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Fiume Sacco: continua il disastro per l’ecosistema fluviale di tutto il basso Lazio (VIDEO)

Schiuma sempre più fitta a Ceprano. Legambiente Lazio: «Una task-force delle forze dell’ordine per un’azione di controllo e repressione degli scarichi illegali e presidio del fiume»
 |  Acqua

Già il 25 novembre, dopo le ennesime segnalazioni e video di cittadini allarmati che avevano pubblicato video impressionanti di schiume evidentemente inquinanti sul Fiume Sacco, Legambiente Lazio aveva inviato un  esposto alle autorità competenti: ai carabinieri forestali e ai sindaci. «Chiediamo di individuare i responsabili di questo continuo disastro ambientale sul Fiume Sacco, poiché le immagini diffuse dai cittadini nelle ultime ore, continuano a mostrare un allarmante condizione dello stato ecologico di tutto il territorio – aveva commentato  Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -. Nella Valle del Sacco il ministero dell’Ambiente deve procedere con l’avvio della bonifica ferma alla chiusura della perimetrazione, gli operatori industriali devono monitorare mai quanto oggi i reflui provenienti dalle loro lavorazioni, i Comuni devono sostenere percorsi virtuosi come il Tavolo dei Sindaci per l’Ambiente e il Contratto di Fiume del Sacco. Associazioni e cittadini, da anni, stanno dando il meglio di loro stessi nel monitoraggio, nella denuncia e nella strutturazione di percorsi virtuosi: amministrazioni e autorità facciano di tutto per sostenerli e avviare la riqualificazione, a partire proprio dalla denuncia e ricerca delle responsabilità di sversamenti illeciti nelle acque del Fiume».

Ma niente è cambiato e nel cuore della Valle del Sacco sono continuati giornalmente gli episodi di schiuma fitta sull’asta fluviale. Il fiume Sacco,  oltre a ricevere affluenti come l’Alabro, si immette nel corso del Fiume Liri che poi arriva nel Garigliano, fiume che solca il confine tra Lazio e Campania e sfocia nel Mar Tirreno a Minturno: tutto ciò fa, del bacino idrografico Sacco-Liri-Garigliano, il secondo del Lazio sulle provincie di Roma, Frosinone e Latina, un territorio tutto potenzialmente interessato dai fattori inquinanti che arrivano dall’area della Valle delle Sacco.

Il presidente di Legambiente Lazio è nuovamente intervenuto: «Le immagini che, anche oggi, arrivano dai cittadini non lasciano dubbi sulla portata sempre più grave di un disastro per l’ecosistema fluviale di tutto il basso Lazio. chiediamo una task-force delle forze dell’ordine per un’azione di controllo e repressione degli scarichi illegali e presidio del fiume visto che continuano a verificarsi questo fenomeni. Dopo la denuncia e l’esposto che abbiamo mandato alla procura della Repubblica di Frosinone della scorsa settimana, continua l’inquinamento e ieri mattina il Sacco sembrava fatto di sola schiuma a Ceprano (FR). Dai risultati delle analisi chimiche, per le quali ringraziamo Arpa Lazio che le ha realizzate e rese pubbliche questa settimana con grande velocità e trasparenza, si evidenzia la presenza corposa di tensioattivi. Ora le autorità indaghino sulle cause per fermare questo disastro a partire dal Fiume Alabro, affluente di sinistra del Sacco dal quale ci arrivano segnalazioni e immagini di schiume che poi entrano nel corso principale. La schiuma è peraltro solo la manifestazione più evidente di uno stato grave, anche senza schiuma dal fiume esalano odori nauseabondi e questo succede da anni, non da ora. L’inquinamento del Sacco va fermato e intanto il ministero dell’Ambiente deve battere un colpo sulla bonifica, per la quale perimetrazione abbiamo lavorato mesi e mesi con amministrazioni e associazioni, così come per il Contratto di Fiume che abbiamo firmato tutti insieme per immaginare e lavorare su un futuro migliore per la biodiversità e la sicurezza dai rischi idrogeologici. L’inquinamento del Sacco riguarda mezzo Lazio e i nostri circoli continuano a monitorare la situazione, dal circolo di Anagni (FR) a quello di Frosinone fino a quello di Minturno (LT) dove sta la foce del Fiume Garigliano, terminale di tutta l’acqua del bacino idrografico anche del Sacco».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.