
Think Green. The environment: good for business, il nuovo network europeo presentato a Firenze

A Firenze è stato presentato il nuovo network europeo di imprese Think Green. The environment: good for business, che ha la sua sede a Bruxelles e al quale aderiscono diverse le realtà industriali italiane, tra le quali Gorent, Eco.Energia, Eco.partecipazioni, Italscania e Quadrifoglio.
Think Green è nato dall’idea dell’imprenditore fiorentino Furio Fabbri ed è un network che punta a «sostenere le aziende associate nella realizzazione di interventi e investimenti volti alla riduzione dell'impatto ambientale, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente le proprie leve competitive sul mercato».
In un comunicato si legge che «Sarà costituito un Gruppo Europeo d'Interesse Economico. Il GEIE è uno strumento giuridico innovativo che consente a imprese, con sede in diversi Stati Membri dell’Unione Europea, di realizzare forme di cooperazione economica. Nasce, infatti, con lo scopo di agevolare o sviluppare le attività economiche dei soggetti aderenti mettendo in comune risorse, attività ed esperienze, e di migliorare o aumentare i risultati di queste attività mediante una cooperazione circoscritta al settore della produzione individuato. Rappresenta, infatti, una struttura elastica e leggera che permette ai suoi membri di esercitare insieme una parte delle proprie attività di business, senza comprometterne l’indipendenza economica e giuridica».
Durante la presentazione sono state raccontate, dai protagonisti delle prime realtà aderenti Averaldo Farri, Direttore Operativo Gorent Spa, Giovanni Dinoto, Responsabile Operativo Eco.Energia Srl, Paolo Carri, Directior Business Support & Development Italscania Spa, e Fabrizio Cananzi, Presidente I.C. Studio Srl, le azioni intraprese in termini di sostenibilità ambientale. Molto interessanti, tra le testimonianze degli operatori della filiera, gli interventi di Francesco Casini, Sindaco Comune di Bagno a Ripoli, di Giorgio Moretti, Presidente di Quadrifoglio Spa, e di Alessandro Canovai, Presidente CIC-Consorzio Italiano Compostatori.
Ricca di spunti anche tavola rotonda, moderata da Maurizio Melis di Radio24, sulle linee guida da adottare per la diffusione in Italia di un'economia circolare a sostegno di una crescita sostenibile e alla quale hanno partecipato Alessia Bettini, assessore Comune di Firenze, Stefano Ciafani, direttore generale Legambiente, Davide Fava, esperto di cooperazione territoriale europea, Franco Fenoglio, presidente sezione veicoli Industriali UNRAE, Francesco Ferrante, vice presidente Kyoto Club, e Riccardo Rifici, responsabile Sezione Certificazione Ambientale e GPP del ministero dell’ambiente. Una discussione che ha confermato che «La transizione verso un'economia circolare è al centro dell'agenda per l'efficienza delle risorse stabilita nell'ambito della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Quando un prodotto raggiunge la fine del ciclo di vita, le risorse restano all'interno del sistema economico, in modo da poter essere riutilizzate più volte a fini produttivi e creare così nuovo valore. Per passare a un'economia circolare occorre operare un vero e proprio cambiamento sistemico e dare un forte impulso innovativo, non solo sul piano della tecnologia ma anche dell'organizzazione, della società, dei metodi di finanziamento e delle politiche».
Furio Fabbri ha concluso: «Lo status quo dell’ambiente a livello mondiale fa intendere come parlare di “green” sia insufficiente se non poco utile. Si rischia di disperdere energie e buone idee a scapito di investimenti mirati. Occorre mettere in moto processi di innovazione per realizzare un reale cambiamento culturale che si focalizzi sul rispetto e la tutela dell’ambiente anche per le attività economiche, ribaltando la convinzione che per fare business occorra sfruttare ed esaurire risorse e consumare l’ambiente. È proprio questo uno degli obiettivi principali del network Think Green: incrementare impegno e protagonismo delle imprese nel processo volto alla riduzione dell’impatto ambientale in quanto sono parte fondamentale e particolarmente influente della società civile e velocizzare, rispetto al processo politico, l’impellente bisogno di rendere sostenibile e rivoluzionario il fare impresa».
