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Clima, da crisi a opportunità: Confindustria e Kyoto club per una politica industriale ad hoc

Ferrante: «Molte imprese italiane sono già pronte e stanno lavorando con passione e talento nell’innovazione»
 |  Crisi climatica e adattamento

Una delle principali ong italiane attive nell’ambientalismo scientifico da una parte, la confederazione generale dell’industria italiana dall’altra: insieme per promuovere e accelerare l’evoluzione del tessuto produttivo italiano verso target più sostenibili. Nel convegno organizzato oggi a Roma da Kyoto Club (nella foto, il direttore scientifico Gianni Silvestrini) e Confindustria c’è il segno dei tempi che stanno già cambiando, e si intravedono le possibilità di un mondo che già oggi esiste in Italia, ma che ha bisogno di un quadro istituzionale più coerente e ambizioso per sbocciare definitivamente.

«L’industria italiana considera ormai da molto tempo il tema della sostenibilità come una opportunità piuttosto che come un vincolo - commenta Gaetano Maccaferri, vicepresidente di Confindustria con delega all’ambiente e alla semplificazione - La percezione diffusa di una industria allergica alle regole ambientali e insensibile alla domanda crescente di sostenibilità non rappresenta, infatti la realtà di un sistema produttivo che ha investito e continua ad investire molto per garantire la compatibilità ambientale delle proprie produzioni e per sviluppare nuovi prodotti e tecnologie nei settori della green economy. Notiamo con piacere che non siamo più i soli a dirlo». Maccaferri ha ribadito l’impegno delle imprese italiane per lo sviluppo di tecnologie e processi sempre più sostenibili, sebbene si debba riconoscere come anche all’interno della stessa Confidustria vivano oggi molteplici anime: certo non guardano tutte con la stessa simpatia e lo stesso interesse alla rivoluzione dell’economia verde. Per questo è necessario che a cambiare siano le regole del gioco, e si rafforzi l’impegno dell’esecutivo Renzi – finora di retroguardia – nel promuovere la green economy: Maccaferri ha concluso auspicando che la stesura del Green act da parte del governo possa costituire il contributo reale dell’Italia alla Cop 21 di Parigi.

La partita della sostenibilità e la lotta ai cambiamenti climatici non possono però certo giocarsi solo sul piano dell’energia. «L’economia circolare, l’uso efficiente delle risorse, la green economy – spiega infatti Francesco Ferrante, vicepresidente di Kyoto Club – non sono solo la sfida che serve a combattere i cambiamenti climatici, ma anche la forma che assumerà il nostro sistema economico nel suo complesso nell’immediato futuro. Molte imprese italiane sono già pronte e stanno lavorando con passione e talento nell’innovazione competendo nella globalizzazione del terzo millennio. Attendono adesso di essere rappresentate al meglio nel nostro Paese e nel mondo».

Il punto d’incontro tra Kyoto club e Confindustria si concretizza oggi nella richiesta unanime di un’Italia protagonista contro i cambiamenti climatici, attraverso «una politica industriale che permetta di rilanciare la competitività delle imprese grazie all’utilizzo di tecnologie ecoefficienti in Italia e a livello internazionale, dove si apriranno enormi spazi di intervento grazie agli impegni assunti da tutti i paesi. Solo grazie all’innovazione tecnologica le imprese possono cogliere la sfida per costruire un futuro sostenibile. Per questo è necessario che le scelte politiche siano indirizzate verso sistemi di produzione e consumo dell’energia più sostenibili, strumenti che incentivino l’efficienza energetica e la mobilità sostenibile e meccanismi di promozione di un sistema economico di tipo ‘circolare’. Uno sforzo così ambizioso, che ha visto finora l’Unione Europea detenere la leadership a livello globale, non potrà prescindere dagli esiti della Conferenza di Parigi, che dovranno essere all’altezza delle aspettative: un accordo concretamente impegnativo anche per le altre aree economiche del mondo, che stabilisca parità di condizioni concorrenziali per le imprese e tuteli l’ambiente nel lungo periodo».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.