Una colonia di coralli delle Fiji rivela le temperature marine più calde degli ultimi 600 anni
Secondo lo studio “Coral Sr/Ca-SST reconstruction from Fiji extending to ~1370 CE reveals insights into the Interdecadal Pacific Oscillation”, pubblicato su Science Advances da un team internazionale di ricercatori co-guidato da Juan P. D’Olivo dell'Universidad Nacional Autónoma de México e da Jens Zinke dell'University of Leicester, «La temperatura della superficie del mare nell'arcipelago delle Fiji nel Pacifico sud-occidentale è ora al suo massimo da oltre 600 anni».
Dai risultati della valutazione del team di ricerca emergono ulteriori prove di un riscaldamento senza precedenti nell'Oceano Pacifico occidentale: nella regione il 2022 è stato l'anno più caldo dal 1370. La regione del Pacifico sud-occidentale è un importante motore della variabilità climatica, modulando ad esempio l'El Niño-Southern Oscillation, uno dei principali fenomeni che influenzano il clima globale, influenzando così le attività umane e gli ecosistemi naturali in tutto il mondo.
Per ottenere i dati per la nuova ricostruzione, gli scienziati hanno utilizzato una colonia di corallo gigante Diploastrea heliopora nelle Fiji e spiegano che «Questi coralli enormi, unici e longevi, registrano nella loro composizione chimica i cambiamenti climatici e ambientali a lungo termine che hanno plasmato la barriera corallina e i giganti stessi per molti secoli. Sono archivi vitali della variabilità climatica passata nei tropici, fornendo spesso un collegamento diretto alle storylines umane delle passate esperienze di variazioni climatiche».
Da questa colonia di Diploastrea heliopora che cresce solo di 3-6 millimetri all'anno, il team ha estratto una carota di corallo lunga più di 2 metri, e ne ha analizzato la composizione chimica scheletrica per trarre conclusioni sulle variazioni di temperatura nel corso di 627 anni. Questo è stato integrato dai risultati di 26 anni di misurazioni strumentali delle temperature dell'acqua. Il team di ricerca ha così prodotto quella che è ad oggi la più lunga ricostruzione continua della temperatura superficiale del mare di Stronzio/Calcio del corallo, fornendo una prospettiva distinta e senza precedenti sulle oscillazioni climatiche a lungo termine del Pacifico da un sito chiave per caratterizzare i gradienti di temperatura oceanica.
I ricercatori della Johannes Gutenberg-Universität Mainz (JGU) hanno contribuito allo studio lavorando alla cronologia del corallo e uno di loro, Denis Scholz, dell’ Arbeitsgruppe Isotopengeochemische Paläoklimatologie/Speläothemforschung dell’Institut für Geowissenschaften, spiega: «Abbiamo utilizzato il metodo di datazione uranio-torio per determinare l'età di ogni strato depositato. Pertanto, siamo stati in grado di controllare in modo indipendente e infine confermare l'identificazione del conteggio dei singoli strati annuali. Questo ha consentito la datazione precisa e assoluta del corallo».
Dato che possono vivere per secoli e persino migliaia di anni, i coralli registrano, giorno dopo giorno, nei loro scheletri la composizione chimica dell'oceano pe per questo, vengono utilizzati dai ricercatori come sensori di temperatura viventi perché modificano il rapporto tra Stronzio scheletrico e Calcio, con rapporti più bassi correlati alle temperature più elevate.
Lo studio, al quale hanno partecipato anche ricercatori di Universidad Autónoma de Baja California, University of New South Wales, Monash University, Université de Bordeaux, ’Helmholtz-Zentrum Hereon e Johannes Gutenberg-Universität Mainz, dimostra che «L'attuale temperatura della superficie del mare nell'arcipelago delle Fiji è la più alta degli ultimi 653 anni e che i persistenti tassi di riscaldamento sincroni del Pacifico occidentale e centrale potrebbero avere un impatto negativo sugli ecosistemi e sulle nazioni delle isole del Pacifico».
Questo lavoro scientifico fa anche nuova luce sull'interazione tra le tendenze della temperatura oceanica nel Pacifico tropicale e subtropicale nell'arco di 6 secoli, rivelando come «Il riscaldamento di fine XX secolo sia diventato sempre più sincronizzato tra queste regioni che normalmente si oppongono, creando importanti gradienti di temperatura che sono il cuore dei principali cambiamenti nei centri delle precipitazioni negli ultimi secoli».
Tenendo conto delle attuali simulazioni del modello climatico, i ricercatori prevedono ulteriori eventi di siccità e forti piogge in alcune aree del Pacifico nel corso del XXI secolo e concludono: «Se non si prendono contromisure, ci saranno impatti negativi per gli abitanti delle isole del Pacifico in pericolo e per i loro ecosistemi».