
In Italia elettricità più pulita, intelligente e conveniente: dal carbone al fotovoltaico

L’European Climate Foundation e i partner del consorzio dell’Energy Union Choices (E3G, RAP, WWF EPO e BPIE) hanno pubblicato il nuovo rapporto “Più pulita, intelligente e conveniente: come cogliere le opportunità della transizione energetica in Europa” (in allegato) che analizza le più recenti stime dei costi relativi alle fonti rinnovabili e alle tecnologie di stoccaggio e prende in considerarazione la dimensione europea ma confrontandole con la Strategia Energetica Nazionale Italiana (Sen) e con la continua evoluzione del sistema energetico, delineando uno scenario secondo il quale «L’Italia può favorire il processo di decarbonizzazione attraverso l’adozione delle energie pulite e l’innovazione».
Infatti, negli ultimi anni la riduzione dei costi delle tecnologie pulite ha superato ogni aspettativa e ci sono stati inaspettati progressi per quanto riguarda l’elettrificazione e i consumi intelligenti, mentre, conformemente agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, un crescente numero di Paesi europei ha annunciato, o sta discutendo, l’approvazione di strategie per eliminare gradualmente il carbone, nel 2016, la Commissione europea ha lanciato il pacchetto “Clean Energy for all Europeans” per promuovere un modello energetico europeo sostenibile entro il 2030 e molti di quegli impegni sono in corso di negoziazione.
Il nuovo rapporto, che è stato presentato durante l’evento Decarbonising Italy’s Electricity System, organizzato nell’ambito del Festival dello sviluppo sostenibile Asvis, in collaborazione con l’Istituto affari internazionali (Iai) ed European Climate Foundation, e si basa sull’analisi condotta per lo studio “Cleaner, Smarter, Cheaper: responding to opportunities in Europe’s changing energy system”, pubblicato a Bruxelles il 21 Novembre 2017 e che fa parte della serie “Energy Union Choices”, che si concentra sulle future scelte infrastrutturali necessarie per accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in linea con gli obiettivi ambientali, economici e di sicurezza energetica dell’Ue.
Jonathan Gaventa, direttore E3G, ha sottolineato che «Le dinamiche economiche del sistema energetico europeo stanno cambiando rapidamente. Questo studio dimostra che è possible avere obiettivi più ambiziosi in materia di energie rinnovabili in tutta l'Ue che siano anche convenienti dal punto di vista economico. Tali obiettivi dovrebbero essere supportati da riforme del mercato dell'elettricità che consentano una maggiore flessibilità sul lato della domanda ed accelerino la chiusura delle centrali a carbone».
Il rapporto focalizzato sull’Italia è stato possibile grazie alle valutazioni e al supporto fornito da Luca
Bergamaschi, ricercatore associato presso l’Istituto Affari Internazionali (Iai), Margherita Bianchi,
ricercatrice Junior dello Iai, e Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf Italia e traccia il percorso del nostro settore energetico fino al 2030, con prospettive provvisorie fino al 2050. Le priorità principali includono l’abbandono del carbone entro il 2025 e il raggiungimento di una quota del 55% di energie rinnovabili nel consumo di elettricità entro il 2030, dimostrando che l’eliminazione del carbone in Italia è fattibile senza costi aggiuntivi e senza l’installazione di nuovi impianti a gas.
Dallo studio arrivano alcune importanti conferme:
L’eliminazione del carbone non comporta costi maggiori: i costi derivanti dallo sfruttamento maggiore degli impianti a gas esistenti e da ulteriori investimenti nel fotovoltaico sono compensati dai risparmi derivanti da una diminuzione del consumo di carbone e una ridotta
importazione di elettricità. Il costo ridotto della tecnologia fotovoltaica è il fattore cruciale. L’efficienza elettrica insieme a una coordinata strategia europea per la promozione delle energie rinnovabili rendono tale obiettivo raggiungibile.
L’Italia può permettersi l’eliminazione del carbone senza dotarsi di ulteriori impianti a gas.
L’Italia può raggiungere l’obiettivo più ambizioso del 59% di quota di rinnovabili nel consumo interno di elettricità entro il 2030 rispetto all’obiettivo di riferimento del 55% indicato dalla SEN.
Il costo ridotto della tecnologia fotovoltaica è il fattore cruciale. L’efficienza elettrica insieme a una coordinata strategia europea per la promozione delle energie rinnovabili rendono tale obiettivo raggiungibile.
La produzione interna di energia rinnovabile insieme al maggiore utilizzo degli impianti a gas, alle maggiori importazioni di elettricità e ad una gestione intelligente e flessibile dei consumi, rappresentano un mix elettrico solido e conveniente.
Le importazioni di elettricità e la cooperazione regionale rappresentano soluzioni strategiche e convenienti al fine di ridurre il peso della bolletta elettrica e aumentare la sicurezza energetica, sia per l’Italia che per i Paesi limitrofi.
La gestione della domanda attiva e lo stoccaggio giornaliero attraverso i veicoli elettrici sono fondamentali per soddisfare il fabbisogno di flessibilità richiesto dall’aumento delle rinnovabili (soprattutto del FV). Le interconnessioni sono strategiche sia per aumentare la flessibilità sia per sostituire l’energia elettrica da carbone con importazioni a basso costo e basso impatto.
La Midulla sottolinea che «La decisione di arrivare alla completa chiusura di tutti gli impianti a carbone per la produzione termoelettrica entro il 2025 rappresenta senza dubbio il primo effettivo salto in avanti delle politiche strutturali di decarbonizzazione in Italia. Nel nostro Paese ora la vera sfida è fare in modo che le decisioni vengano attuate e che le politiche e i provvedimenti necessari siano tempestivi e lungimiranti, puntando anche da subito a nuova capacità rinnovabile e la diffusione dei sistemi di accumulo, anche per assicurare una vera e giusta transizione. C’è un ambito ampio in cui agire subito per trarre il massimo vantaggio per il Paese. Fare presto è essenziale sotto ogni punto di vista, oltre che per essere alfieri della transizione energetica e non elemento passive».
Bergamaschi conclude: «Lo studio dimostra che la Sen va nella direzione giusta e pone l'Italia tra i paesi mondiali leader per l'uscita rapida dal carbone. Ma evidenzia anche come i costi ridotti delle tecnologie a zero emissioni, prime fra tutti il solare, rendono possibile una maggiore ambizione per la loro diffusione in Italia. La chiave per una decarbonizzazione sicura e che permette risparmi importanti a cittadini e imprese passa anche da una maggiore integrazione europea attraverso lo sviluppo di nuove interconnessioni con i paesi vicini. Particolare attenzione va rivolta a possibili nuovi investimenti in infrastrutture e centrali a gas il cui utilizzo e redditività sarebbero a rischio. Lo studio mostra infatti come la progressiva decarbonizzazione nazionale ed europea, trainata da obiettivi europei in costante aggiornamento in linea con l'Accordo di Parigi, non necessiti di nuovi investimenti a gas grazie allo sfruttamento più efficiente delle infrastrutture e centrali esistenti e della maggiore competitività delle rinnovabili e dell’efficienza energetica»
