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La Bolivia ha dichiarato il disastro nazionale per gli incendi boschivi

Il più grande disastro ambientale mai subito dall’Amazzonia boliviana
 |  Crisi climatica e adattamento

 

Il 1° ottobre una spessa coltre di fumo proveniente dai 45 incendi boschivi ancora attivi in ​​Chiquitania e nelle valli di Santa Cruz ha ricoperto ancora una volta la città di Santa Cruz in Bolivia.

Secondo i dati del Governo boliviano, il 30 settembre la regione di Santa Cruz ha registrato incendi attivi in ​​17 comuni, la maggior parte a Concepción, San Ignacio, San Rafael, San José, Ascensión de Guarayos, San Javier e Urubichá. Gli ettari inceneriti finora sono oltre 7 milioni.

Secondo le autorità dipartimentali, si tratterebbe del “più grande disastro ambientale” subito in questa regione, che ospita il 27% della popolazione boliviana. Un altro dipartimento colpito è quello di Beni, nell’Amazzonia boliviana, nel nord-est del Paese.

Il Centro Nacional de Monitoreo Contra Incendio ha comunicato che l’indice di qualità dell’aria (AQI) ha raggiunto quota 372, cioè un livello “estremamente negativo” che colpisce soprattutto le persone con problemi respiratori e causa irritazione agli occhi e alla gola.

L‘Autoridad de Fiscalización y Control Social de Bosques y Tierra (ABT) ha avviato 344 citazioni e 94 procedimenti penali contro persone che hanno acceso illegalmente fuochi e provocato incendi.

Il 30 settembre, invece, il governo boliviano ha dichiarato lo stato di calamità nazionale. La ministra della Presidenza, Marianela Prada, ha letto il decreto del governo dopo una riunione delle autorità a Santa Cruz, epicentro degli incendi: «Viene dichiarata una situazione di disastro nazionale a causa della presenza di incendi boschivi nel Paese».

Il presidente della Bolivia Luis Arce, è intervenuto all’Asamblea Legislativa Plurinacional per riferire sulla presentazione di  progetti per ottenere crediti internazionali per finanziare le operazioni di lotta agli incendi, per un totale di 325 milioni di dollari e ha sottolineato: «Abbiamo approvato questo decreto n. 5235 che dichiara disastro nazionale affinché possiamo attivare tutto ciò che è nelle nostre mani per far fronte agli incendi che ci preoccupano da tre mesi».

Il Decreto Supremo stabilisce la dichiarazione di catastrofe nazionale e ha lo scopo di «Proteggere l’ambiente, la salute e la vita delle persone, la biodiversità e le attività della popolazione boliviana a causa dell’entità degli incendi boschivi».

I dipartimenti più colpiti sono Santa Cruz, Beni e Pando, tutti situati nella regione amazzonica del nord-est della Bolivia. Secondo i rapporti ufficiali, in queste zone sono stati registrati almeno 37 incendi boschivi. Le autorità indicano che l'origine di questi incidenti, iniziati a maggio, è legata principalmente alla deforestazione agricola per la coltivazione di soia e riso.

Il governo socialista boliviano sottolinea che «L’entità della crisi attuale è evidente rispetto agli anni precedenti. Nel 2023, gli incendi boschivi hanno devastato 3,3 milioni di ettari di foreste e praterie, mentre nel 2019 sono stati consumati quasi 6 milioni di ettari nell’Amazzonia boliviana. Sebbene gli incendi boschivi possano essere un fenomeno naturale, l’attuale crisi in Bolivia è strettamente legata alle attività umane. Le pratiche di incendio prescritte per l’espansione agricola sono andate fuori controllo a causa delle condizioni meteorologiche estreme. Le conseguenze per le comunità locali sono gravi. Migliaia di persone sono state evacuate, molte delle quali indigene. La perdita di mezzi di sussistenza, l’inquinamento atmosferico e la distruzione delle fonti d’acqua hanno creato una crisi umanitaria. I centri sanitari sono sopraffatti dall’aumento delle malattie respiratorie, mentre la mancanza di accesso all’acqua pulita e al cibo peggiora la situazione».

Secondo l’Observatorio Regional Amazónico, negli ultimi 5 anni gli incendi hanno distrutto quasi mezzo milione di ettari dell’Amazzonia, in particolare in Brasile e Bolivia. Da gennaio a settembre 2024 in Sud America sono stati registrati complessivamente 346.112 focolai di incendi, una cifra che supera il record di 345.322 focolai del 2007, come confermato dai dati satellitari analizzati dal Programa Quemas  dell'Instituto Nacional de Pesquisas Espaciais (INPE) del Brasile.

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.