
Ambiente, il futuro delle rinnovabili in Italia dopo la Cop21

Oggi a Roma si è tenuta l’iniziativa "Un salto nel futuro: Dopo Cop21 + efficienza e + rinnovabili", un evento organizzato dalla nuova Associazione parlamentari per lo sviluppo sostenibile per analizzare le conseguenze della conferenza delle parti Unfccc di Parigi per quanto riguarda sviluppo sostenibile ed energie rinnovabili.
L’associazione parlamentari per lo sviluppo sostenibile sottolinea che «Dopo la Cop21 si aprono scenari radicalmente nuovi. L'Italia non può perdere questa grande opportunità e deve diventare protagonista tra i Paesi che opereranno per l'attuazione delle linee programmatiche ora richieste». Ignazio Abrignani (Misto/ALA) presidente dell'Associazione parlamentari per lo sviluppo sostenibile e vice presidente della commissione attività produttive della camera ha detto che «Oggi è il primo passo ufficiale di questa nuova associazione di parlamentari che si occupa di energia e che lavorerà affinché nel nostro Paese si possa adottare un nuovo modello di sostenibilità energetica. Chiaramente pietra miliare di questo nuovo modello sarà l'accordo raggiunto a Parigi sulla lotta ai cambiamenti climatici. Lavoreremo inoltre per accelerare l'emissione di tutti quei decreti opportuni per accompagnare la transizione verso questo nuovo modello di sostegno alle fonti pulite».
Per Stefano Saglia (AP-NCD), segretario dell'Associazione parlamentari per lo sviluppo sostenibile ed ex sottosegretario all'energia, «Spirito di questa iniziativa è riaffermare la necessità di una svolta a seguito della Conferenza di Parigi dello scorso dicembre. Il nostro Paese da anni ha intrapreso la strada giusta, ma c'è ancora molto da fare. Puntare sull'efficienza energetica e una migliore programmazione delle rinnovabili diventa il perno attraverso il quale gestire la transizione dalle fonti fossili. E' necessario che il Governo dia certezza agli operatori attraverso l'emanazione di quei decreti che il settore aspetta ormai da mesi così da far ripartire gli investimenti e dar fiato alla filiera delle rinnovabili».
L’associazione mette insieme parlamentari di Pd, Forza Italia, Lega, Nuovo Centrodestra e, oltre a Abrignani e Saglia del consiglio direttivo fanno parte: Enrico Borghi (Pd), Guido Galperti (PD), Giuseppe Romele (FI-PDL), Francesco Prina (PD), Luca Squeri (FI-PDL), Salvatore Matarrese (SCPI), Davide Caparini (Lega Nord) e Cosimo Latronico (Misto -Conservatori e Riformisti).
L’'Associazione parlamentari per lo sviluppo sostenibile punta a «Rappresentare e raccogliere le istanze riguardanti la sostenibilità ambientale», con riferimento a «politiche dei rifiuti e fiscalità ambientale, riforma del mercato elettrico, linee guida per l’efficienza energetica, sviluppo delle energie rinnovabili alla luce del decreto interministeriale di prossima emanazione, con particolare riferimento alla geotermia, ai combustibili solidi secondari e all’idroelettrico».
Ma sul referendum del 17 aprile contro le trivellazioni a mare l’ex berlusconiano Abrignani abbandona ogni velleità sostenibile e si riscopre sviluppista: a gennaio, intervisto da Ambiente Rinnovabili.it diceva «L’Associazione è nata per promuovere un ambientalismo realista. Non amiamo le posizioni massimaliste quindi non può essere esclusa per legge la possibilità di ricerca degli idrocarburi sulle coste italiane. Anche perché i nostri giacimenti sono in larga parte riserve di gas, non di petrolio, quindi certamente meno esposti ai rischi di incidenti e inquinamento rilevante. Comunque, più del referendum, saranno i bassi prezzi del petrolio a condizionare i futuri investimenti anche nel nostro Paese».
