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Oltre 600 i visitatori. Pasquini: «Rappresenta per noi un momento di grande valore»

Lucart, il GreenHero della carta apre le porte a studenti e istituzioni per la Paper week di Comieco

Giani: «Tutto ciò che è transizione ecologica è importante che venga trasmesso ai giovani, tramite iniziative come questa, per diventare cultura diffusa nelle nostre comunità»
 |  Toscana

Da quattro fratelli di Villa Basilica a 1.700 dipendenti in tutto il mondo: è questa la parabola della Lucart, multinazionale dal sangue toscano – a guidarla è da sempre la famiglia Pasquini – che si occupa di sviluppo sostenibile da quando il concetto neanche esisteva. Agli albori, settant’anni fa, l’esperienza Lucart nasce mettendo a frutto l’idea di realizzare carta dalla paglia anziché dagli alberi, e ancora oggi si muove alla frontiera dell’economia circolare, riuscendo a dare nuova vita anche a imballaggi poliaccoppiati complessi come i cartoni per bevande.

Sono oltre 600 i visitatori accolti oggi dalla cartiera Lucart di Diecimo, frazione di Borgo a Mozzano (LU); soprattutto studenti di ogni età provenienti dalle scuole toscane, insieme ad un’ampia delegazione di istituzioni locali e nazionali.

Tra i presenti, i deputati Massimo Milani – primo firmatario della pdl per l’istituzione della Giornata nazionale del riciclo della carta – ed Elisa Montemagni, i consiglieri regionali Valentina Mercanti e Vittorio Fantozzi, l’europarlamentare Francesco Torselli, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, assessori del Comune di Lucca (Paola Granucci e Cristina Consani) e del Comune di Borgo a Mozzano (Silvia Valentini), il vicesindaco di Altopascio (Daniel Toci), il presidente della Provincia di Lucca (Marcello Pierucci), il dg di Assocarta (Massimo Medugno) e i vertici di Comieco: Amelio Cecchini (presidente), Carlo Montalbetti (direttore generale) e Roberto Di Molfetta (vicedirettore).

«Tutto ciò che è transizione ecologica è importante che venga trasmesso ai giovani tramite iniziative come questa di educazione, formazione, stimolo alla conoscenza – spiega Giani ai microfoni di greenreport – Concetti come economia circolare e riciclo, proprio attraverso i giovani, possono diventare cultura diffusa nelle nostre comunità: è fondamentale che questo avvenga».

«Riciclo Aperto rappresenta per noi un momento di grande valore, non solo perché ci permette di mostrare da vicino come funziona il riciclo della carta, ma soprattutto perché rafforza il legame tra la nostra azienda e il territorio – conferma l’ad Lucart, Francesco Pasquini – Aprire le porte dello stabilimento di Borgo a Mozzano significa offrire un’occasione concreta per entrare nel cuore dell’economia circolare e capire quanto ogni gesto di raccolta differenziata possa fare davvero la differenza».

Toccare con mano come funziona il riciclo – di cui le cartiere sono gli alfieri, per quanto riguarda carta e cartone – e vedere che dai rifiuti ri-nascono nuovi prodotti è il modo migliore per invogliare a fare la raccolta differenziata nelle nostre case, e a farla bene; non a caso l’open day di oggi è un fiore all’occhiello della Paper week in corso in tutta Italia grazie a Comieco, il Consorzio nazionale per il recupero degli imballaggi cellulosici.

«Oggi l’Italia può vantare un tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici del 92,3%, con 3,7 milioni di tonnellate raccolte, che ci pone ai primi posti in Europa. Un risultato importante, raggiunto in anticipo rispetto all’obiettivo europeo dell’85% previsto per il 2030», evidenzia con orgoglio Cecchini.

Una performance resa possibile da cartiere come quelle Lucart, un colosso da 685 mln di euro di fatturato dove il 54% delle materie prime in ingresso è costituto da maceri, che altrimenti sarebbero destinati a smaltimento. Performance che, ormai da anni, permettono alla società di spiccare tra i GreenHeroes nazionali individuati dall’associazione ambientalista Kyoto club insieme ad Alessandro Gassmann, dimostrando – come documenta da ultimo il 19° Rapporto di sostenibilità presentato lo scorso giugno da Lucart insieme a Legambiente – che le buone performance sotto il profilo ambientale e sociale di fatto favoriscono quelle economiche. Neanche l’erratica politica commerciale del presidente Usa, Donald Trump, sembra poterle scalfire più di tanto coi suoi dazi: il core business di Lucart sono i prodotti tissue (carta per uso igienico e sanitario, tovaglioli, etc) che per loro natura tendono a essere prodotti in prossimità ai luoghi di produzione. E il mercato Lucart è soprattutto europeo.

Sotto il profilo della sostenibilità, la punta di diamante che rende pressoché unica l’esperienza Lucart è quella del riciclo dei cartoni per bevande come Tetra Pak, una filiera costruita da zero insieme a Comieco e al principale hub per l’economia circolare dell’Italia centrale: la pontederese Revet. Al contrario di quanto avviene nella maggior parte del Paese, dove vanno insieme a carta e cartone, in Toscana gli imballaggi in Tetra Pak vengono conferiti nella raccolta differenziata multimateriale, per poi essere ulteriormente selezionati da Revet e arrivare infine da Lucart. Proprio a Diecimo gli scarti di polietilene e alluminio recuperati dai cartoni per bevande vengono riciclati e diventato granuli, da cui possono essere stampati nuovi prodotti in plastica riciclata.

Un’operazione di economia circolare a km zero che da qualche anno ha alzato ulteriormente l’asticella dell’ambizione: insieme a Cpr System – cooperativa ferrarese leader in Italia nel comparto imballaggi in plastica e pallet per il settore agroalimentare –, Lucart ha infatti dato vita alla nuova società Newpal spa, che si dedica allo stampaggio di pallet di alta qualità realizzati in plastica riciclata a partire dal Tetra Pak.

Cosa manca per migliorare ancora? L’industria cartaria è per sua natura energivora, e richiede importanti quantità di elettricità – non a caso sui tetti dello stabilimento di Diecimo ci sono 20mila mq di pannelli fotovoltaici, quanto 4 campi da calcio – e soprattutto calore per il suo processo produttivo. Per abbattere i costi sarebbe utile poter termovalorizzare a piè d’impianto i rifiuti non riciclabili che comunque restano alla fine del processo (Lucart genera 0,242 ton di rifiuti per tonnellata di carta prodotta e avvia l’83,7% a recupero), anziché smaltirli in discarica. Il problema è che non ci sono impianti, perché socialmente invisi e vittima delle sindromi Nimby (non nel mio giardino) e Nimto (non nel mio mandato elettorale), sebbene già oggi i caminetti presenti nelle case dell’area inquinino l’atmosfera più delle cartiere; oltre un decennio fa Lucart propose di realizzarne uno proprio a Diecimo, e da allora il progetto è ancora chiuso in un cassetto. Ma sempre attuale, anche perché potrebbe contribuire ad abbassare le bollette (pure) per famiglie e imprese dell’area.

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Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.