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Esondazioni e trombe d'aria nel nord del Paese, ma il Governo chiude ItaliaSicura

Era la Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche
 |  Acqua

Vista dal nord Italia, l’estate sembra molto lontana: dopo la bomba d’acqua che nei giorni scorsi ha inondato di fango le strade di Moena, la “fata delle Dolomiti”, a Torino stanotte sono state centinaia le chiamate ai Vigili del fuoco a causa di un violento temporale, che nel milanese ha fatto ancora più danni. Come informa il Comune di Milano, intorno «alle ore 3:10 è esondato il Seveso che poco fa circa alle ore 6:15 è rientrato sotto i livelli». L’impennata è stata registrata «a Cesano Maderno nella corso della notte e l'acqua in circa mezz'ora è salita rapidamente oltre i livelli di guardia. Attualmente è in corso la fase di pulizia delle strade dal fango, e anche se «la situazione dovrebbe rientrare alla normalità entro qualche ora, è però prevista una nuova perturbazione e l'allerta resta in corso».

A Pozzo d’Adda è andata anche peggio: sul Comune lombardo si è abbattuta una violenta tromba d’aria, che ha divelto più di un tetto e costretto i Vigili del fuoco a un intervento – ancora in corso – per liberare le strade da rami e detriti. Fortunatamente non si registrano morti né feriti gravi, ma i sintomi del cambiamento climatico sono ormai sempre più evidenti nel Paese.

A fronte di questa realtà dei fatti desta preoccupazione la decisione del Governo a guida Lega e Movimento Cinque Stelle, che ha appena ufficializzato lo stop a ItaliaSicura, la Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche nel Paese, che ha terminato le proprie attività il 3 luglio.

Come spiegano dalla stessa Struttura, in questi quattro anni di attività «è stato svolto un lavoro di programmazione a lungo periodo che ha portato risultati importanti: i maxi lavori tuttora in corso specie sul Bisagno e Ferreggiano a Genova o sull’Arno a Firenze; l’elaborazione del primo Piano di opere e interventi contro il dissesto del nostro paese con la programmazione di nuove risorse per più di 9 miliardi sulla difesa del territorio e l’avvio o la conclusione di circa 1400 cantieri in tutta Italia». Inoltre «l'operazione #Sbloccascuole, avviata da ItaliaSicura nel 2014 e replicata fino al 2018 ha permesso allentamenti dei vincoli di bilancio degli Enti locali per 1.196 milioni di euro che hanno finanziato oltre 1.000 interventi di edilizia scolastica».

È bene ribadire che si tratta di interventi e stanziamenti finanziari largamente insufficienti rispetto al fabbisogno del Paese, dove il dissesto idrogeologico è una perenne emergenza che abbisognerebbe – stimava nel 2013 il ministero dell’Ambiente – di circa 40 miliardi di euro per essere sanata: la “grande opera” estremamente necessaria al territorio, ma perennemente rimandata. Dopo anni d’inedia, con ItaliaSicura c’era stato però almeno un primo colpo di reni.

E adesso? «Con il decreto legge approvato il 2 luglio dal Consiglio dei ministri – spiega la Struttura di missione – le funzioni in materia di emergenza ambientale, contrasto al dissesto idrogeologico, di difesa e messa in sicurezza del suolo e di sviluppo delle infrastrutture idriche vengono trasferite al ministero dell’Ambiente». Non è ancora dato sapere con quali linee d’intervento.

«Il governo chiude ItaliaSicura, la task force contro dissesto e per la riqualificazione scuole. Ok segnare la discontinuità con Renzi – commenta perplesso su Twitter Edoardo Zanchini, vicepresidente Legambiente e responsabile Clima del Cigno verde – ma cosa si vuole fare rispetto a una emergenza nazionale?». Il Paese attende risposta.

Redazione Greenreport

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