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Utilitalia presenta il report "Misurarsi per migliorarsi"

Servizi pubblici, dalle utility italiane valore aggiunto pari a oltre 10 miliardi di euro

Il 40% va in retribuzioni ai dipendenti, agli azionisti (per l’80% pubblici) l’8,3% e alla pubblica amministrazione il 12,2%
 |  Acqua

Oltre 3 miliardi di euro in investimenti e utili per oltre 1,5 miliardi: sono questi i numeri che emergono da ‘Misurarsi per migliorarsi’, il primo rapporto di sostenibilità delle aziende associate a Utilitalia – la Federazione che riunisce quelle aziende dei servizi pubblici che si occupano di acqua, ambiente e energia –, un documento che con la forza dei numeri fa chiarezza su un mondo ancora oggi erroneamente inquadrato come fonte di sprechi.

Oltre a concretizzare servizi pubblici essenziali alla vita di comunità, le aziende oggetto d’indagine (127 in tutto, che complessivamente rappresentano l’88% dei lavoratori del sistema) si sono al contrario dimostrate fonti di buona occupazione e ricchezza per la collettività. Le utility si caratterizzano infatti sia per l’impiego di forza lavoro quasi esclusivamente a tempo indeterminato (oltre il 97%), sia fonte di un valore aggiunto totale pari a 10,5 miliardi. Il 40% di quest’ammontare è distribuito ai lavoratori sotto forma di retribuzioni e altri compensi (circa 4 miliardi di euro complessivi), mentre agli azionisti (soggetti pubblici per oltre l’80%) vanno oltre 871 milioni (8,3%) e alla pubblica amministrazione – comprensiva di tasse sul reddito e canoni per l’uso di reti e aree – altri 1,3 miliardi (12,2%).

«Questo report si inserisce nel nuovo quadro di politiche pubbliche seguite all’Accordo di Parigi e alla sottoscrizione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile – commenta il presidente di Utilitalia, Giovanni Valotti – per i gestori di acqua, energia e rifiuti si tratta di obiettivi naturalmente connessi con la propria attività e la mission d’impresa. Il futuro delle utility italiane deve guardare a efficienza e risparmio energetico ed idrico, economia circolare, salvaguardia e riuso delle risorse, prevenzione dell’inquinamento, riduzione delle emissioni climalteranti e degli sprechi, biocarburanti, teleriscaldamento, rinnovabili e reti intelligenti per servizi di pubblica utilità; a questo bisogna affiancare l’innovazione tecnologica, la formazione dei lavoratori, la sicurezza, le pari opportunità».

Con un buon punto di partenza. Già oggi la ricchezza prodotta dalle utility è reinvestita dalle imprese nel servizio idrico per 1,5 miliardi (il 49% del totale), nello sviluppo e ammodernamento delle reti di distribuzione elettrica e gas per 665 milioni (il 21% del totale), nei servizi ambientali per 290 milioni (il 9% del totale) e in attività di ricerca e sviluppo per 81 milioni (il 2,5% del totale).

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.