Cnr, l’alluvione in Emilia Romagna è stata rafforzata dalla temperatura elevata dell’Adriatico
La tempesta Boris, dopo aver portato devastazione nell’Europa centro-orientale nel corso della scorsa settimana, dal 17 settembre ha riversato una nuova alluvione sull’Emilia-Romagna: si tratta dell’ennesimo evento meteo estremo, resi più probabili e intensi dalla crisi climatica in corso.
«Il fenomeno è stato previsto molto bene dai modelli numerici e ciò ha permesso alle autorità competenti di diramare un’allerta rossa, di chiudere scuole e uffici, e di evacuare migliaia di persone evitando le conseguenze più gravi – spiega nel merito l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) – Si tratta di un vasto sistema ciclonico, che si è spostato dall’Europa nord-orientale alla nostra Penisola con un vortice depressionario persistente e a evoluzione molto lenta associato ad abbondanti precipitazioni, anche di forte intensità, che persistono da oltre 48 ore nelle stesse zone. Il contrasto tra valori estremamente elevati di pressione sulla Scandinavia e la bassa pressione sul Mediterraneo meridionale ha determinato un gradiente di pressione responsabile di intensi flussi orientali negli strati più bassi dell’atmosfera che hanno impattato il versante orientale dell’Appennino centro-settentrionale».
Proprio l’elevata temperatura marina presente nel Mediterraneo ha contribuito ad alimentare la forza del ciclone. Il mare caldo è infatti uno dei fattori che favoriscono lo sviluppo di forti sistemi temporaleschi; il mare caldo fornisce grandi quantità di vapore per la formazione delle nuvole. Contando che per ogni incremento di 1°C nella temperatura, l'atmosfera può contenere circa il 7% in più di vapore acqueo, significa che la probabilità di eventi meteo estremi come le alluvioni aumenta.
«L’amplificazione del processo di evaporazione, a causa delle elevate temperature del Mar Adriatico – conferma nel merito Isac-Cnr – ha ulteriormente alimentato il sistema, immettendo in atmosfera ingenti quantità di vapore acqueo trasportate dal Mediterraneo meridionale verso l’Adriatico, favorendo l’instabilità e aumentando l’energia disponibile. Pertanto, alla precipitazione di tipo orografico legata al sollevamento di masse d’aria umide sull’orografia si è aggiunta nella parte sud-orientale dell’Emilia-Romagna una componente convettiva, associata cioè allo sviluppo di temporali. Le immagini satellitari mostrano chiaramente la persistenza del sistema ciclonico, le nubi precipitanti spiraleggianti intorno al minimo di pressione con la formazione di celle temporalesche di forte intensità che si susseguono spostandosi dal mare verso l’entroterra, insistendo sulle stesse zone, dove l’orografia complessa contribuisce all’ulteriore intensificazione della precipitazione, con devastanti impatti sul territorio».