Il ciclone politico Musumeci sull’Emilia-Romagna alluvionata
La Regione Emilia-Romagna ha confermato per oggi l’allerta rossa in Romagna e nel Bolognese a causa degli effetti del ciclone Boris e sottolinea un dato, su tutti: «Nel maggio 2023 furono 400-450 i millimetri d’acqua caduta, ma in due alluvioni; ora, in un unico evento, si sono superati, in alcune aree, i 350 millimetri».
Legambiente Emilia-Romagna ha ricordato che di nuovo, a distanza di poco più di un anno, l'Emilia-Romagna «si trova a fronteggiare pericolosi allagamenti. Ci stringiamo a tutte le persone che, per la terza volta, stanno vivendo momenti di dolore e paura a causa delle gravi inondazioni che stanno colpendo gran parte della regione. Non è solo maltempo, non possiamo più ignorarlo: è una crisi climatica che ci colpisce duramente e ripetutamente. La forza delle comunità emiliano-romagnole è straordinaria, lo sappiamo, ma non possiamo più permettere che siano lasciate sole a pagare il prezzo di cambiamenti che riguardano tutti noi».
Ma su tutto questo sono arrivate come un altro ciclone le dichiarazioni del ministro per la Protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci. Va detto che subito Misumeci aveva diffuso inizialmente una dichiarazione istituzionalmente inappuntabile: «Accogliendo la richiesta avanzata dalla Regione Emilia Romagna, ho firmato questo pomeriggio il decreto per disporre, a supporto di quella Regione, lo stato di mobilitazione straordinaria del servizio nazionale di Protezione civile. Il provvedimento si è reso necessario dopo l'ondata di maltempo che dal 17 settembre ha investito le province di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Con la firma del decreto, consentiamo al nostro Dipartimento nazionale di assicurare il coordinamento dell'intervento del Servizio nazionale della protezione civile a supporto delle autorità regionali, allo scopo di concorrere al contrasto degli eventi estremi. Va detto che, sulla base dei dati disponibili e di alcuni modelli idrogeologici e idraulici, l'evoluzione degli eventi potrebbe determinare fenomeni di dissesto, criticità varie ed il superamento del livello tre in diversi corsi d'acqua. Quanto alla assegnazione di contributi per concorrere alle eventuali spese sostenute dalle strutture nella gestione della emergenza, si provvederà con appositi provvedimenti del capo dipartimento Fabio Ciciliano».
Poi però Musumeci l’ha buttata decisamente in politica: «Quello che accade è frutto di quello che abbiamo e non abbiamo fatto. Gli eventi alluvionali portano una realtà territoriale come progettata e infrastrutturata non negli anni ma nei decenni. Prevenzione e gestione del rischio sono competenza delle Regioni e l’Emilia Romagna ha ricevuto dal governo quasi 600 milioni di euro per la lotta al dissesto. Se la Regione potesse fare lo sforzo di farci sapere quanta di questa risorsa è stata spesa, spero tutta o quasi e quali sono i territori più vulnerabili noi da Roma potremmo programmare ulteriori interventi in regime ordinario».
Qualcuno ha fatto subito notare che Musumeci, ex presidente della Regione Sicilia, è il meno indicato ad accusare altri di non aver speso i soldi per combattere il dissesto del territorio e di non programmare interventi, ma ad arrabbiarsi è stata soprattutto la segretaria del Pd Elly Schlein: «Piena vicinanza a comunità e territori nuovamente colpiti dagli eventi alluvionali delle scorse ore. Mentre gli amministratori dell’Emilia-Romagna hanno passato la notte a gestire l’emergenza, organizzare soccorsi e sostenere la popolazione – afferma Schlein – la destra di governo si è messa subito a fare sciacallaggio politico per fini elettorali. Giorgia Meloni aveva fatto, più di un anno fa, una inutile passerella con gli stivali nel fango a promettere 100% di ristori a famiglie e imprese che non sono mai arrivati. Non hanno messo risorse adeguate. Hanno perso due mesi per nominare un Commissario su cui hanno concentrato tutte le prerogative e i poteri; hanno individuato nell’esercito, a Roma, la struttura commissariale a dispetto del territorio, hanno voluto a tutti i costi centralizzare e adesso scaricano responsabilità e problemi sugli amministratori locali. Prima ancora che ridicolo è indecente».
Il capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia accusa: «Quello che maggioranza e governo stanno facendo in queste ore è inaccettabile. Invece di sostenere lo sforzo che le amministrazioni sul territorio stanno facendo per rispondere all’emergenza dovuta al Maltempo organizzano conferenze stampa e dichiarazioni in batteria per attaccare la regione Emilia Romagna. Addirittura il ministro Musumeci, ministro per la protezione civile, di cui tutti ricordano la impeccabile gestione siciliana, attacca l’amministrazione regionale innescando di fatto uno scontro istituzionale sulla pelle dei cittadini emiliano-romagnoli. Siamo di fronte a uno squallido sciacallaggio propagandistico che non ha precedenti, a una destra che non si vergogna di nulla pur di attaccare gli avversari politici, che non ha nessuna cultura istituzionale e nessun rispetto per chi in questo momento sta combattendo contro una grave emergenza».
Intervenendo in aula alla Camera, il portavoce di Europa Verde e deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, aveva puntato il dito contro le politiche negazioniste del governo: «Giorgia Meloni ieri è intervenuta in Confindustria dicendo che la transizione ecologica è un disastro e va fermata e mentre pronunciava quelle parole l’Emilia Romagna andava nuovamente sott’acqua, tra l’altro di nuovo negli stessi punti: Modigliana, Faenza, Forlì, Castel Bolognese con circa mille sfollati: un disastro. Penso che l’atteggiamento di questo governo sia irresponsabile, di chi non guarda la realtà, di chi è rimasto in silenzio tutta l’estate sulla siccità in Sicilia che ha messo in ginocchio l’agricoltura e che ha ha portato gli agricoltori a piangere, a vedere i propri vigneti e agrumeti estirpati, di chi ha costretto gli allevatori a vedere i propri animali abbattuti a causa della carenza dell’acqua. Meloni è una premier che è rimasta in silenzio di fronte all’alluvione estiva in Valle d’Aosta, che ha causato 150 milioni di danni, è stata in silenzio di fronte all’ alluvione del Piemonte, della Lombardia del Veneto. Mi chiedo se Giorgia Meloni alla luce di tutto quello che sta accadendo si rimetterà gli stivali di gomma per tornare in Emilia Romagna a promettere soldi che non sono mai arrivati. Cosa sta facendo il generale Figliuolo commissario per gli eventi alluvionali in Emilia Romagna? Gli alluvionati del 2023 ancora aspettano i soldi promessi per i danni ricevuti. La Premier venga subito a riferire in aula, anziché fare propaganda a reti unificate!».
E Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana e deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra si era chiesto: «Su quale pianeta vive Meloni? In queste ore la crisi climatica colpisce con violenza il nostro Paese. Dopo il caldo record dell'estate, dopo la siccità drammatica che sta colpendo il sud, oggi l'Emilia Romagna e le Marche sono di nuovo sott'acqua, con gli argini dei fiumi che hanno straripato, in poche ore contiamo già oltre mille sfollati e vi sono tutte le possibilità che la situazione degeneri ancora, forse peggio di maggio 2023. E Meloni cosa fa nelle stesse ore? Promette a Confindustria di fermare la conversione ecologica e attacca le politiche ambientali. Sono corresponsabili dei disastri in corso e di quelli che continueranno ad arrivare se non si mette riparo alla crisi climatica».
Ma è nella Regione più colpita che l’attacco di Musumeci ha fatto più male. Amareggiato il commento della presidente facente funzioni dell’Emilia Romagna, Irene Priolo: «Ci eravamo illusi per un attimo che, almeno stavolta, la destra non facesse becero sciacallaggio. Non è passata la notte che hanno invece già replicato il film dell’anno scorso, diffondendo fake news e moltiplicando attacchi ad uso e consumo elettorale. Il paradosso è che, dopo aver voluto contro tutto e tutti tenere la gestione della ricostruzione post alluvione a Roma, scaricano poi tutte le responsabilità sul territorio. E’ indecente sia dal punto di vista istituzionale che dal punto di vista morale».
E Stefano Bonaccini, ex presidente della Regione e attuale parlamentare europeo, di fatto il vero bersaglio di Musumeci, non ci sta: «Attaccare frontalmente i nostri sindaci e i nostri amministratori regionali mentre l’emergenza è ancora in corso e il sistema di protezione civile è impegnato a soccorrere le persone, significa non avere rispetto né delle comunità alluvionate, né delle istituzioni. Se a farlo sono poi il Ministro Musumeci e il viceministro Bignami, per il Governo, che dovrebbe assicurare sostegno e leale collaborazione, allora siamo precipitati nel punto più basso del senso istituzionale. Dopo l’alluvione del maggio 2023, mai registrata nella storia per quantità d’acqua caduta, come tutti sanno il Governo decise di non ascoltare il territorio e di accentrare nelle proprie mani la ricostruzione: ma con quale faccia gli esponenti dello stesso Governo e dello stesso partito scaricano oggi le responsabilità sugli amministratori locali? Dopo aver promesso il 100% il rimborso dei danni a cittadini, famiglie e imprese, i quali hanno ricevuto invece nulla. O dopo aver ricevuto dall’Unione Europea un miliardo e duecento milioni di euro dal Pnrr, per la ricostruzione pubblica, che ai nostri sindaci non sono mai arrivati? L’intento è chiaro: accendere polemiche in chiave elettorale per le prossime regionali, così come fecero in previsione delle elezioni amministrative ed europee dello scorso giugno. Un grazie immenso a tutti coloro che si stanno prodigando a soccorrere e assistere le comunità colpite. Forza Emilia-Romagna, ti risolleverai anche questa volta».
E il segretario regionale del Pd Emilia-Romagna, Luigi Tosiani, reagisce agli attacchi di Fratelli d’Italia, che annunciava esposti in Procura e Corte dei Conti contro la Regione: «Siamo sotto la pioggia, si sta ancora fronteggiando l’emergenza ma evidentemente a qualcuno questo non interessa: meglio cominciare subito con lo sciacallaggio. Fu così nel 2023, lo è stato nei mesi successivi e ora ci siamo di nuovo”. Tosiani si chiede come si possano “tirare in ballo Regione e Comuni quando il Governo ha deciso di gestire la ricostruzione dell’alluvione dello scorso anno direttamente da Roma senza coordinamento con gli enti locali. Con che faccia si lanciano accuse quando non si è stati in grado di far arrivare a cittadini e imprese nemmeno un euro di rimborsi dopo tante promesse? E sarebbe molto utile sapere perché il miliardo e duecento milioni di Euro di fondi Pnrr per sindaci e comunità locali sono bloccati da nove mesi».
Enza Rando, della segreteria del Pd, cerca di riportare la polemica nell’ambito di una crisi ambientale devastante che sta cambiando paradigmi e richiede una nuova gestione del territorio: «Più di mille evacuati, due dispersi: le immagini che arrivano dall’Emilia Romagna sono drammatiche e richiedono il massimo impegno di tutte le istituzioni per evitare la tragedia. Voglio ringraziare il personale delle forze di soccorso per il lavoro incredibile che sta svolgendo ed i sindaci dei comuni colpiti che stanno lavorando a stretto contatto con la Regione. Siamo davanti ad un’emergenza climatica che produce conseguenze disastrose, trovo davvero assurdo e inaccettabile che alcuni sciacalli approfittino per le strumentalizzazioni politiche».