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World Ozone Day: il Protocollo di Montreal è un successo, ma bisogna andare oltre

EEA: necessario sostituire i gas fluorurati con alternative meno dannose
 |  Crisi climatica e adattamento

Oggi, 16 settembre, è il World Ozone Day  che celebra il Protocollo di Montreal che punta ad liminare gradualmente le sostanze dannose per l'ambiente che riducono lo strato di ozono (ODS) e la World meoteorologica organization (Wmo) ha colto l’occasione per pubblicare il WMO Ozone and UV Bulletin dal quale emerge che «Se le attuali politiche rimangono in vigore, si prevede che lo strato di ozono tornerà ai valori del 1980 (prima della comparsa del buco dell'ozono) entro il 2066 circa sull'Antartide, entro il 2045 sull'Artico e entro il 2040 per il resto del mondo». Secondo la più recente valutazione scientifica dell’United Nations environment programme (Unep) e della Wmo, dall'anno 2000 il buco dell'ozono antartico sta lentamente migliorando in area e profondità.

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres  ha sottolineato che »In un momento in cui il multilateralismo è messo a dura prova, il Protocollo di Montreal per contribuire a proteggere lo strato di ozono si distingue come un potente simbolo di speranza. Ci ricorda che quando i Paesi mostrano una determinazione politica per il bene comune, il cambiamento è possibile. Unendo il mondo per eliminare gradualmente il consumo e la produzione di diverse sostanze che riducono lo strato di ozono, il Protocollo ha anche contribuito a proteggere i pozzi di assorbimento del carbonio, proteggere la salute dell’umanità ed evitare perdite economiche. Lo strato di ozono, un tempo paziente malato, è sulla strada della guarigione».

Matt Tully, presidente del gruppo consultivo scientifico della Wmo sull'ozono e le radiazioni solari UV, ha ricordato che «Dalla sua istituzione fino a oggi, uno dei pilastri del Protocollo di Montreal è stato il suo fondamento su una scienza di altissima qualità, Il programma WMO Global Atmosphere Watch (GAW) continua a svolgere un ruolo essenziale nel supportare la scienza dell'ozono attraverso osservazioni, analisi, modellizzazione, gestione dei dati e sviluppo delle capacità. E’ fondamentale che le osservazioni dell'ozono, delle sostanze che lo impoveriscono e delle radiazioni ultraviolette (UV) siano mantenute con la qualità, la risoluzione e la copertura globale necessarie per tenere conto dei cambiamenti dell'ozono nei prossimi decenni. Molti fattori influenzeranno il recupero previsto dell'ozono, che deve essere completamente misurato e compreso».

Grazie all'inizio del declino del cloro e del bromo, sostanze dannose per l'ozono, nella stratosfera, nel 2023 I valori dell’ozono rientravano nell'intervallo osservato negli anni precedenti e in linea con le aspettative. Il buco dell'ozono in Antartide del 2023 è stato caratterizzato da due eventi insoliti: un'insorgenza precoce a fine agosto e una persistenza fino a dicembre inoltrato, mentre l'importante eruzione del vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha'apai di Tonga del 15 gennaio 2022 ha aumentato la quantità di vapore acqueo nella stratosfera e ha provocato alcune modifiche nel trasporto dell'ozono. 

La Wmo sottolinea che «Nel complesso, le due principali caratteristiche insolite non mettono in discussione le recenti scoperte secondo cui è iniziato il recupero dell'ozono nel buco dell'ozono antartico. Evidenziano tuttavia che ci sono eventi atmosferici relativamente rari che possono avere un impatto significativo sul buco dell'ozono antartico; che c'è molta variabilità su scale temporali che vanno da giorni ad anni nello sviluppo del buco dell'ozono antartico; che ci sono ancora lacune nella comprensione scientifica di tale variabilità; e che rimane fondamentale mantenere un'infrastruttura di osservazione che ci consenta di attribuire variazioni insolite o inaspettate a particolari processi ed eventi geofisici». 

L’European Environment Agency (EEA) ha pubblicato nuovi dati, raccolti annualmente dalle imprese,  sulla produzione, l'importazione, l'esportazione, la distruzione e l'uso di sostanze che impoveriscono lo strato di ozono come materie prime nell'Ue e dice che «Mostrano come l'Ue ha rispettato i propri obblighi ai sensi del Protocollo di Montreal e tracciano i progressi sul più ambizioso Regolamento Ue sull'ozono».

Dai dati EEA risulta che «Nel 2023, il consumo (produzione e importazioni meno distruzione ed esportazioni) di sostanze che riducono lo strato di ozono nell'UE è stato di +1.306 tonnellate metriche, in aumento rispetto alle -2.954 tonnellate del 2022. La produzione di sostanze controllate che riducono lo strato di ozono nell'UE è stata inferiore del 20% rispetto al 2022, mentre le importazioni di queste sostanze sono diminuite del 2%. Questi volumi sono inferiori all'1% delle ODS totali consumate in Europa quando il Protocollo di Montreal è stato concordato nel 1986».

L'Unone europea si è impegnata a eliminare completamente il consumo di idrofluorocarburi (HFC) entro il 2050 ma l’EEA avverte che «Sebbene i progressi finora siano promettenti, rimane una significativa necessità di sviluppo tecnologico per sostituire i gas fluorurati con alternative meno dannose, ad esempio nell'uso dei refrigeranti. I gas fluorurati sono stati introdotti come sostituti delle sostanze che impoveriscono lo strato di ozono. Non danneggiano lo strato di ozono ma, in quanto gas serra, hanno un impatto molto elevato sul riscaldamento del clima».

Guterres  ha concluso sottolineando che bisogna andare oltre: «L’emendamento di Kigali del protocollo, che si concentra sulla riduzione graduale degli idrofluorocarburi (HFC), potenti gas che provocano il riscaldamento del clima, può contribuire a far avanzare gli sforzi di mitigazione del clima, proteggendo le persone e il pianeta. E ciò è necessario più che mai poiché i record di temperatura continuano a essere infranti. Se pienamente ratificato e attuato, l’emendamento di Kigali potrebbe contribuire a evitare fino a 0,5 gradi Celsius di riscaldamento globale entro la fine di questo secolo. Tuttavia, per evitare una crisi climatica entro la metà del secolo, sono necessarie anche una serie di soluzioni climatiche, comprese quelle relative ai refrigeranti e all’efficienza energetica. Quattro nazioni su cinque hanno ratificato l’emendamento di Kigali, ma il tempo stringe. In questa Giornata Mondiale dell'Ozono, impegniamoci a fare la pace con il nostro pianeta. Impegniamoci a sfruttare il successo del Protocollo di Montreal per dimostrare i risultati che può raggiungere la migliore cooperazione internazionale».

Redazione Greenreport

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