atlantico (scientificamente  nota come AMOC – Atlantic Meridional Overturning Circulation) sono tutti attori vulnerabili a importanti cambiamenti non lineari interconnessi fra loro. L'AMOC è il meccanismo dominante di trasporto di calore verso nord nell'Atlantico settentrionale, determina le condizioni di vita per tutte le persone nella regione artica e oltre ed è sempre più a rischio di superare un punto di non ritorno.

Il rischio è reale e può verificarsi nell'intervallo climatico di 1,5-2 °C di riscaldamento dell'accordo di Parigi. Il mondo si sta attualmente dirigendo ben oltre questo intervallo (> 2,5 °C). Nel rapporto di sintesi dell'IPCC (2023) si afferma con elevata sicurezza che la probabilità di cambiamenti bruschi o irreversibili nel sistema climatico aumenterà con il livello di riscaldamento globale e, analogamente, aumenta anche la probabilità di scenari che possono essere considerati di bassa probabilità ma sono associati a impatti negativi potenzialmente molto grandi. L'IPCC specifica inoltre che "i rischi associati a eventi singolari su larga scala o punti di non ritorno ... passano a un rischio elevato tra 1,5°C e 2,5°C" di riscaldamento globale".

Un recente rapporto dell'OCSE ha concluso che "le attuali prove scientifiche supportano inequivocabilmente la necessità di una azione climatica senza precedenti, urgente e ambiziosa per affrontare i rischi dei punti di svolta del sistema climatico". 

Per quanto riguarda specificamente il rischio del blocco della AMOC, l'IPCC conclude che "c'è una media sicurezza che la circolazione oceanica atlantica non si bloccherà bruscamente prima del 2100, ma se ciò dovesse verificarsi, molto probabilmente la cosa causerebbe bruschi cambiamenti nei modelli meteorologici regionali e grandi impatti sugli ecosistemi e sulle attività umane".

Ricerche recenti dall'ultimo rapporto dell'IPCC suggeriscono che l'IPCC abbia sottovalutato questo rischio e che il superamento di questo punto di non ritorno sia una seria possibilità già nei prossimi decenni.

Nonostante le significative ricerche sulla possibilità e sui meccanismi che possono determinare il blocco della AMOC, la probabilità che ciò accada rimane altamente incerta. Lo scopo di questa lettera è di richiamare l'attenzione sul fatto che solo una "media sicurezza" che l'AMOC non si blocchi non è rassicurante e lascia chiaramente aperta la possibilità che succeda addirittura durante questo secolo. E c'è una probabilità ancora maggiore che il blocco venga innescato in questo secolo ma si verifichi completamente solo nel prossimo. Considerate le crescenti prove di un rischio più elevato di un collasso dell'AMOC, riteniamo sia di fondamentale importanza che i rischi di un punto di non ritorno artico siano presi sul serio nella governance e nelle politiche. Anche con una probabilità media di accadimento, dato che l'esito sarebbe catastrofico e avrebbe un impatto sull'intero mondo per secoli a venire, riteniamo che sia necessario fare di più per ridurre al minimo questo rischio. Gli impatti, in particolare sui Paesi nordici, sarebbero probabilmente catastrofici, incluso un importante raffreddamento nella regione mentre le regioni circostanti si riscaldano, come in Figura. Ciò rappresenterebbe un ampliamento e un approfondimento della "macchia fredda" che si è già sviluppata sull'Oceano Atlantico subpolare e probabilmente porterebbe a condizioni meteorologiche estreme senza precedenti. Mentre gli impatti sui modelli meteorologici, sugli ecosistemi e sulle attività umane giustificano ulteriori studi, minaccerebbero potenzialmente la fattibilità dell'agricoltura nell'Europa nordoccidentale. Molti altri impatti saranno probabilmente avvertiti a livello globale, tra cui:

  • uno spostamento delle fasce pluviali tropicali
  • una riduzione dell'assorbimento oceanico di anidride carbonica (e quindi un aumento atmosferico più rapido) 
  • un ulteriore importante innalzamento del livello del mare, in particolare lungo la costa atlantica americana
  • uno sconvolgimento degli ecosistemi marini e della pesca 

Riconoscendo che l'adattamento a una catastrofe climatica così grave non è un'opzione praticabile, esortiamo il Consiglio dei ministri nordici a:
(a) avviare una valutazione di questo rischio significativo per i paesi nordici
(b) adottare misure per ridurre al minimo tale rischio il più possibile. 

Ciò potrebbe comportare lo sfruttamento della solida posizione internazionale dei paesi nordici per aumentare la pressione per una maggiore urgenza e priorità nello sforzo globale per ridurre le emissioni il più rapidamente possibile, al fine di rimanere vicini all'obiettivo di 1,5 °C stabilito dall'accordo di Parigi.

Seguono 40 (autorevoli!) firme, che non pubblico per brevità ma che sono visibili ovviamente sullo stesso sito in cui è pubblicata la lettera

Considerazioni personali: il pessimismo è d’obbligo anche perché come al solito i modelli passati continuano a rivelarsi ottimistici e perché lo scollamento fra mondo scientifico e società civile, anziché diminuire, si sta allargando a causa di irresponsabili spinte demagogiche che soffiano sulle ricadute civili, sociali ed economiche di un ripensamento del nostro modo di vivere.

Liu et al (2017). Overlooked possibility of a collapsed Atlantic Meridional Overturning Circulation in warming climate. Science Advances, 7 (2017). https://doi.org:10.1126/sciadv.1601666 

Aldo Piombino

Laureato in Scienze Geologiche, si interessa di vari ambiti delle Scienze della Terra. Collabora con il gruppo di Geologia applicata dell’Università di Firenze diretto dal prof. Nicola Casagli e con la Scuola di Scienze dell’università di Camerino occupandosi di monitoraggi satellitari e di divulgazione sulle problematiche dell’assetto del territorio. Ha collaborato con l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale e con l’International Institute of Humankind Studies diretto dal prof. Chiarelli. Studia anche i rapporti fra fenomeni geologici, cambiamenti climatici ed evoluzione della vita lungo la storia della Terra. Ha scritto alcuni articoli scientifici su questi argomenti e “Il meteorite e il vulcano – come si estinsero i dinosauri”, un saggio scientifico nel quale indicale cause geologiche delle numerose estinzioni di massa che hanno punteggiato la storia della vita sulla Terra. Nel 2007 crea il blog “Scienzeedintorni” È nel consiglio della associazione “Caffèscienza Firenze – Prato APS”