La guerra tra Israele ed Hezbollah provoca grossi incendi
Come rappresaglia per l’esecuzione di uno dei suoi leader da parte dell’esercito israeliano il movimento politico e armato sciita libanese di Hezbollah ha lanciato 200 razzi e uno sciame di droni carichi di esplosivo contro diverse basi militari nel nord di Israele, il più grande attacco contro il Paese ebraico dopo l'escalation delle ostilità nella Striscia di Gaza iniziata il 7 ottobre.
Gli scambi di razzi hanno provocato diversi incendi anche in molte località della Galilea e nelle alture del Golan, un territorio siriano occupato e annesso da Israele da decenni.
L’ambasciatrice israeliana nel Regno Unito, Tzipi Hotovely, ha scritto sul suo account X (ex Twitter) ufficiale: «Gli innocenti israeliani del nord hanno subito ancora una volta intensi e indiscriminati bombardamenti da parte di Hezbollah [...] Guardate voi stessi il terrore e la distruzione che hanno causato».
In risposta, le Israel Defense Forces (IDF) hanno effettuato un’ondata di pesanti attacchi contro diverse strutture militari di Hezbollah nel sud del Libano a Kantra, Rab El Thalathine, Deir Sirin, Talloussa e nelle regioni di Ramyah e Hula, provocando altri incendi che, vista la guerra in corso, nessuno interviene a spegnere, aggiungendo così ai danni ambientali e umani e all’inquinamento provocato dalla guerra quelli del fuoco che si sviluppa rapidamente in un territorio reso sempre più fragile dai cambiamenti climatici.