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Cadore, tragica conferma che la gestione del territorio è una priorità

Il dissesto idrogeologico rischia di aggravarsi a causa dei fenomeni climatici estremi
 |  Crisi climatica e adattamento

Un violento nubifragio ha devastato il Cadore, provocando vittime e ingenti danni. Quattro grosse frane si sono abbattute dalla Valle del Boite fino ad Auronzo di Cadore dopo il violento temporale che nella tarda serata del 4 agosto ha colpito il Cadore. Sono franate le montagne sopra Cancia (Borca di Cadore) - dove si sono attivate delle sirene e tutti i residenti sono stati allertati - Peaio (Vodo di Cadore), Grava Secca (Auronzo). All’Antelao sopra San Vito di Cadore, le colate di fango e detriti hanno fatto esondare il torrente Rù Secco, riversando tonnellate di materiale nella piazza Antelao, dove si registrano ingenti danni ad abitazioni e attività commerciali ed una pericolosa fuga di gas. Una grossa frana ha spazzato via buona parte della seggiovia San Marco.

«Da agosto a ottobre è il periodo di maggiore rischio, soprattutto per un territorio malato come quello italiano. I mari si sono riscaldati e favoriscono il mantenimento prolungato di cellule temporalesche cariche d’acqua. Ogni anno in Italia, proprio in questo periodo si verificano puntualmente eventi calamitosi – ha ricordato  Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio nazionale geologi, intervenendo sulle frane che stanno colpendo parte del Nord Italia – I cambiamenti climatici sono in atto e bisogna che tutti ne prendano atto».

Il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, afferma di seguire costantemente la situazione di emergenza meteorologica che ha colpito la zona, provocando vittime e danni; in una nota, il ministero sottolinea infatti che «dalle ore immediatamente successive alla bomba d'acqua e agli eventi franosi il ministro è in contatto con il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e con la Prefettura di Belluno per un aggiornamento in tempo reale sulla situazione».

Commentando la tragedia provocata dalla “bomba d’acqua”, Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, ha detto che «la tragedia del Cadore ci ricorda che l’Italia è un paese dal suolo fragile e che la messa in sicurezza, la manutenzione e la corretta gestione del territorio sono una priorità. Dal dopoguerra a oggi, oltre a migliaia di vittime, il costo dei danni legato a frane, alluvioni e terremoti è stimato da Cresme e Ance nella spaventosa cifra di oltre 240 miliardi di euro. Il dissesto idrogeologico di cui soffre l’Italia è un problema che rischia di farsi ancora più pesante per effetto dell’intensificarsi dei fenomeni climatici estremi dovuti ai cambiamenti climatici in atto, che abbiamo visto recentemente in azione sempre in Veneto e anche a Firenze. Una politica lungimirante deve dunque dare priorità alla riduzione dei gas a effetto serra e considerare la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio la prima grande opera che serve all’Italia».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.