Skip to main content

L’analisi dell’Institute for energy economics and financial analysis (Ieefa)

Controsenso Italia, cala la domanda di gas e Gnl ma aumentiamo gli investimenti in questo settore

Mentre dal 2021 al 2024 si registrano -19% per la prima e importazioni a -12%, governo e pesi massimi dell’energia nostrani insistono per realizzare un’eccessiva capacità di rigassificazione, che si prevede triplicherà tra il 2022 e il 2026. Il caso Snam: nel primo semestre dello scorso anno balzo del 20% dei ricavi regolati, pari a 272 milioni
 |  Crisi climatica e adattamento

L’Italia continua a investire sul gas muovendosi in contraddizione non solo rispetto agli obiettivi europei sulla transizione energetica, ma anche rispetto alle più elementari logiche di mercato. Se infatti la domanda di un certo prodotto cala e quella per un altro invece aumenta, si può star certi che gli investimenti dei settori industriali ed economico-finanziari verranno dirottati sul secondo, non sul primo. In Italia no. Mentre la domanda di gas nel nostro Paese è diminuita del 19% dal 2021 al 2024, mentre le importazioni di gas naturale liquefatto (Gnl) sono scese del 12% nel 2024, governo e pesi massimi dell’energia nostrani insistono per realizzare un’eccessiva capacità di rigassificazione, che si prevede triplicherà tra il 2022 e il 2026. Così, mentre da un lato la domanda continua a calare e secondo le previsioni il consumo italiano di Gnl potrebbe essere meno di un terzo della sua capacità di importazione al 2030, dall’altro, sempre secondo attendibili calcoli, «nel primo trimestre 2025 l’Italia accrescerà la capacità di importazione di gas naturale liquefatto (Gnl) del 22%, con l’apertura da parte di Snam del nuovo rigassificatore galleggiante (Fsru) di Ravenna con capacità per 5 miliardi di metri cubi». 

Tutti questi dati, previsioni e virgolettati sono dell’Institute for energy economics and financial analysis (Ieefa), che ha appena diffuso un’approfondita analisi dal titolo molto chiaro: «L’impennata degli investimenti italiani nel gas ignora il calo della domanda». Nelle 20 pagine di documenti si dimostra perché il programma di incentivi italiano per gli operatori del gas e del Gnl non è né giustificato dall’attuale realtà del mercato energetico né in linea con le prospettive future. Dati riguardanti il trend degli ultimi anni e proiezioni su quelli a venire mostrano che i sostegni governativi riguardo questo settore stanno inutilmente portando investimenti in progetti infrastrutturali che saranno sottoutilizzati. L’attuale programma normativo, viene sottolineato nel report Ieefa, potrebbe incoraggiare un’eccessiva spesa in conto capitale per infrastrutture ridondanti dedicate al gas e al Gnl che mal si concilia con il recente calo della domanda italiana di entrambi i combustibili. Vengono anche citate le ricerche pubblicate da dall’Autorità di regolazione italiana per energia, reti e ambiente, (Arera) le quali sottolineano che «il Gnl si è rivelato critico nel sostituire le forniture di gas dai metanodotti russi. Tuttavia, l’ulteriore sviluppo dell’infrastruttura per il Gnl in un contesto di flessione della domanda potrebbe comportare un significativo eccesso della capacità e provocare la ricaduta dei tassi di utilizzo».

Trattandosi di un testo analitico, non vengono citati elementi estranei all’analisi in oggetto che evidenziano ancor di più come gli investimenti su gas e Gnl piuttosto che su fonti rinnovabili siano ingiustificati e anche dannosi dal punto di vista economico, oltre che ambientale. Non si citano tutti gli errori commessi dal governo con il decreto aree idonee, quello agricoltura, il Testo unico sulle rinnovabili e via elencando, né si mettono sotto i riflettori recenti fatti di cronaca, come il voto contrario di Regioni guidate sia dal centrosinistra che dal centrodestra come la Toscana e la Liguria ad ospitare la nave rigassificatrice Golar Tundra (sulla quale tra l’altro anche consiglio comunale di Piombino a trazione Fratelli d’Italia ha approvato un ordine del giorno che riafferma la necessità del trasferimento della nave gasiera al termine del triennio autorizzato). Il testo è analitico e dunque elenca tutti i progetti che dovrebbero fare dell’Italia un hub del gas - da Piombino a Ravenna a Porto Empedocle allo sviluppo del terminale di Giaia Tauro - si ricorda che dal 2022 la capacità nazionale per la rigassificazione è aumentata di altri 7,5 miliardi di metri cubi e si calcola che tutte le iniziative in campo «potrebbero triplicare la capacità nazionale per la rigassificazione del Gnl, portandola da 16,1 miliardi di metri cubi nel 2022 a 47,5 miliardi di metri cubi nel 2026». Ed ecco la conclusione: «Dinanzi alle previsioni di calo dei consumi italiani ed europei di gas nei prossimi anni, vi è il rischio che questo incremento della capacità si riveli superfluo». Con una postilla: «Snam detiene una quota significativa dei terminali per Gnl operativi in Italia e il 100% di due terminali progettati». Che poi è più di una semplice postilla, perché l’operatore energetico, che ha presentato la scorsa settimana il Piano strategico 2025-2029, è il principale beneficiario di questo programma di incentivi. L’Ieeaf gli dedica un capitolo ad hoc dal titolo «Un mercato dominato da un singolo operatore» e molteplici passaggi del documento, da cui emerge che i ricavi regolamentati dell’azienda sono aumentati di 272 milioni di euro (20,1% su base annua) nella prima metà del 2024, che di questi, la maggior parte (160 milioni di euro) deriva da un costo ponderato del capitale più elevato e dalla crescita degli asset di trasporto e stoccaggio del gas, e che nel 2023 i ricavi regolatori di Snam sono aumentati di 385 milioni di euro. Si legge nel documento Ieeaf: «Snam Rete Gas, parte del Gruppo Snam, è un operatore chiave nel mercato italiano del gas. Sul territorio nazionale gestisce una rete di metanodotti lunga oltre 32.000 km e rifornisce circa il 95% del mercato interno. La maggior parte dei ricavi di Snam sono “regolati”, per assicurare che i servizi siano resi a terzi a parità di condizioni. Tale regolazione potrebbe spingere le aziende a incrementare inutilmente gli investimenti».

Il report dell’Ieeaf ricorda anche che nel 2021 il regolatore italiano Arera ha avviato il programma di Regolazione per obiettivi di spesa e servizio (Ross) per incoraggiare la responsabilizzazione, sostenere la transizione energetica e migliorare gli incentivi basati sulle prestazioni. Ma nonostante questo cambiamento e nonostante il calo della domanda di gas e Gnl, gli investimenti e i ricavi regolatori di Snam derivanti dall’espansione delle attività nel settore del gas hanno continuato a crescere. E intanto, come recita il titolo di un altro capitolo ad hoc del documento «I prezzi italiani del gas naturale sono tra i più alti in Europa».

Spiega Ana Maria Jaller-Makarewicz, lead Energy analyst per il team Europa di Ieefa e autrice del documento: «Gli incentivi agli investimenti in infrastrutture devono essere guidati dalla domanda. Nel caso dell’Italia, attualmente è il contrario: i ricavi regolamentati spingono la costruzione di infrastrutture anche se la domanda non è sufficiente a giustificarle. È ora che l’Italia prenda atto del declino della sua domanda di gas e di quella dei suoi vicini europei. L’ambizione del Paese di diventare un hub del gas rischia di mettere a repentaglio la competitività del suo settore energetico, destinando erroneamente il sostegno governativo a progetti dedicati gas che non offrono soluzioni di sicurezza energetica a lungo termine». Aggiunge Michele Governatori, responsabile delle Relazioni esterne, Energia del think tank italiano Ecco: «La tendenza di Snam a sovrainvestire, evidenziata in questo chiaro studio dell’Ieefa, è preoccupante. Qualsiasi impegno credibile per la decarbonizzazione richiede una riduzione degli investimenti nelle infrastrutture per il gas. Per ridurre il rischio di investimenti incagliati, gli investitori e le autorità dovrebbero pianificare un ammortamento accelerato delle infrastrutture per il gas esistenti».

Simone Collini

Dottore di ricerca in Filosofia e giornalista professionista. Ha lavorato come cronista parlamentare e caposervizio politico al quotidiano l’Unità. Ha scritto per il sito web dell’Agenzia spaziale italiana e per la rivista Global Science. Come esperto in comunicazione politico-istituzionale ha ricoperto il ruolo di portavoce del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel biennio 2017-2018. Consulente per la comunicazione e attività di ufficio stampa anche per l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, Unisin/Confsal, Ordine degli Architetti di Roma. Ha pubblicato con Castelvecchi il libro “Di sana pianta – L’innovazione e il buon governo”.