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Haiti: una stagione di cicloni "iperattiva" nel caos sanguinoso di un Paese in mano alle gang

La violenza sfolla un bambino ogni minuto e il sistema sanitario è al collasso
 |  Crisi climatica e adattamento

La direttrice dell’Unicef Catherine Russell ha lanciato un nuovo drammatico allarme su quanto sta succedendo ad Haiti nell’indifferenza del mondo: «La continua violenza e instabilità ad Haiti hanno causato lo sfollamento di oltre 300.000 bambini, con una stima di uno ogni minuto da marzo. La catastrofe umanitaria che si sta svolgendo davanti ai nostri occhi sta avendo un impatto devastante sui bambini. I bambini sfollati hanno un disperato bisogno di un ambiente sicuro e protettivo e di un maggiore sostegno e finanziamenti dalla comunità internazionale».

Mentre Haiti è preda della violenza di bande armate, dopo anni di disordini politici, povertà diffusa, malattie dilaganti e molteplici disastri climatici, si stima che in tutto il Paese 3 milioni di bambini abbiano bisogno di assistenza umanitaria.

L’Unicef denuncia che «I bambini sfollati ad Haiti affrontano rischi elevati di violenza, tra cui aggressioni sessuali, sfruttamento, abusi e separazione familiare. Il loro accesso a servizi essenziali come spazi sicuri, assistenza sanitaria, acqua pulita e servizi igienici è gravemente impedito. Le scarse condizioni igieniche nei campi e negli insediamenti di fortuna aumentano la vulnerabilità a malattie come il colera, mentre la chiusura delle scuole e le difficoltà economiche causate dalla violenza hanno costretto molti bambini ad abbandonare l'istruzione. Inoltre, non avendo altri mezzi di sopravvivenza o protezionei bambini sono sempre più costretti ad unirsi a gruppi armati, il che rappresenta una chiara violazione dei loro diritti e del diritto internazionale».

Ad aggravare questa situazione infernale, pericoli devastanti stanno scatenando il caos in tutto il Paese: National Emergency Operations Center di Haiti ha lanciato l'allarme per «Una stagione di cicloni "iperattiva", che minaccia ulteriormente la popolazione sfollata già vulnerabile». a giugno, un tornado a Bassin Bleu, ha distrutto le case di 650 bambini.

L’Unicef ha avvertito che «Il sistema sanitario paralizzato, che era a malapena in grado di far fronte alla domanda di base  prima dell'ultima escalation di violenza, dovrà vedersela con una stagione delle piogge che dovrebbe continuare a peggiorare la situazione, minacciando di far aumentare le malattie trasmesse dall'acqua».

La Russel aggiunge che «Le necessità ad Haiti continuano a crescere, insieme ai pericoli per i bambini. Tutti hanno un ruolo da svolgere per cambiare la traiettoria e garantire che i bambini siano protetti, abbiano un'istruzione e possano accedere ai servizi di base. I bambini non dovrebbero pagare con la loro vita e il loro futuro una crisi creata dagli adulti».

Ma è proprio quel che sta succedendo e secondo il rappresentante dell'Organizzazione Panamericana della Sanità (OPS) Óscar Barreneche. «Il sistema sanitario della capitale haitiana Port-au-Prince è sull'orlo del baratro e paralizzato dall'escalation di violenza»,

Il ministero della sanità haitiano stima che quasi il 40% delle strutture che forniscono posti letto, compreso il principale ospedale universitario del Paese, abbiano chiuso i battenti solo negli ultimi due mesi a causa dell'insicurezza e dei saccheggi, perpetrati principalmente dalle bande criminali. Haiti, e in particolare Port-au-Prince, continua a sperimentare livelli senza precedenti di illegalità e brutalità mentre le bande continuano a combattere per contendersi le aree di influenza. Intanto gli sfollati interni sono arrivati a a 580.000 e nessuno sa quante persone sono fuggite dal Paese.

La buona notizia è che 'aeroporto internazionale di Port-au-Prince, che era stato chiuso a causa dell'attività delle gang, ha ripreso le operazioni. Secondo Barreneche, «La riapertura dell'aeroporto ha fornito un'ancora di salvezza, permettendoci di rifornire i prodotti medici essenziali. forniture e attrezzature. Eppure la battaglia è lungi dall’essere finita, con le condizioni umanitarie che si stanno gradualmente deteriorando per un numero crescente di haitiani».

L'arrivo ad Haiti della Multinational Security Support Mission (MSS) (che, sebbene sostenuta dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, non è un'operazione Onu), fornirà supporto operativo alla polizia haitiana nella lotta contro le bande criminali e rafforzerà la sicurezza attorno alle infrastrutture critiche come gli ospedali. Inoltre, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha invitato la MSSa contribuire a garantire un accesso sicuro e senza ostacoli agli aiuti umanitari per coloro che ricevono assistenza.

Finora, nel caos sanguinario di Haiti hanno resistito solo le agenzie Onu e le ONG  umanitarie forniscono ogni giorno assistenza salvavita. L’United Nations sexual and reproductive health agency (UNFPA) e l’OPS stanno sostenendo 3 ospedali di Port-au-Prince per fornire servizi di salute materna, comprese cure ostetriche di emergenza. Forniscono inoltre medicinali e forniture, compresa l’assistenza clinica alle sopravvissute allo stupro, a 13 strutture sanitarie nella capitale e nella regione circostante. Hanno distribuito cliniche mobili in 7 siti di sfollati per sostenere la salute sessuale e riproduttiva di donne e ragazze, raggiungendo finora quasi 4.500 persone. Inoltre, migliaia di kit per la dignità contenenti articoli per l’igiene e altri prodotti essenziali sono stati distribuiti ai più vulnerabili.

Barreneche conclude: «Ci troviamo di fronte a sfide continue che richiedono un sostegno e un’azione decisivi per garantire un’assistenza sanitaria stabile e accessibile alle persone che ne hanno bisogno».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.