
Fermare la scia tossica del mercurio nell'estrazione artigianale di oro (VIDEO)

Le condizioni in cui lavorano i cercatori d’oro artigianali in Paesi come le Filippine sono terribili e pericolose: spesso le miniere sono buchi soffocanti, scavati nella terra e con ingressi non più grandi di un metro quadrato, in fondo ai quali lavora un uomo (o un bambino) con una lampada frontale, demolisce la roccia e il fango in precario equilibrio e poi passa il materiale ricavato a un altro minatore che lo mischia con acqua alla quale aggiunge delle gocce di mercurio, una sostanza altamente tissica che d si lega a qualsiasi particella d'oro per creare amalgami che vengono poi riscaldati per far evaporare il mercurio, lasciando l'oro.
Un procedimento veloce quanto letale per i minatori, le loro famiglie e le generazioni future. E’ il sistema, a scala più grande, utilizzato dai garimpeiros brasiliani e che è stata la causa principale delle malattie da avvelenamento diffusesi tra gli indios Yanomami.
Infatti, il mercurio è una sostanza chimica tossica che può causare danni cerebrali irreversibili e compromettere la salute dell'ecosistema. Per gli esseri umani non esiste un livello di esposizione sicuro noto al mercurio elementare umani e gli effetti possono verificarsi anche con livelli molto bassi.
Demver Suzara, presidente di un’associazione di piccoli minatori delle Filippine, dice che «L'estrazione dell'oro è una parte importante della nostra vita. Non ci piace usare il mercurio, ma non abbiamo scelta. E’ pericoloso. Il mercurio dovrebbe essere bandito».
L’United Naions environment programme (Unep) evidenzia che «A livello globale, fino a 20 milioni di minatori in oltre 80 Paesi lavorano nell'estrazione dell'oro artigianale e su piccola scala, tra cui 4-5 milioni di donne e bambini. Queste attività, spesso non regolamentate e non sicure, sono responsabili del 37% dell'inquinamento globale da mercurio, più di qualsiasi altro settore».
Il programma planetGOLD, guidato dall’Unep, punta a porre fine alla scia tossica dell'estrazione dell'oro su piccola scala. I rappresentanti di planetGOLD lavorano con i governi, il settore privato e le comunità minerarie di tutto il mondo per «Eliminare il mercurio dalle attività estrattive artigianali e promuovere ambienti di lavoro più sicuri». Il programma, finanziato dalla Global Environment Facility, opera nell'ambito della Convenzione di Minamata sul mercurio, un accordo globale per eliminare gradualmente l'utilizzo del mercurio. Ludovic Bernaudat, responsabile di planetGOLD, sottolinea che «Oltre 100 milioni di persone fanno affidamento sull'estrazione artigianale dell'oro per il proprio sostentamento, quindi è fondamentale collaborare con i governi per fornire ai minatori le conoscenze e gli strumenti necessari per eliminare gradualmente l'uso del mercurio».
L'estrazione artigianale di oro rappresenta il 20% della fornitura globale di oro e produce circa 30 miliardi di dollari all'anno. Eppure, le attività artigianali sono informali e non rientrano nell'ambito dei quadri normativi nazionali esistenti. Questo sia perché i governi dei Paesi in via di sviluppo non hanno accesso a informazioni affidabili sul settore, non sono in grado di fornire supporto amministrativo, tecnico e finanziario o semplicemente perché favoriscono le grandi compagnie minerarie.
Abigail Ocate, project manager nazionale di planetGOLD Filippine, spiega che «Le politiche e le normative esistenti creano involontariamente una barriera alla formalizzazione a causa dei loro requisiti e processi lunghi, costosi e troppo tecnici».
Molti governi stanno prendendo provvedimenti per implementare standard più sicuri ai sensi della Convenzione di Minamata sul mercurio, che mira a regolamentare in modo completo il mercurio durante tutto il suo ciclo di vita, dalla produzione all'uso fino allo smaltimento. Ma l'applicazione dei regolamenti non è sempre coerente, specialmente nelle aree rurali e nei Paesi in via di sviluppo, dando origine ad attib vità minerarie artigianali non sicure.
L’Unep fa l’esempio degli oltre 250.000 minatori del Kenya, «Molti dei quali sono giovani adulti che non hanno altre opportunità di lavoro, sono coinvolti nella produzione di oro su piccola scala, principalmente lungo il bacino del Lago Vittoria nel sud-ovest del paese. Tuttavia, senza un sostegno finanziario e tecnico formale da parte dei governi, incontrano ostacoli nell'ottenere finanziamenti per le attrezzature minerarie».
Uno di loro, il 21enne Emmanuel Nyaga che lavora a Kisumu, racconta: «Pensavo che sarebbe stato semplice, ma mi sono sbagliato. Il lavoro è troppo duro. Non sarebbe il mio lavoro preferito. Ma sono qui da un anno». Nyaga, come molti minatori informali, riceve un compenso solo ogni due settimane e deve trovare un lavoro alternativo nella maggior parte dei giorni della stagione delle piogge, che in Kenya dura 6 mesi.
Kephas Ojuka, presidente di un'associazione di minatori di Kisumu, ricorda che «Da quando abbiamo iniziato a estrarre, fin dai nostri antenati, non siamo mai stati legalizzati o formalizzati. Vogliamo alternative al mercurio in modo che le nostre vite non vengano mai più colpite e per formalizzare le nostre attività in modo da poter lavorare legalmente».
L'estrazione artigianaledi oro su piccola disperde in natura oltre 2.000 tonnellate di mercurio all'anno, comprese le emissioni nell'aria dovute al riscaldamento degli amalgami e le perdite dirette di mercurio nel suolo e nell'acqua. Questa sostanza chimica, utilizzata nelle miniere da oltre 3000 anni, non si degrada nell'ambiente.
Lo studio “Amazon forests capture high levels of atmospheric mercury pollution from artisanal gold mining”, pubblicato nel gennaio 2022 su Nature Communications da un team di ricercatori statunitensi, canadesi e peruviani, ha dimostrato che che le chiome degli alberi delle foreste vicino a siti di estrazione dell'oro su piccola scala possono intercettare e accumulare grandi volumi di inquinamento atmosferico da mercurio. L’Unep fa notare che «Ciò significa che il mercurio può accumularsi ed essere trasmesso lungo la catena alimentare. Può quindi causare danni al sistema nervoso, digestivo e immunitario sia negli animali che negli esseri umani».
Lo studio “Mining Occupational Safety and Health - Health effects of mercury poisoning among miners and families in asgm”, pubblicato su BMJ da Stephan Bose-O’Reilly del Klinikum der Universitat Munchen ipotizza che «Fino a 100 milioni di persone sono direttamente o indirettamente esposte al mercurio proveniente dall'estrazione dell'oro su piccola scala».
Per contrastare la scia tossica dell'estrazione dell'oro, planetGOLD sta facilitando la condivisione di materiali tecnici e guide tra i minatori d'oro artigianali e governi e sta anche sostenendo nuove alternative tecnologiche per ridurre e infine eliminare la dipendenza dal mercurio.
La prima fase di planetGOLD ha avviato progetti per migliorare l'accesso ai finanziamenti in 9 Paesi, tra cui Kenya, Filippine e Indonesia. «Questa fase ha ridotto l'uso di mercurio nelle miniere su piccola scala di circa 369 tonnellate e ha fornito a migliaia di minatori una maggiore comprensione delle pratiche minerarie più sicure – informa l’Unep - PlanetGOLD è destinato ad espandersi in altri 15 Paesi e sfruttare un cofinanziamento di oltre 342 milioni di dollari durante la sua seconda fase iniziata nel gennaio 2023. Mira a ridurre l'uso di mercurio di 512 tonnellate, ripristinare oltre 1,2 milioni di ettari di terreno, mitigare circa 400.000 tonnellate di emissioni di anidride carbonica equivalente e a beneficio di 370.000 persone nei prossimi 6 anni».
Bernaudat assicura che «In questa seconda fase, planetGOLD aiuterà le miniere artigianali a formalizzare le loro operazioni. Lo status informale di molte comunità minerarie rende difficile eliminare gradualmente il mercurio. Quindi, portare i minatori nell'economia formale può portare a redditi più alti e migliori condizioni di lavoro, contribuendo nel contempo a superare le sfide sociali e ambientali».
Nell'agosto 2022, planetGOLD ha ufficialmente aperto un suo nuovo impianto di lavorazione senza mercurio in Burkina Faso. Sta insegnando ai minatori burkinabè a raccogliere il minerale senza ricorrere al mercurio.
afferma Abel Ouedraogo, geologo esploratore senior presso il sito, conclude: «I minatori erano davvero felici. “Ci hanno detto: 'Siamo fiduciosi che l'impianto di lavorazione ci aiuterà a passare dall'uso del mercurio a un sistema privo di mercurio. Noi siamo molto felici”».
