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Benzina sul fuoco della guerra: Israele distrugge l’ambasciata iraniana in Siria e uccide un capo dei Pasdaran

L'Iran: decideremo il tipo di punizione da dare a Israele
 |  Approfondimenti

Mentre  l’Onu denuncia che «Le forze israeliane stanno bloccando le consegne di aiuti nel nord di Gaza, colpito dalla carestia, mentre la guerra, durata cinque mesi, prosegue nonostante le recenti forti richieste da parte della massima corte delle Nazioni Unite e del Consiglio di Sicurezza per un libero accesso degli aiuti nell'enclave e per un cessate il fuoco temporaneo e il ritorno di tutti gli ostaggi presi in ottobre», Israele il primo aprile ha dato fuoco a un’altra miccia sotto l’esplosiva situazione in Medio Oriente: secondo la Syrian Arab News Agency (SANA) Il generale di brigata iraniano Mohammad Reza Zahedi, uno dei capi del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana (IRGC, i Pasdaran) è stato ucciso in un attacco aereo israeliano su Damasco, in Siria che ha distrutto un edificio adiacente all'ambasciata iraniana, uccidendo almeno sei persone. I media iraniani hanno identificato l'edificio come il consolato iraniano e la residenza dell'ambasciatore. L'agenzia di stampa iraniana Tasnim ha poi confermato che tra i morti c’era Zahedi e che è stato ucciso anche il suo vice. Con una dichiarazione diffusa dai media iraniani, l'IRGC, in ha annunciato la morte di suoi 7 uomini, «Tra cui il suo funzionario più anziano in Siria, Mohammad Reza Zahedi, e il suo vice Mohammad Haj Rahimi».  I Pasdaran elencano tra i loro ufficiali morti anche Hossein Aminullah, Seyyed Mahdi Jalalati, Mohsen Sadaqat, Ali Agha Babaei e Seyyed Ali Salehi Rouzbahani.

Zahedi era a capo in Siria e Libano della Forza Quds, il braccio armato dell'intelligence militare iraniana e delle operazioni non convenzionali dell'IRGC. Il suo comandante più famoso della Forza Quds il generale Qassem Soleimani, è stato assassinato nel gennaio 2020 da un drone statunitense, mentre era in visita a Baghdad, in Iraq. Un altro comandante della Forza Quds, il generale Razi Mousavi, è stato ucciso a Damasco nel dicembre 2023 da un attacco aereo israeliano non rivendicato. Gli Usa considerano l'IRGC, un'organizzazione terroristica.

Secondo un corrispondente della Reuters a Damasco, il consolato è stato «Raso al suolo in una sorprendente e apparente escalation del conflitto in Medio Oriente che metterebbe Israele contro l’Iran e i suoi alleati».

E le reazioni dell’Iran non si sono fatte attendere: il portavoce del ministero degli Esteri, Nasser Kanaani, ha avvertito che «Teheran si riserva il diritto di reagire dopo l'attacco israeliano, perpetrato questo lunedì, contro il territorio dell'ambasciata iraniana a Damasco. Questa azione deve essere condannata nei termini più forti possibili dalla comunità internazionale e dagli Stati Uniti, e devono essere prese le misure necessarie contro l'aggressore. Stiamo indagando sulla portata di questo odioso attacco, la responsabilità delle sue conseguenze "ricade sul regime sionista aggressore».

Poi il ministro degli esteri iraniano Hosein Amir Abdolahian  ha rincarato la dose: «La Repubblica Islamica dell'Iran, riservandosi il diritto di adottare contromisure, deciderà il tipo di reazione e punizione nei confronti dell'aggressore. Tel Aviv commette tali "azioni criminali" a causa dei suoi fallimenti nella Striscia di Gaza. Netanyahu ha perso completamente il suo equilibrio mentale a causa dei continui fallimenti del regime israeliano a Gaza e della sua incapacità di raggiungere gli ambiziosi obiettivi dei sionisti. L'attacco al consolato è una violazione di tutte le convenzioni internazionali. Teheran riterrà responsabile Israele».

Per l'ambasciatore iraniano in Siria, Hussein Akbari, «L'attacco israeliano al consolato iraniano riflette la realtà dell'entità sionista, che non riconosce alcuna legge internazionale e fa cose disumane per ottenere ciò che vuole» e ha confermato che «Diversi consiglieri militari dell'IRGC sono stati uccisi, la risposta sarà dura».

Israele non ha commentato l'attentato, ma raramente rivendica gli attacchi aerei contro la Siria, che Damasco ha ripetutamente denunciato come violazioni della sua sovranità. Il New York Times ha però citato 4 funzionari israeliani anonimi che confermando che dietro l’attacco c’è Israele e la radio dell’esercito israeliano ha affermato che «Zahedi ha supervisionato tutte le operazioni terroristiche iraniane contro Israele dalla Siria, dal Libano e dalla sfera palestinese».

Il Times of Israel ricorda che «Israele di regola non commenta attacchi specifici in Siria, ma ha ammesso di aver condotto centinaia di sortite contro i gruppi terroristici sostenuti dall’Iran che tentavano di prendere piede nel Paese negli ultimi dieci anni. L'esercito israeliano afferma di aver attaccato le spedizioni di armi che si ritiene siano destinate a quei gruppi, primo fra tutti Hezbollah. Inoltre, gli attacchi aerei attribuiti a Israele hanno ripetutamente preso di mira i sistemi di difesa aerea siriani. Di fronte ai continui attacchi da parte del gruppo terroristico Hezbollah sostenuto dall’Iran e delle milizie sciite in tutto il Medio Oriente sulla scia del brutale massacro di Hamas del 7 ottobre, che ha scatenato la guerra a Gaza, Israele ha intensificato i suoi attacchi contro obiettivi terroristici legati all’Iran in Siria, uccidendo numerosi agenti dell'IRGC, nonché membri di Hezbollah e altri gruppi per procura iraniani».

L'attacco del primo aprile è avvenuto poche ore dopo che un drone lanciato da una milizia libanese aveva colpito iuna base della marina israeliana a Eilat, causando danni a un hangar.

Poco dopo l’attacco contro l’ambasciata iraniana a Damasco, l’esercito israeliano (Israel defence forces – IDF) ha annunciato che il capo di stato maggiore dell’IDF, tenente generale Herzi Halevi, aveva approvato nuovi piani operativi al quartier generale del Comando settentrionale a Safed «Per la continuazione dei combattimenti», dopo i ripetuti attacchi di Hezbollah al nord di Israele. Proprio il primo aprile l’IDF aveva dichiarato di aver preso di mira numerose posizioni di Hezbollah nel sud del Libano, tra cui un deposito di armi e lanciarazzi, mentre Hezbollah continua a lanciare razzi e missili contro le basi militari e le comunità israeliane al confine.

E’ stato probabilmente durante questa offensiva israeliana che il 30 marzo, lungo la Linea Blu che separa il libano da Israele è stata colpita una pattuglia a piedi dell’United Nations Interim Force in Lebanon (UNIFIL) composta  da tre osservatori militari dell'OGL (UNTSO) e da un assistente di lingua libanese che sono rimasti feriti.

Il portavoce dell’UNIFIL, Andrea Tenenti, ha ricordato che «Gli osservatori dell'OGL (UNTSO) supportano l'UNIFIL nell'attuazione del nostro mandato. Stiamo indagando sull'origine dell'esplosione. La sicurezza e l’incolumità del personale delle Nazioni Unite devono essere garantite. Tutti gli attori hanno la responsabilità, ai sensi del diritto internazionale umanitario, di garantire protezione ai non combattenti, comprese le forze di pace, i giornalisti, il personale medico e i civili. Ribadiamo il nostro appello a tutti gli attori affinché cessino gli attuali pesanti scontri a fuoco prima che altre persone vengano ferite inutilmente».

In un'intervista ai media, Tenenti ha detto ai giornalisti che, «In seguito agli attacchi di Hamas contro Israele del 7 ottobre, la situazione nel Libano meridionale è diventata sempre più tesa, con bombardamenti che si svolgono più in profondità all'interno del Libano e che potrebbero potenzialmente innescare un conflitto molto più ampio».

In una successiva dichiarazione, il segretario generale dell’Onu António Guterres ha detto che «La situazione lungo la Linea Blu continua a destare grave preoccupazione. Le vittime civili riportate, la distruzione di aree residenziali e agricole e lo sfollamento di decine di migliaia di persone su entrambi i lati della Linea Blu sono e minacciano la sicurezza e la stabilità del Libano, di Israele e della regione».

Poi Israele ha attaccato e raso al suolo un’ambasciata in un Paese straniero, facendo probabilmente precipitare ulteriormente nell’abisso una guerra che a Gaza ha già fatto decine di migliaia di vittime innocenti.

Redazione Greenreport

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