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Aumentano le temperature notturne: rischi per la salute. Italia tra i paesi più colpiti dal fenomeno

L’ultima analisi di Climate central: negli ultimi anni circa 2,4 miliardi di persone nel mondo hanno sofferto almeno due settimane in più all’anno il caldo eccessivo. Milano, Roma, Torino e Napoli le città in maggior sofferenza
 |  Crisi climatica e adattamento
Un'immagne del rapporto Climate central

L’aumento delle temperature notturne provocato dalla crisi climatica sta causando disturbi del sonno e ripercussioni sulla salute della popolazione di un po’ tutti i continenti. E, se il trend registrato negli ultimi anni dovesse mantenersi su questi livelli, ciò potrebbe portare anche a una vera e propria crisi sanitaria a livello mondiale. È quanto emerge dall’ultima analisi di Climate central, organizzazione indipendente di ricercatori, giornalisti e divulgatori scientifici impegnata nello studio del clima e degli impatti che i cambiamenti in corso determinano nella vita di tutti i giorni. 

Lo studio, di per sé preoccupante, si tinge ancor più di tinte fosche se si legge la parte relativa al nostro Paese: in base ai dati raccolti e analizzati dagli scienziati di base a Princeton, l’Italia è nella top 3 dei Paesi europei più colpiti da questo fenomeno, con due settimane in più di notti sopra i 18°C, due settimane in più sopra i 20°C, e 3 notti aggiuntive sopra i 25°C. E tra le città che hanno registrato le maggiori sofferenze ci sono questi quattro capoluoghi: Napoli, che ha visto 6 notti in più sopra i 18°C, 20 notti in più sopra i 20°C e 23 notti in più sopra i 25°C a causa dei cambiamenti climatici; Roma, che ha avuto 24 notti in più sopra i 18°C e 30 notti in più sopra i 20°C a causa dei cambiamenti climatici; Torino, che ha registrato 57 notti in più sopra i 18°C; e Milano, che ha avuto 61 notti in più sopra i 18°C, 47 sopra i 20°C e 4 notti in più sopra i 25°C a causa dei cambiamenti climatici

A livello mondiale, si legge nello studio di Climate central, negli ultimi anni circa 2,4 miliardi di persone hanno sofferto, almeno due settimane in più all’anno, notti di caldo eccessivo, che hanno contribuito a mancanza di sonno e problemi di salute. Oltre un quarto dell’umanità ha vissuto con grave disagio temperature minime superiori a 25 °C per almeno due settimane in più rispetto ai decenni passati. Poiché le temperature rimangono oltre i valori di comfort o sicurezza per un numero sempre maggiore di notti, gli esperti sanitari avvertono del rischio di un’epidemia di problemi di mancanza di sonno, di salute mentale e di malattie acute e croniche causati dal cambiamento climatico, a sua volta provocato dalle operazioni di disboscamento e dall’utilizzo di combustibili fossili come il carbone, il petrolio, il gas.

Le temperature notturne aumentano ancora più rapidamente di quelle diurne, è stato registrato. Ed è dimostrato che temperature notturne superiori a 18, 20 e 25°C, possono influire negativamente sul sonno e sulla salute. Alte temperature notturne sono infatti particolarmente pericolose perché impediscono alla temperatura corporea di ridursi e consentirci così di recuperare le forze perse durante la giornata. Aumenta pertanto il rischio di ictus, di altre condizioni cardiovascolari e la mortalità. Il caldo notturno riduce in misura notevole la qualità e la durata del sonno in tutto il mondo e ne consegue una vasta gamma di effetti negativi sulla salute fisica e mentale, sulle funzioni cognitive, sulle capacità di apprendimento e sullo sviluppo del cervello dei bambini. Un sonno breve e di qualità scadente può anche accorciare l’aspettativa di vita e aumentare i rischi di incidenti e lesioni personali. 

Il caldo notturno ha un impatto sproporzionato su gruppi più vulnerabili, ovvero neonati, anziani e donne incinte. Gli effetti di alte temperature notturne inoltre variano da un paese del mondo all’altro e all’interno di ciascun paese: le popolazioni a reddito più basso sono colpite in modo sproporzionato, in parte a causa delle differenze nella qualità delle abitazioni e nella possibilità di climatizzazione. Gli effetti del caldo notturno possono poi essere aggravati ancora di più nelle città a causa del fenomeno isola di calore, che può comportare temperature notevolmente superiori nelle aree urbane rispetto alle zone periferiche e rurali circostanti.

L’analisi di Climate central utilizza temperature misurate all’esterno degli edifici anziché al loro interno. Una temperatura esterna di 20 °C o 25 °C può essere percepita come più alta nelle abitazioni a causa di una serie di fattori, come le le tipologie di fabbricati più inclini a surriscaldarsi, l’assenza di ventilazione e il calore intrappolato.

Per i senzatetto, per le persone sfollate internamente, per quelle che si trovano in campi profughi o in zone di conflitto, il caldo torrido causato dal cambiamento climatico nelle ore notturne inasprisce ancora di più condizioni di vita già incerte e pericolose, con tante persone costrette a dormire in strutture o tende di fortuna che intrappolano il calore. 

Questi risultati si stagliano sullo sfondo di continue ondate di calore in tutto il mondo che superano ogni record e che diventano più intense e più probabili a causa del cambiamento climatico, risultante principalmente dall’utilizzo dei combustibili fossili. Giugno 2024 è stato il tredicesimo mese consecutivo con le massime temperature registrate – un aumento di 1,6 °C oltre i livelli precedenti all’epoca industriale – dopo undici mesi consecutivi in cui le temperature globali sono state di 1,5 °C superiori rispetto al 1850. A luglio sono stati superati due volte in una settimana i record della giornata più calda al mondo mai registrata in oltre 120.000 anni.

Spiega Michelle Young, Climate Impacts Research Associate presso Climate Central: «Dall’Indonesia all’Iraq all’Italia, la nostra analisi mostra che il cambiamento climatico sta conducendo a temperature notturne più alte e ogni anno circa 2,4 miliardi di persone soffrono notti con temperature superiori a 25 °C per almeno due settimane in più a causa del cambiamento climatico nell’ultimo decennio. Questi risultati rappresentano un altro crudo avvertimento dell’impatto antropogenico di un mondo in fase di riscaldamento, che sta scombussolando così tante vite con il caldo durante le notti, la mancanza di sonno e gli effetti sulla salute fisica e mentale che ne derivano.

Poiché il 2024 probabilmente sarà l’anno più caldo mai registrato, non è mai stato così cruciale cessare di utilizzare combustibili fossili come il petrolio, il carbone e il gas e proteggere i boschi per prevenire ulteriori aumenti delle temperature globali».

Redazione Greenreport

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