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Caldo record in Toscana nell'autunno 2023, con +2,1°C rispetto al periodo 1991-2020

I dati Lamma mostrano piogge complessivamente nella media, ma con con precipitazioni «molto mal distribuite a livello spaziale e temporale». Che hanno portato all’alluvione
 |  Acqua

Il consorzio pubblico per il monitoraggio ambientale nato da Regione Toscana e Cnr, ovvero il Lamma, ha appena messo in fila i dati climatici e meteorologici che hanno caratterizzato l’autunno 2023 del territorio.

Nel segno della crisi climatica in corso, a livello nazionale il 2023 si conferma l’anno più caldo mai registrato almeno dal 1800, con +2,09°C rispetto alla media climatologica dell’ultimo trentennio (1991-2020).

Per la Toscana invece il Lamma parla di autunno più caldo dal 1955, ma appare evidente che si tratti di un semplice limite delle serie storiche disponibili; lo scarto di temperatura sul territorio regionale è infatti pari a +2,1°C rispetto al periodo 1991-2020, più elevato dunque di quello nazionale.

In Toscana dunque il cambiamento climatico continua a correre molto più velocemente rispetto alla media internazionale. Se nel mondo la temperatura media è infatti aumentata di 1,1°C rispetto all’era pre-industriale, ovvero rispetto al 1850-1900, la tendenza toscana segna +1,2°C (guardando ai dati autunnali) ogni appena cinquant’anni.

Osservando invece i dati delle precipitazioni, nell’autunno 2023 il Lamma documenta uno 0% di anomalia: in Toscana dunque è piovuto tanto quanto ogni autunno “normale”. Tutto bene quindi? Assolutamente no, dato che le precipitazioni sono state «molto mal distribuite a livello spaziale e temporale».

Ovvero con piogge sopra media (+32%) sul nord-ovest (province di Massa-Carrara, Lucca, Pistoia), in media al centro (-1%)  e sotto media sul grossetano (-29 %). Sulle zone centrali forte surplus a Prato (+39%) e in deficit Livorno e Siena (rispettivamente -16 e -15%).

Nelle pieghe di queste variabilità si trova anche il movente dell’alluvione che lo scorso 2 novembre ha devastato il territorio toscano, lasciandosi dietro 8 morti e danni per 2 miliardi di euro.

La crisi climatica in corso, infatti, rende sempre più forti e probabili gli eventi meteo estremi. Nel caso specifico dell’alluvione, la linea temporalesca che ha attraversato la Toscana insieme al ciclone Ciaran ha fatto registrare «cumulati massimi puntuali fino 180-200 mm in 3 ore sulle zone settentrionali delle province di Pisa e Livorno e fino a 130-170 mm in 5-6 ore sulle zone meridionali della provincia di Pistoia, sul Montalbano e sulla provincia di Prato».

«A fine della giornata – documenta il Lamma – si sono superati localmente 200 mm sull’Appennino della provincia di Massa-Carrara, tra Apuane e Garfagnana e raggiunti 150- 200 mm sulle zone alluvionate del pratese e del pistoiese. Le intensità orarie hanno raggiunto 80-100 mm tra le province di Livorno e Pisa e 40- 55 mm tra le province di Pistoia e Prato. Tempi di ritorno delle precipitazioni fino a 150-200 anni».

Le forti piogge hanno insistito particolarmente su tutto il bacino del Bisenzio e hanno provocato una piena improvvisa del fiume: in particolare, spiega il Lamma, dalle 18:00 alle 22:00 l’altezza del fiume è balzata da 1.5 a 7 metri. E questo repentino innalzamento ha favorito la rottura di alcuni argini nella aree alluvionate.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.