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Le ultime 30 estati europee sono state le più calde da oltre 2000 anni

La politica ecoscettica anti-scientifica è un’arma a doppio taglio
 |  Crisi climatica e adattamento

Dopo la fine del XX secolo, la maggior parte dell'Europa ha vissuto mesi estivi molto caldi, che hanno raggiunto record delle temperature che a volte si sono rivelati mortali.

Se il 2015 è stato l’anno più caldo mai registrato nel mondo, l’Europa Mediterranea, a partire dalla Francia e dall’Italia, si è trovata in alcuni periodi in situazioni simili a quelle del 2003, quando un’ondata di caldo fece migliaia di vittime. Ma nel 2015 anche lontano dal Mediterraneo, come a Madrid e in molte cittàò tedesche, oppure in Svezia, nel luglio 2015 sono stati battuti tutti i record di caldo.

Ora uno studio dell’ Euro-Med2k Working Group,  pubblicato su Environmental Research Letters, dice che forse abbiamo addirittura sottovalutato i dati delle temperature estive in Europa e in particolare nel Mediterraneo.

Nick McKay, un ricercatore della School of earth sciences and environmental sustainability della Northern Arizona University  che non ha partecipato allo studio, spiega a Climate Progress che «Le ultime 30 estati  - 1986 - 2015 – sono state più calde rispetto a qualsiasi altro periodo di 30 anni, almeno dal 138 aC. L o studio è il migliore tentativo  state-of-the-art  di ricostruire le temperature estive europee durante gli ultimi 2.000 anni. Ricostruire la variabilità della temperatura degli ultimi due millenni è incredibilmente importante per comprendere i cambiamenti ai quali stiamo assistendo ora»

Lo studio dell’Euro-Med2k Working Group si basa sui dati degli anelli degli alberi e su documenti i provenienti da 10 Paesi europei ed ed è stato finanziato dalle Fondazioni scientifiche nazionali statunitense e svizzera e dala National Oceanic and Atmospheric AdministrationUsa. Hanno partecipato più di 40 ricercatori che hanno prodotto insieme modelli climatici e ricostruito il cambiamento del clima dai tempi degli antichi romani.

L’Euro-Med2k Working Group ha  documentato durante i secoli modelli climatici che vanno dall’insolitamente freddo all’insolitamente caldo. La metà del XIII secolo in Europa è sta caratterizzata  da un raffreddamento nella parte  nord-orientale del continente, ma da un accentuato  riscaldamento nelle regioni di sud-ovest. Poi  c’è stata quella che viene chiamata la piccola glaciazione, un periodo eccezionalmente freddo tra la fine del XVI secolo e l'inizio del XVII ° secolo, con anomalie negative della  temperatura in quasi mezza Europa.

Uno di ricercatori che hanno partecipato allo studio, Jason Smerdon,  Jason Smerdon, del Lamont-Doherty Earth Observatory  e professore alla Columbia University, ha spiegato che «Se si guarda, diciamo, al XX secolo,  nel passati o ci sono stati  " periodi che erano almeno comparabile i per caldo al XX secolo. Ma anche con questa sorte di maggiore variabilità degli ultimi 2.000 anni [], questi ultimi anni spiccano davvero ancora come un periodo di caldo che non ha paragoni». "

Un caldo che, secondo lo studio dell’Euro-Med2k Working Group, è particolarmente evidente nell’Europa meridionale,  dove erano d’altronde attesi i segni premonitori del cambiamento climatico di origine antropica.  I ricercatori concordano sul fatto che il sistema climatico descritto dallo studio mostra una combinazione di cambiamenti climatici causati dall'uomo e di decenni di oscillazioni climatiche naturali.

Kevin Anchukaitis, un paleoclimatologo dell’università dell’Arizona, ha detto a ClimateProgress che «Le temperature estive europee nel corso degli ultimi 2.000 anni riflettono una combinazione di variabilità legate ai cambiamenti dell'attività solare e vulcanica, i recenti aumenti dei gas serra e la variabilità naturale interna del sistema climatico».

Lo studio conferma anni di ricerche e una impressionante mole di studi che dimostrano che il pianeta si sta riscaldando a causa dei gas serra  di origine antropica, Ma Smerdon evidenzia che la ricostruzione della  storia climatica europea realizzata dall’Euro-Med2k Working Group fa emergere molte domande ancora senza risposta: « I modelli climatici e le ricostruzioni climatiche non hanno spiegato pienamente il cambiamento avvenuto durante il Medioevo e la cosiddetta piccola era glaciale che si è conclusa nel 1700. Ma questi ultimi anni spiccano davvero ancora come un periodo di caldo che non ha paragoni- Quindi la domanda è: perché i modelli non riproducono l'entità della differenza di temperatura tra l’anomalia climatica medievale e la Piccola Era Glaciale. Una possibilità è che le ricostruzioni climatiche che contabilizzano l'attività vulcanica ed  altri fattori che influenzano il clima potrebbe dover essere adeguate» e poi resta quella che Smerdon chiama «La casualità naturale del clima»."

Quando si parla di paleoclimi un certo livello di incertezza è inevitabile: la maggior parte delle ricostruzioni paleoclimatiche, e in particolare quelli basati sugli anelli degli alberi, dispone di sempre meno dati più ci si spinge indietro nel tempo. Ma i ricercatori, anche quelli che non hanno partecipato allo studio, pensano che l’Euro-Med2k Working Group il  abbia davvero fatto un ottimo lavoro. McKay evidenzia che «Gli studi sul paleoclima cominciamo a rispondere a domande come: il recente riscaldamentoè  simile ad altri riscaldamento che sono avvenuti nel recente passato? Il recente riscaldamento può essere spiegato con cause naturali?» Ma, nonostante le speranze degli eco-scettici, le cause naturali non possono assolutamente spiegare il recente forte riscaldamento in Europa ed altrove. La stragrande maggioranza degli scienziati è convintissima che il recente riscaldamento globale accelerato non ha niente a che fare con i riscaldamenti delle temperature verificatisi nel passato e che può essere spiegato solo con l'intervento umano nei processi planetari.  Un altro studio pubblicato su Scientific Reports da un team di ricercatori statunitensi e tedeschi ha rilevato che i recenti  record delle temperature hanno approssimativamente da 600 a 130.000 volte più probabilità di essersi verificati per cause antropiche che in loro assenza.

Eppure, nonostante le prove del riscaldamento climatico antropogenico siano schiaccianti, ecoscettici e politici, a cominciare dai Repubblicani americani, continuano a sminuire o negare il ruolo svolto dagli esseri umani nel global warming. Smerdon ne è consapevole, ma dice che si tratta di un’arma a doppio taglio per i politici che la usano: «Potrebbe fare diventare una persona scettica e fargli dire che non siamo in grado di modellare questo in modo molto efficace ... quindi non dovremmo preoccuparci. Ma una delle cose di cui non parla chi semina queste incertezze è che i modelli potrebbero non caratterizzare  completamente i rischi che abbiamo di fronte, quindi è un'arma a doppio taglio».

Redazione Greenreport

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