È il vento ad alimentare la Corrente del Golfo e i cambiamenti climatici potrebbero indebolirla
La Corrente del Golfo è una corrente di superficie che risale la costa orientale degli Stati Uniti e poi attraversa l'Atlantico fino all'Europa, portando con sé acqua calda tropicale. Questa acqua calda rilascia calore nell'atmosfera, riscaldando l'Europa. Secondo lo studio “Deeper and stronger North Atlantic Gyre during the Last Glacial Maximum”, pubblicato su Nature da un team di ricercatori britannici, svedesi e statunitensi, ha scoperto che durante l'ultima era glaciale, quando le calotte glaciali ricoprivano gran parte dell'emisfero settentrionale, i venti più forti nella regione determinavano una Corrente del Golfo più forte e profonda. Ma, nonostante la Corrente del Golfo fosse più forte, nel complesso il pianeta era ancora molto più freddo di oggi.
Per valutare la forza della Corrente del Golfo preistorica, i ricercatori hanno analizzato i resti fossili di foraminiferi, microrganismi che vivono sul fondale oceanico, prelevati da carote di sedimenti recuperate al largo della costa della North Carolina e della Florida in collaborazione con ricercatori del Woods Hole Oceanographic Institute nel Massachusetts e hanno scoperto che «I foraminiferi prelevati da strati risalenti all'ultima era glaciale in carote di sedimenti provenienti da diverse località al di sotto della Corrente del Golfo presentavano firme isotopiche (il rapporto tra ossigeno-18 e ossigeno-16, che è controllato da una combinazione di temperatura e salinità) che indicavano una Corrente del Golfo due volte più profonda e con una velocità doppia rispetto a oggi».
L'autore principale dello studio, Jack Wharton del Department of Geography dell’University College London (UCL), spiega che «Abbiamo scoperto che durante l'ultima era glaciale, la Corrente del Golfo era molto più forte a causa dei venti più forti attraverso l'Atlantico settentrionale subtropicale. Di conseguenza, la Corrente del Golfo stava ancora spostando molto calore verso nord, nonostante il resto del pianeta fosse molto più freddo. Il nostro lavoro evidenzia anche la potenziale sensibilità della Corrente del Golfo ai futuri cambiamenti nei modelli di vento. Ad esempio, se in futuro i venti saranno più deboli, come mostrato in uno studio recente che utilizza modelli climatici, questo potrebbe significare una Corrente del Golfo più debole e un'Europa più fredda».
La Corrente del Golfo fa anche parte del capovolgimento meridionale della circolazione atlantica (AMOC), che è causato sia dalla formazione di acque profonde nell'Atlantico settentrionale subpolare, dove il raffreddamento fa sì che le acque superficiali diventino dense e sprofondino, sia dai venti. Precedentemente gli scienziati avevano espresso preoccupazioni su come il cambiamento climatico potrebbe indebolire l'AMOC, perché l'acqua di scioglimento della calotta glaciale che fuoriesce dalla Groenlandia potrebbe interrompere la formazione di acque profonde, impedendo all'acqua calda tropicale di raggiungere l'Europa e quindi raffreddando il continente.
All’UCL evidenziano che «Insieme, l'effetto combinato di venti in indebolimento e la ridotta formazione di acque profonde potrebbe indebolire significativamente la Corrente del Golfo. Se l'AMOC dovesse crollare, considerato uno scenario futuro improbabile ma possibile, le temperature europee si raffredderebbero di 10 - 15 gradi Celsius, scatenando il caos nell'agricoltura continentale e nei modelli meteorologici, e la diminuzione della parte della Corrente del Golfo guidata dal vento esacerberebbe ulteriormente la situazione».
Un altro autore del nuovo studio, Mark Maslin dell’UCL Geography, sottolinea che «Non sempre si riconosce quanto le correnti oceaniche siano responsabili del trasferimento di calore in tutto il pianeta e della formazione del nostro clima. Paradossalmente, il riscaldamento del clima potrebbe raffreddare gran parte dell'Europa interrompendo l'AMOC. La nostra nuova ricerca contribuisce a questa comprensione e dimostra che l'indebolimento dei venti che guidano la Corrente del Golfo potrebbe ridurre la circolazione del calore, influenzando ulteriormente il continente».
Sebbene l'AMOC e le correnti che lo costituiscono, tra cui la Corrente del Golfo, vengano spesso definite un gigantesco nastro trasportatore, lo studio evidenzia la complessità del sistema, in cui ogni parte della corrente è in grado di reagire in modo unico ai cambiamenti climatici.
Un coautore, David Thornalley dell’(UCL Geography, conclude: «Piuttosto che la consolidata metafora del nastro trasportatore, forse è meglio pensare all'AMOC come a una serie di anelli interconnessi. C'è l'anello subtropicale, di cui fa parte la Corrente del Golfo, e un anello subpolare, che trasporta il calore più a nord nell'Artico. I nostri risultati mostrano che, durante l'ultima era glaciale, l'anello subtropicale era più forte di oggi, mentre si pensa che l'anello subpolare fosse più debole. Pertanto, quando si studia il cambiamento climatico antropogenico e l'AMOC, dobbiamo considerare come queste diverse parti potrebbero cambiare e a quali impatti climatici è associata ciascuna di esse».