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La primavera scioglie le già scarse riserve di neve. Anbi: «Al nord sempre più siccità»

«È urgente un'autorità nazionale che dirima, nel rispetto delle norme di legge, inevitabili contrasti sull'uso della risorsa idrica. A rischio c'è la coesione sociale del Paese»
 |  Acqua

La già scarsissima neve precipitata su Alpi e Appennini durante i mesi invernali – la stima è -63% rispetto alla media – si sta rapidamente sciogliendo con l’arrivo della primavera, con effetti evidenti lungo tutto l’arco alpino come riporta il più recente osservatorio Anbi sulle risorse idriche.

Lo scioglimento della poca neve sui rilievi stia comunque provocando un innalzamento dei livelli dei grandi bacini naturali del nord Italia, ad eccezione del più grande – il lago di Garda – il cui riempimento non riesce a raggiungere il 40%, continuando a sfiorare il minimo storico.

In Lombardia in particolare è ormai cronico il deficit delle riserve idriche regionali: sui rilievi rimangono meno di 790 milioni di metri cubi (-69,1%  rispetto alla media, nonché il 18,2% in meno rispetto al minimo storico). Nel complesso, dettagliano dall’Anbi, la quantità di risorsa idrica stoccata è inferiore del 60,2 % rispetto alla media, ma addirittura del 6,2% rispetto al critico 2022.

«L'anno scorso, a fine maggio, la neve era già sciolta in tutta la regione, azzerando un'importante riserva idrica; quest'anno sarà ancora peggio – commenta il presidente dell’Associazione che riunisce i Consorzi di bonifica nazionali, Francesco Vincenzi – La situazione è comune a tutta l'Italia settentrionale e per questo sollecitiamo l'operatività delle recenti scelte del Governo: è urgente un'autorità nazionale che dirima, nel rispetto delle norme di legge, inevitabili contrasti sull'uso della risorsa idrica. A rischio c'è la coesione sociale del Paese».

Redazione Greenreport

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