Nel 2024 nel mondo è raddoppiata la fame catastrofica. Gaza e Sudan i più colpiti
Il “Global Report on Food Crises 2024 Mid-Year Update” pubblicato da Fao, World Food Programme (WFP), Unicef e International Organization for Migration (IOM)insieme ai loro partner umanitari e un aggiornamento del Global Report on Food Crises (GRFC) 2024 e si basa sui dati disponibili alla fine di agosto, evidenziando i cambiamenti negli elevati livelli di insicurezza alimentare acuta e malnutrizione acuta rispetto al picco del 2023.
La Striscia di Gaza (Palestina) resta la crisi alimentare più grave nella storia del GRFC, «Con tutti i 2,2 milioni di residenti ancora in urgente bisogno di cibo e assistenza per il sostentamento tra marzo e aprile 2024. La gravità della crisi si è intensificata, con metà della popolazione in Catastrofe (IPC Fase 5) durante questo periodo, rispetto a un quarto tra dicembre 2023 e febbraio 2024 – si legge nel report - Sebbene si prevedesse una diminuzione al 22% tra giugno e settembre 2024 e le prove disponibili non indicassero carestia (IPC Fase 5), il rischio di carestia persiste».
Víctor Aguayo, direttore del programma Nutrizione infantile dell'Unicef, ha detto che «La situazione nutrizionale a Gaza è una delle più gravi che abbiamo mai visto ... è importante ricordare che quasi la metà della popolazione di Gaza che soffre di questa devastazione è composta da bambini».
Rientrato la settimana scorsa dall’enclave palestinese bombardata e attaccata senza tregua dall’esercito israeliano, Aguayo, ha denunciato che «L’impatto della guerra e le severe restrizioni alla risposta umanitaria hanno portato a un crollo completo dei sistemi alimentari, sanitari e di protezione, con conseguenze catastrofiche. Il fatto è che la dieta dei bambini di Gaza è estremamente povera. Si stima che oltre il 90% dei bambini mangi al massimo due tipi di cibo al giorno per settimane o mesi , nel contesto di una gravissima... mancanza di accesso ad acqua potabile e servizi igienici. Si stima che oltre 50.000 bambini necessitino di cure immediate per malnutrizione acuta, con la necessità di rivolgersi a personale medico e nutrizionista. Ho camminato attraverso mercati e quartieri, o quello che resta dei mercati e dei quartieri… non ho dubbi che ci sia una carestia e una crisi nutrizionale su larga scala. Chiedo un cessate il fuoco immediato e un accesso umanitario duraturo».
In Sudan è in corso una carestia (fase 5 dell'IPC) nel sito degli sfollati interni (IDP) di Zamzam vicino a El Fasher, nel Darfur settentrionale, e si prevede che persisterà fino a ottobre 2024. Il report avverte che «Molte altre aree in tutto il Paese sono a rischio carestia, ma dati insufficienti hanno impedito l'analisi per molte aree difficili da raggiungere. In totale, si stima che 25,6 milioni di persone in Sudan affronteranno alti livelli di insicurezza alimentare acuta durante la stagione magra da giugno a settembre, un aumento del 26 percento rispetto allo stesso periodo del 2023». La guerra in corsi tra l’esercito golpista sudanese e i sui ex alleati delle milizie ha avuto anche gravi implicazioni per la sicurezza alimentare e nutrizionale regionale, con oltre 2 milioni di persone costrette a fuggire nei Paesi vicini, soprattutto nei principali paesi con crisi alimentare tra cui Ciad e Sud Sudan.
Máximo Torero, economista capo della Fao, ha sottolineato il rapido deterioramento della sicurezza alimentare in Sudan: «Il conflitto in corso tra eserciti rivali e l'accesso umanitario limitato hanno portato alla carestia in alcuni campi di sfollati interni (IDP) e hanno rischiato di diffondersi ulteriormente. Non si prevede che la situazione migliori almeno fino a ottobre. Il conflitto continua a determinare un rapido deterioramento della sicurezza alimentare, con circa il 26% in più di persone che si stima affrontino alti livelli di insicurezza alimentare acuta durante il periodo compreso tra giugno e settembre rispetto a giugno dell'anno scorso, raggiungendo 25,6 milioni di persone classificate in crisi o in condizioni peggiori. Questa crisi colpisce anche i Paesi vicini, tra cui il Ciad e il Sud Sudan, che ospitano un gran numero di rifugiati sudanesi mentre affrontano le proprie crisi causate da conflitti e cambiamenti climatici».
Raccolti migliori e la stabilizzazione delle economie hanno portato a miglioramenti nella sicurezza alimentare in 16 Paesi. Afghanistan, Kenya, Repubblica Democratica del Congo, Guatemala e Libano hanno avuto tutti almeno 1 milione di persone in meno che hanno dovuto affrontare alti livelli di insicurezza alimentare acuta dal picco del 2023, ma rimangono gravi crisi alimentari.
Shock come l’intensificarsi di guerre, la siccità indotta da El Ninõ e gli elevati prezzi dei prodotti alimentari nazionali hanno causato un peggioramento delle crisi alimentari in 18 Paesi entro la metà del 2024. Nigeria, Sudan, Myanmar, Etiopia, Zimbabwe, Malawi, Ciad e Yemen hanno avuto almeno 1 milione di persone in più che hanno dovuto affrontare livelli elevati di insicurezza alimentare acuta rispetto al picco del 2023.
Il Global Report evidenzia che «Gli spostamenti forzati di persone nei Paesi/Territori con crisi alimentare continuano ad aumentare, con numeri allarmanti di persone nella Striscia di Gaza e in Sudan esposte a livelli molto elevati di insicurezza alimentare acuta e malnutrizione. La malnutrizione acuta tra bambini e donne nei Paesi/territori con crisi alimentare è persistentemente elevata, soprattutto nelle aree colpite da conflitti. La mancanza di accessibilità economica a una dieta sana sta diventando un fattore sempre più importante».
Dei 14 Paesi per i quali non sono disponibili dati del 2024, la Siria è stata segnalata dall'ultimo rapporto FAO-WFP Hunger Hotspots come Paese a rischio di estrema preoccupazione tra giugno e ottobre 2024.
Arif Husain, economista capo del WFP, ha sottolineato «Il crescente peso globale delle crisi alimentari, che passeranno da 90 milioni di persone nel 2023 a circa 99 milioni quest'anno. C’è necessità sia di accesso che di finanziamenti per affrontare la crisi in modo efficace. Il primo è l'accesso, l'accesso fisico alle persone bisognose, un accesso sicuro e duraturo, il secondo è il finanziamento per fornire assistenza in modo duraturo, finché non ci sarà tempo. Se ne hai uno, non è abbastanza. Se hai solo accesso o se hai solo soldi, non è abbastanza. Hai bisogno di entrambi. E necessario affrontare le cause profonde che causano fame e malnutrizione. Che si tratti di guerra o di clima, se non affrontiamo le cause profonde, non possiamo aspettarci che le necessità diminuiscano. Sebbene esperti e operatori umanitari siano a conoscenza delle situazioni segnalate nel rapporto, esistono molti altri hotspot simili in giro, ma dove sono disponibili poche informazioni o dati, come in Zambia. Ma non possiamo dire che lì c’è carestia perché non abbiamo dati. Quindi l’accesso, per ottenere le informazioni, è anch’esso fondamentale».