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Neanche in Valle d’Aosta s’intravede la fine della siccità estrema per i prossimi 12 mesi

Crisi climatica: il 2022 è l'anno più caldo per l'Italia, per adesso

Anbi: «È la testimonianza di quanto si stia alzando la fascia equatoriale»
 |  Acqua

Secondo i dati messi in fila dal Cnr, finora il 2022 si è dimostrato l’anno più caldo dal 1800 per il nostro Paese, anche se con tutta probabilità i prossimi anni infrangeranno altri record sull’onda della crisi climatica in corso.

Le ondate di calore in tutta Europa e al sud in particolare – come ricorda oggi l’Ipcc, la più alta autorità scientifica al mondo sul cambiamento climatico – diventeranno sempre più frequenti, intense e durature: senza una rapida inversione di rotta, al 2050 circa metà della popolazione europea sarà esposta ad un rischio “alto” o “molto alto” di stress da calore durante le estati.

Ma non è necessario guardare troppo al futuro per accorgersi delle conseguenze che, già oggi, la crisi climatica sta portando nel Vecchio continente e in Italia in particolare.

Attualmente il 45% dell’Europa è in sofferenza idrica e il 13% soffre di siccità estrema, con la portata media del fiume Po a Pontelagoscuro (ultimo rilevamento prima del delta) che è stata, in luglio, pari a 160,48 metri cubi al secondo: ovvero il 32,29% in meno del precedente record negativo di portata media mensile (luglio 2006), come testimonia l’associazione nazionale dei Consorzi di bonifica (Anbi).

Settimana dopo settimana, l'Osservatorio Anbi sulle risorse idriche sta tratteggiando i nuovi confini di un clima in profondo cambiamento: stavolta tocca alla generalmente verdeggiante Valle d'Aosta, dove adesso l'indice Spi (Standard precipitation index) a lungo termine (12 mesi) indica livelli di siccità estrema per tutta la fascia centro-meridionale della regione, facendo tornare la mente al periodo medievale, quando in quei territori crescevano gli ulivi.

«La situazione valdostana è la testimonianza di quanto si stia alzando la fascia equatoriale e di come l'acqua sia fondamentale per mantenere anche le caratteristiche paesaggistiche del territorio: per quanto belli, i panorami italiani sono apprezzati anche per i colori, che la siccità inevitabilmente impallidisce», commenta il dg di Anbi, Massimo Gargano.

La crisi climatica si combatte infatti cambiando i nostri modelli di consumo, sprecando meno e riducendo il superfluo, ma aumentando il nostro livello di benessere. Ma non possiamo farlo tramite una sterile “difesa del paesaggio” che si traduce in immobilismo: servono nuove e più sostenibili infrastrutture che possano accompagnarci nella transizione ecologica, in primis gli impianti necessari per catturare le fonti rinnovabili disponibili gratuitamente sul territorio.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.