Alluvione nell’Alto Mugello, al via il «metodo Curcio» per mettere a terra 80 mln di euro sulla ricostruzione
Dopo la nomina arrivata dal Governo lo scorso 31 dicembre è Fabrizio Curcio, giù capo della Protezione civile, a ricoprire oggi il delicato ruolo di Commissario straordinario alla ricostruzione nei territori colpiti dalle alluvioni che nel 2023 hanno devastato ampie porzioni di Emilia Romagna, Toscana e Marche. Dopo una prima riunione in Regione Toscana neanche un mese fa, oggi Curcio si è recato nell’Alto Mugello – accompagnato dall’assessora regionale all’Ambiente e Protezione civile, Monia Monni, insieme ai sindaci dell’area a partire dal primo cittadino di Marradi, Tommaso Triberti – per un primo sopralluogo di verifica sullo stato di attivazione delle opere di ripristino della viabilità e del territorio.
«Stiamo ragionando – spiega Curcio – su come ottimizzare tempi e modalità di intervento su tutti versanti, soprattutto quello infrastrutturale. Si parte dai progetti che vengono dal territorio per cercare le migliori modalità di attuazione. Le questioni legate alla tempistica di impiego dei fondi Pnrr sono uno degli argomenti che abbiamo affrontato oggi. Il tema è all’attenzione anche degli organi di governo nazionale, e non solo per questo intervento. Il nostro obiettivo è quello di concludere nei tempi più brevi le opere. Le questioni che riguardano la rendicontazione verranno poi affrontate e discusse nelle sedi opportune. Per quanto riguarda le risorse destinate ai privati dobbiamo intervenire in modo da mettere a punto le procedure tecniche e informatiche ed i tempi amministrativi. Quando si parla di indennizzi questi sono gli aspetti da ottimizzare».
Dopo l’alluvione del 15 maggio 2023 e dei giorni seguenti, per l’Alto Mugello è stato riconosciuto lo stato di calamità e lo stanziamento di oltre 79 mln di euro per la ricostruzione: risorse che però adesso occorre mettere a terra, tra numerose difficoltà.
«Lo Stato e le istituzioni devono stare accanto alle comunità più fragili, con risorse adeguate e con un lavoro serio, concreto e partecipato – sottolinea nel merito Monni – Il metodo del commissario Curcio, basato sulla collaborazione e sul confronto con i territori, è quello giusto: lo abbiamo sperimentato in passato e sappiamo che funziona. La Regione è in prima linea per garantire che le risorse assegnate, 80 milioni di euro per 81 interventi, di cui 60 milioni dal Pnrr, vengano utilizzate in modo efficace e tempestivo. Ma sappiamo bene che i piccoli comuni, spesso con organici ridotti e strumenti limitati, hanno bisogno di un sostegno straordinario per rispettare i tempi imposti dal Piano. Questa è una sfida che riguarda tutti: non possiamo permettere che territori già colpiti da emergenze e fragilità strutturali restino indietro. Il Pnrr è una straordinaria occasione di sviluppo e giustizia sociale, ma deve essere applicato con buon senso e concretezza. Per questo, mentre lavoriamo con il massimo impegno per rispettare le scadenze, la struttura commissariale sta già dialogando con il Governo per individuare soluzioni nel caso in cui i tempi si rivelassero troppo stretti».