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Riuso e riduzione delle perdite: le strategie di Roma per la gestione sostenibile delle risorse idriche

Si è svolto al Campidoglio il convegno “Acque, le priorità del recupero e del riuso”, che ha preso spunto dalla Strategia di adattamento climatico approvata a gennaio. Nel 2024 sono stati consumati 261 milioni di metri cubi di acqua; nello stesso periodo i depuratori ne hanno trattati oltre 488
 |  Acqua

Nel 2024 a Roma sono stati consumati 261 milioni di metri cubi di acqua, tra gli usi residenziali, industriali e artigianali, agricoli e per le altre attività cittadine. Nello stesso anno i depuratori di Roma, gestiti da Acea Ato 2, hanno trattato oltre 488 milioni di metri cubi di acqua. Si tratta di numeri che fanno comprendere le potenzialità che esistono per sostituire all’acqua potabile (utilizzata per il 95% dei consumi) l’acqua depurata. È questo uno dei temi emersi nel corso del convegno che si è svolto in Campidoglio col titolo “Acque, le priorità del recupero e del riuso” al quale hanno partecipato tra gli altri, oltre al Sindaco Roberto Gualtieri in apertura, amministratori pubblici, studiosi e manager, le assessore di Roma Capitale Ornella Segnalini (Lavori pubblici) e Sabrina Alfonsi (Ambiente).

L’incontro prende spunto dalla strategia di Adattamento Climatico di Roma Capitale approvata a gennaio 2025 nella quale si individuano le grandi sfide che Roma dovrà affrontare in uno scenario di innalzamento della temperatura globale che, come sappiamo, è già una realtà. E le priorità di intervento per mettere in sicurezza le persone, gli spazi pubblici, le infrastrutture e le attività economiche.

L’incontro ha messo in evidenza il tema della gestione delle risorse idriche in tutta la sua urgenza, di fronte ai sempre più ricorrenti e lunghi periodi di siccità, accompagnati da ondate di calore seguiti dall’alternarsi di piogge intense e alluvioni.

Nella Capitale si stanno investendo risorse senza precedenti per mettere in sicurezza gli approvvigionamenti idrici, mentre Acea ha già ridotto sensibilmente le perdite, abbassandole al 27% rispetto ad una media nazionale del 41%, grazie ad interventi di ammodernamento e digitalizzazione delle reti. Sono inoltre in corso i lavori di raddoppio dell’acquedotto Peschiera con un investimento di 1,2 miliardi e di realizzazione interventi attesi da anni in tante periferie su reti fognarie e collettori.

Il convegno ha affrontato quella che è la nuova grande sfida che tutte le aree urbane hanno di fronte: ossia quella del recupero e riuso delle acque. Per Roma vuole dire ridurre i consumi dell’acqua che arriva dall’Appennino o da pozzi che la prelevano da falde sempre più in difficoltà. Oggi è infatti possibile utilizzare le acque che provengono dai depuratori, dal recupero e dal riciclo. Ad esempio, per lavare le strade, per i mezzi pesanti pubblici, per affrontare gli incendi e alimentare le attività produttive e agricole o per innaffiare parchi, giardini e alberi.

Ha commentato il sindaco Gualtieri: «Roma Capitale prosegue il suo impegno per affrontare una delle sfide più urgenti del nostro tempo: l’adattamento climatico e la gestione sostenibile delle risorse idriche. L’acqua è infatti una risorsa sempre più preziosa e il nostro territorio è già esposto a fenomeni estremi ma è anche oggetto di investimenti senza precedenti per garantire una gestione sicura e efficiente dell’acqua insieme ad Acea con risultati sempre migliori di riduzione delle perdite nella rete idrica. In parallelo dobbiamo diminuire i consumi della preziosa acqua di sorgente attraverso nuovi progetti di recupero e riuso delle acque, su cui Roma è già un laboratorio di innovazione che vogliamo accelerare coinvolgendo tutti gli attori istituzionali e economici. Oggi è la prima tappa di un percorso di lavoro nuovo e ambizioso affinché il riuso delle acque diventi sempre più un elemento centrale della nostra strategia climatica, in cui si tengono assieme sicurezza, innovazione e vivibilità urbana».

Redazione Greenreport

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