Skip to main content

Oggi il focus all’Earth technology expo di Firenze

Come funziona IT-alert, spiegato dal capo dipartimento della Protezione civile

Curcio: «Ci stiamo lavorando con grande senso di responsabilità, non possiamo e non vogliamo avere il controllo del mezzo»
 |  Acqua

L’avanzata della crisi climatica nel nostro Paese, che dal 2014 ha imposto la diramazione di ben 148 stati di emergenza nazionale – di cui 24 concentrati nell’ultimo anno – sta mettendo sotto stress anche un’eccellenza come il sistema di Protezione civile, che è chiamato ad aggiornare procedure e sistemi d’intervento.

In quest’ottica rientra IT-alert, ovvero il nuovo sistema d’allarme pubblico (ancora in via di sperimentazione), pensato per informare direttamente la popolazione in caso di catastrofi imminenti o in corso.

Una forma di prevenzione che non parla di nuove infrastrutture ma di rendere più consapevole la cittadinanza, come evidenziato oggi da Fabrizio Curcio – capo dipartimento della Protezione civile – durante l’Earth technology expo in corso a Firenze fino al 18 novembre.

Paradossalmente, IT-alert è diventato oggetto di attenzioni complottiste da parte di una sparuta ma rumorosa minoranza, che legge in questo strumento di protezione civile un cavallo di Troia per invadere la privacy e controllare i cittadini. Niente di più lontano dalla realtà.

Nel corso della conferenza Mare climaticum nostrum, Curcio (nella foto col presidente della Regione Eugenio Giani e l’assessora Monia Monni, ndr) sottolinea che IT-alert è un sistema di messaggio broadcast equivalente a una moderna sirena d’allarme: la Protezione civile individua un’area nazionale a rischio, e dà alle compagnie telefoniche indicazione di diramare un messaggio d’allarme a tutti i clienti presenti in quell’area.

Come nel caso di una sirena, se un cittadino col proprio telefono è presente nell’area a rischio sente il messaggio d’allarme, altrimenti no; proseguendo con l’analogia, l’informazione è unidirezionale e la Protezione civile non sa a chi arriva o meno il messaggio.

«Non possiamo e non vogliamo avere il controllo del mezzo – rimarca Curcio – Stiamo lavorando al sistema IT-Alert con grande senso di responsabilità perché sappiamo che potrà essere uno strumento importante, ma attenzione, non salvifico. La tecnologia da sola non basta, è un elemento essenziale per tutto ciò che stiamo facendo ma va presa coi limiti e le incertezze del caso. Dietro ogni sistema che può sembrare semplice c’è la professionalità di un sistema Paese che vuole sbagliare il meno possibile».

L. A. 

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.