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La Francia tira un sospiro di sollievo a sinistra, ai verdi più di 30 seggi. Sconfitta la destra negazionista climatica

Il Fronte repubblicano relega al terzo posto il Rassemblement National che credeva di vincere. Primo il Nouveau Front Poupolaire, ma senza maggioranza
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Un aumento dei votanti e il  fronte repubblicano della desistenza tra sinistra e centristi hanno chiaramente impedito all’estrema destra di prendere il potere in Francia. La sinistra vince a sorpresa le elezioni facendo eleggere con i propri voti anche i detestati  condidati macronisti che in cambio – anche se non tutti e con le stesse percentuali – permettono al Nouveau Front Populaire (NFP) di diventare la prima coalizione politica all’Assemblée Nationale, anche se, come svverte Liberation, «Deve assolutamente continuare la sua controbattaglia culturale rivolta alle classi lavoratrici».

La vera, allibita  e rabbiosa sconfitta è la destra lepenista alleata di un pezzo di gaullisti che è passata dalla convinzione di essere l’unica interprete del volere popolare ad essere sonoramente sconfitta dai due terzi dei francesi che alla xenofobia, al razzismo e al negazionismo climatico e ambientale hanno preferito una Francia aperta e plurale, con diverse – a volte innumerevoli – differenze e sfumature ma che <, di fronte alla possibilità di un governo “all’italiana”, ha messo in atto  l’antico slogan “no pasaran” che veniva gridato dai giovani di una Francia multicolore e multiculturale, che è la Francia del presente e del futuro che ha nuovamente sconfitto la Francia del passato.

Questo sospiro di sollievo collettivo, soprattutto a sinistra, non può nascondere il fatto che il Rassemblement Nationale  (RN) non abbia fatto un altro passo avanti e che sia stato fermato solo dall’intelligenza e dal pragmatismo di una sinistra unita che ora rivendica, giustamente, che un riluttante Emmanuel Macron, arrivato secondo con il suo Ensemble centrista, dia l’incarico al NFR.

Nel Nuovo fronte popolare di ridefiniscono anche gli equilibri: la France Insoumise (LFI) resta prima con oltre 70 deputati, ma risorge il Partito Socialista che supera i 60 seggi e viene premiato per la sua svolta a sinistra e gli ecologisti si fermano poco sopra i 30, mentre i comunisti sono a 11 – 12 seggi.  La sconfitta della destra del RN è una buona notizia per l'ambiente perchè i lepenisti sono fan del nucleare, odiano le rinnovabili che ritengono inutili, detestano le politiche ambientali e climatiche dell'unione europea. Tanto che, per la prima volta, i no-nuke francesi e molte associazioni ambientaliste hanno dato indicazione di voto per la sinistra.  

Sono una quarantina di seggi in più della coalizione macronista e una cinquantina in più della coalizione tra i lepenisti e la destra scissionista dei Les Repubblicains che si sono alleati con l’RN scommettendo su una vittoria a valanga che non c’è stata e che fa dire ora all’estrema destra – che contava sul meccanismo del secondo turno per vincere – che in Francia ci sarebbe stato uno scippo democratico e che l’elettorato francese sarebbe stato ingannato da alleanze innaturali.

Di fronte a tutto questo è abbastanza sorprendente che i gaullisti dei Les Repubblicains ufficiali, non  alleati con l’RN, abbiano ottenuto 43 seggi.  

Su una cosa però il Ressemblement Nationale ha ragione: il doppio turno e il maggioritario non rappresentano più la stratificazione politica e sociale della società – che però l’estrema destra vorrebbe brutalmente livellare – e, come in Italia e altrove, rischiano ormai di creare ingovernabilità dove si promette governabilità, mancanza di rappresentanza, vittorie di candidati conto e non pro. allontanamento di una parte dell’elettorato. Il premierato italiano che scopiazza il modello francese con un  bel tocco di modello israeliano rischia di introdurre tutti i  difetti e problemi in un sistema elettorale che sta già da anni dimostrando tutta la sua stanchezza e che produce astensionismo e governi minoritari eletti da una ancora più ristretta minoranza di cittadini.

Dal suo quartier generale alla  Rotonde Stalingrad, Jean-Luc Mélenchon, ha ringraziato con sollievo i giovani militanti di sinistra per la «Magnifica ondata di mobilitazione. I nostri hanno chiaramente escluso la soluzione peggiore». E poi ha detto che di fronte al primo posto del Nuovo Fronte Popolare. Il presidente della Repubblica deve inchinarsi, il primo il ministro deve andarsene e la sinistra governare».

Ma, come ha fatto notare Le Monde, ogni partito del Nouveau Front Populaire ha festeggiato separatamente i risultati domenica sera e non erano previsti discorsi congiunti, a differenza del primo turno.

La gauche deve stare attenta e dimostrare unità e consapevolezza del ruolo al quale è stata chiamata perché, come insegna la storia, i fascisti che non sono stati fatti passare la prima volta trovano un pertugio nelle barricate antifasciste per passare al prossimo tentativo e questo la Francia democratica, plurale, ecologista e di sinistra non può permetterlo e non può permetterselo. E i giovani che hanno votato in massa il Nouveau Front Populaire e costretto i partiti di sinistra all’unità non lo capirebbero e non lo perdonerebbero mai.

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.