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La proposta di legge presentata dal gruppo Ecologiste et social è stata approvata in prima lettura dall’Assemblea nazionale

In Francia primo sì alla tassa per gli ultraricchi: 2% sui patrimoni superiori a 100 milioni di euro

La misura riguarda lo 0,01 dei contribuenti ed è stata concepita per «mettere fine a un’ingiustizia fiscale». La parola passa ora al Senato, dove però c’è una maggioranza di centrodestra che finora si è espressa contro
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Dopo aver dato via libera alla legge che vieta dal 1° gennaio 2026 tessuti e cosmetici contenenti Pfas, la Francia dice un primo sì a una tassa patrimoniale per gli ultra ricchi. Mentre in Italia ha subito innescato polemiche l’ipotesi di tassare i più ricchi per aiutare i più poveri lanciata nel corso di un convegno di Oxfam dalla leader del Pd Elly Schlein e da quello M5S Giuseppe Conte, a Parigi l’Assemblea nazionale ha approvato in prima lettura una proposta di legge che stabilisce una tassa minima del 2% sui patrimoni superiori a 100 milioni di euro. Al termine di più di sette ore di dibattito, l'Assemblea nazionale ha adottato il testo presentato dal gruppo Ecologiste et social (Ecologista e sociale) con 116 voti a favore e 39 contrari. Ora la parola passa al Senato per l’esame definitivo, che stando ai numeri sarà però tutto in salita. 

Il testo, spiegano i promotori, ha l’obiettivo «porre fine a un’ingiustizia fiscale che dura da troppo tempo» e propone di introdurre un’imposta minima sul patrimonio per lo 0,01% dei contribuenti più ricchi, ovvero circa 1800 contribuenti, al fine di tassarli fino al 2% del loro patrimonio. «Proponiamo qui un dispositivo semplice, ispirato al lavoro di Gabriel Zucman», ha detto Eva Sas (Ecologiste et social) parlando dalla tribuna e precisando che «questa misura riguarda solo i patrimoni superiori a 100 milioni di euro, non ci sarà alcun impatto per i gestori di Pmi, gli artigiani o i giovani imprenditori». La misura, portata avanti da Eva Sas e dalla sua collega di gruppo Clémentine Autain, riprende infatti i lavori dell’economista Gabriel Zucman che, lo scorso giugno, aveva presentato un rapporto commissionato dal G20, sostenendo l’istituzione di un’aliquota fiscale del 2% sul patrimonio delle circa 3.000 persone con ricchezze di oltre un miliardo di dollari.

La ministra dei Conti pubblici, Amélie de Montchalin, ha definito la misura proposta dai deputati ecologisti «inefficace» oltre che «confiscatoria», ma ha comunque indicato che il governo è «consapevole» delle «elusioni» fiscali attuate, in particolare nel contesto delle società di partecipazione patrimoniale. Annunciando l’avvio di un processo di consultazione con gli economisti, ha dichiarato che il governo tornerà all’Assemblea nazionale entro due mesi per presentare «un sistema efficace, mirato e sostenibile». La ministra ha aggiunto: «Non è che siamo contrari al principio», ma la misura «deve essere coordinata a livello europeo e internazionale e raggiungere il suo obiettivo». Il governo aveva già dichiarato l’intenzione di introdurre un’imposta di giustizia fiscale riguardante i patrimoni più elevati, che non avrebbe dovuto superare l’aliquota dello 0,5% e avrebbe escluso i beni aziendali dalla base imponibile.

I promotori del testo approvato, però, sottolineano che la proposta di un’imposta minima può essere efficace solo se include specificamente questi beni aziendali. Non stiamo parlando di tassare il macellaio per i suoi strumenti di lavoro, è stato il senso del loro ragionamento, stiamo parlando di qualcos’altro: «Stiamo parlando di azioni di holding che hanno un rendimento fenomenale, ed è questo che tasseremo», aveva del resto sostenuto Clémentine Autain in una conferenza stampa di presentazione tenuta l’11 febbraio.

Si sono espressi contro la proposta di legge i gruppi Droite républicaine, Ensemble pour la République, che ha parlato di «tassa punitiva e Les Démocrates, per i quali la questione va affrontata «su scala globale» perché altrimenti si mette a rischio «l’attrattiva» della Francia.

Al termine del dibattito, il gruppo Ecologiste et social ha festeggiato la «vittoria». Ma ora il testo dovrà ora proseguire il suo percorso legislativo al Senato, dove la destra e il centro hanno la maggioranza.

Redazione Greenreport

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