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La tempesta Helene semina morte e distruzione nel sud-est degli Stati Uniti

La responsabile del Dipartimento della sicurezza Usa Crisswell: «Piogge estreme dovute al riscaldamento dei mari provocato dai cambiamenti climatici»
 |  Crisi climatica e adattamento

Un centinaio di morti accertati finora in sei Stati, tantissimi dispersi, comunicazioni e reti elettriche saltate, danni che per assicuratori e istituzioni finanziare potrebbero arrivare a miliardi di dollari. È devastante la tempesta che si è abbattuta negli ultimi giorni sul sud-est degli Stati Uniti. Secondo le autorità locali, si tratta dell’uragano più forte mai registrato nella regione di Big Bend, in Florida, che poi si è spostato seminando morte e distruzione in Georgia, Carolina del Sud, Carolina del Nord, Virginia e Tennessee. Helene, come è stata battezzata la tempesta, ha cominciato a colpire con venti di oltre 200 kilometri orari e violente piogge che hanno trasformato le strade in corsi d’acqua e intrappolato i residenti nelle loro abitazioni. Le unità di soccorso sono intervenute con imbarcazioni, elicotteri, ma il tutto è stato reso ancora più complicato da forti venti, tornado e da un maltempo estremo che non ha concesso tregua.

«In passato, i danni causati dagli uragani erano principalmente danni da vento, ma ora stiamo vedendo molti più danni causati dall’acqua e questo è il risultato delle acque calde marine, dovute al cambiamento climatico», ha detto Deanne Criswell, responsabile della Federal emergency management agency (Fema, ovvero il dipartimento della sicurezza nazionale Usa).

Il presidente statunitense Joe Biden è stato costantemente informato sulle operazioni di soccorso e ha deciso di visitare le comunità colpite dalla tempesta alla fine di questa settimana, «non appena non interromperà le operazioni di risposta alle emergenze», hanno fatto sapere ieri sera dalla Casa Bianca. Ma già ieri, Biden ha parlato con governatori e altri funzionari degli Stati colpiti e anche l’ex presidente Usa Donald Trump, unico candidato al voto del 5 novembre che continua a negare che siano in atto cambiamenti climatici e che ciò abbia degli impatti sugli eventi meteo estremi ha inviato le sue condoglianze alle amministrazioni colpite.

Come informa la Cnn, ieri la Carolina del Nord si è unita alla Florida e alla Georgia come Stati in cui il governo federale ha dichiarato un’emergenza sanitaria pubblica. «Stiamo lavorando a stretto contatto con le autorità sanitarie statali e locali, così come con i nostri partner in tutto il governo federale, e siamo pronti a fornire ulteriore supporto medico e sanitario pubblico», ha detto il segretario alla salute e ai servizi umani Xavier Becerra. Il governo ha schierato 200 persone che stanno valutando come sono stati colpiti ospedali, case di cura e altre strutture di assistenza, oltre a inviare task force di assistenza medica. L’annuncio arriva mentre Biden ha approvato le dichiarazioni federali di disastro per Florida, Georgia, Alabama, Carolina del Nord, Tennessee e, ieri, Virginia.

Helene ha scaricato quantità enormi di pioggia in poche ore, fino a 35 cm nella Carolina del Sud in Georgia e fino a 40 in Florida, ha fatto sapere Ken Graham, direttore del National Weather Service. E poi le precipitazioni sono continuate con ritmi alternati per tutto il fine settimana.

L’uragano è il 14° più potente a colpire gli Stati Uniti da quando sono iniziate le registrazioni. Con una larghezza di circa 420 miglia (675 km), è dietro solo altri due uragani: Ida nel 2017 e Opal nel 1996, entrambi larghi 460 miglia.

Redazione Greenreport

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