Nell’Amazzonia brasiliana torna a crescere la deforestazione. Ma in un anno è calata del 45,7%
I nuovi dati per luglio pubblicati dall'Instituto Nacional de Pesquisas Espaciais (INPE) sino meno positivi di quelli generali presentati l’8 agosto e che evidenziavano che «La deforestazione in Amazzonia è diminuita del 45,7% da agosto 2023 a luglio 2024, il più grande calo proporzionale mai registrato in quel periodo». Infatti, l’aggiornamento rivela un drammatico aumento della deforestazione e dei focolai di incendio nella foresta amazzonica brasiliana.
Secondo Greenpeace, «A luglio sono stati registrati 666 km2 di deforestazione (una superficie pari a quasi 7 volte l'estensione della città di Milano), con un incremento del 33,2% rispetto a luglio 2023. Inoltre, è stato rilevato il numero più alto di focolai di incendio per il mese di luglio dal 2005, anno in cui la regione subì incendi record. Rispetto a luglio 2023, i focolai sono aumentati del 98%».
Per Martina Borghi, campaigner foreste di Greenpeace Italia, «Questi dati sono un campanello d'allarme perché l'Amazzonia è nella sua stagione secca e si prevede un altro periodo di siccità estrema, simile a quello dello scorso anno. Non è il momento di allentare gli sforzi: il governo brasiliano, a livello federale e statale, deve intensificare le azioni per prevenire gli incendi, ridurre la deforestazione e lavorare per aumentare la severità delle pene per i criminali ambientali».
Per nel trend positivo annuale evidenziato dall’INPE, Greenpeace fa notare che «L’inversione di tendenza evidenziata nel luglio di quest’anno ricorda che il Brasile è ancora lontano dall'obiettivo di zero deforestazione, che deve essere raggiunto ben prima del 2030. L'Amazzonia è infatti ormai vicina al suo punto di non ritorno climatico, oltre il quale buona parte dell’ecosistema collasserebbe, mettendo in pericolo il ruolo di questa foresta come deposito di CO2 e rendendo gli effetti della crisi climatica ancora più devastanti».
Tra il 29 luglio e il 2 agosto, Greenpeace Brasil ha condotto diversi voli di monitoraggio per documentare gli incendi negli Stati brasiliani di Amazonas e Rondônia e dice che «L'analisi delle immagini ha svelato che alcune proprietà rurali, finanziate dal sistema di Credito Rurale brasiliano, erano in fiamme o avevano recentemente subito incendi». Greenpeace Brasil ha pubblicato un rapporto nel quale denunciava le carenze del sistema di Credito Rurale, chiedendo al settore finanziario azioni concrete. Il rapporto illustrava 12 casi che dimostrano l'assenza di criteri per prevenire il finanziamento di pratiche illegali legate all'uso del fuoco.
La Borghi conclude: «I nostri monitoraggi mostrano chiaramente come il sistema finanziario brasiliano sia complice della distruzione dell'Amazzonia e del peggioramento della crisi climatica. Le immagini che abbiamo raccolto mettono in evidenza l'urgenza di una regolamentazione molto più severa, con criteri rigorosi per impedire che i finanziamenti finiscano nelle mani di agricoltori e aziende che alimentano la deforestazione e gli incendi illegali. Chi finanzia i distruttori delle foreste non può più nascondersi: è parte integrante del problema».