Copernicus, è «quasi certo» che il 2024 sarà l’anno più caldo di sempre: così aumentano le alluvioni
Utilizzando miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche di tutto il mondo, il Servizio per il cambiamento climatico di Copernicus (C3S) – ovvero il programma Ue di punta per l’osservazione della Terra – informa che il mese di settembre 2024 è stato il secondo più caldo a livello globale, dietro solo al settembre 2023, con +1,54°C al di sopra del livello preindustriale.
Soprattutto, è stato il 14° mese su 15 mesi in cui la temperatura media globale dell'aria superficiale ha superato di 1.5°C i livelli preindustriali (ovvero rispetto al periodo compreso tra il 1850 e il 1900). Quella dei +1,5-2°C in più rispetto all’era pre-industriale rappresenta la soglia critica di sicurezza, individuata dalla comunità scientifica rappresentata dall’Ipcc e sancita dall’Accordo sul clima di Parigi, oltre la quale il pianeta s’indirizza verso cambiamenti climatici dagli effetti devastanti quanto irreversibili nella scala dei tempi umani. L’unica buona notizia è che, di fatto, tale soglia ancora non è superata in modo stabile: sarebbe necessario che la temperatura media globale rimanesse al di sopra di 1,5°C per un periodo medio di 20 anni. Tuttavia, a meno che non vi sia un’immediata e profonda riduzione delle emissioni in tutti i settori e in tutte le regioni del mondo, la Terra è destinata a superare la soglia di 1,5°C all’inizio del 2030.
Non a caso la temperatura media globale degli ultimi 12 mesi registra già +1.62°C al di sopra della media preindustriale tra il 1850 e il 1900. È «quasi certo» che il 2024 sarà l'anno più caldo mai registrato, sottolineano nel merito da Copernicus.
Si tratta di un problema globale ma che riguarda da vicino l’Europa, dato che è il nostro il continente che si sta riscaldando più velocemente al mondo: la temperatura media sulla terraferma europea per il mese di settembre 2024 è stata di 1.74°C al di sopra della media compresa per il periodo compreso tra il 1991 e il 2020, più del doppio rispetto al dato globale (+0.73°C).
«Il mese di settembre 2024 è stato il secondo più caldo sia a livello globale che europeo – sottolinea Samantha Burgess, vicedirettrice del C3S – Le precipitazioni estreme di questo mese, che osserviamo sempre più spesso, sono state aggravate da un'atmosfera più calda, con precipitazioni del valore di mesi in pochi giorni. Il rischio di precipitazioni estreme continuerà ad aumentare con l'aumento delle temperature; prima raggiungeremo le emissioni zero, prima potremo mitigare questo rischio».
Intanto, sempre nel settembre 2024 gran parte dell'Europa ha registrato precipitazioni superiori alla media. La tempesta Boris ha provocato forti piogge, inondazioni e danni associati a metà mese nell'Europa centrale e orientale, fino a toccare l’Italia e in particolare l’Emilia Romagna: nel nostro Paes si contano già 1.899 eventi meteo estremi dall’inizio del 2024, e le 4 maggiori alluvioni che hanno colpito l’Italia – alternandosi a fasi di siccità sempre più intense, entrambe facce della stessa crisi climatica alimentata dai combustibili fossili – hanno provocato danni per 16 miliardi di euro.