I Carabinieri forestali sanzionano due bracconieri dentro il Parco Nazionale Arcipelago Toscano
Il Comando provinciale Carabinieri Livorno ha reso noto che, durante l’attività di controllo antibracconaggio, svolta dai Carabinieri Forestali del Nucleo Parco di Portoferraio nell’area circostante il Monte Arco nel Comune di Porto Azzurro e in “Zona B di Riserva Generale Orientata” dell’area Parco Nazionale Arcipelago Toscano e Sito Natura 2000 – Zona di Protezione Speciale (ZPS) “Elba Orientale - codice IT5160102”, sono state denunciate all’Autorità giudiziaria di Livorno «Due persone, entrambe gravate da pregiudizi, per plurime violazioni penali, sia della normativa venatoria di settore che di quella ordinaria. In particolare, essendo stati sorpresi a cacciare in area protetta, ad entrambi è stato contestato il reato di esercizio venatorio all’interno di Parchi Nazionali e trasporto di armi da sparo non scariche e non in custodia. Ad uno dei due, inoltre, non essendo nemmeno in possesso di regolare porto d’armi, è stato contestato anche il reato di caccia in assenza di licenza di porto di fucile e quello di porto illegale in luogo pubblico o aperto al pubblico di armi. A livello amministrativo sono stati sanzionati per un importo complessivo di 688 euro. Immediato è scattato altresì il sequestro delle armi trovate in loro possesso, ovvero due fucili da caccia e 31 cartucce».
Legambiente Arcipelago Toscano si è subito complimenta con i Carabinieri forestali per «L’operazione che ha portato a identificare due bracconieri – uno dei quali addirittura senza porto d’armi – che cacciavano nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Si tratta, come scrivono gli stessi carabinieri di bracconieri recidivi e noti per aver violato più volte sia la normativa venatoria che quella ordinaria».
MA il Cigno Verde isolano fa notare che «Eppure, di fronte a queste violazioni le sanzioni da pagare per cacciare la fauna selvatica – patrimonio indisponibile dello Stato – all’interno di un’area protetta delle leggi italiane ed europee restano irrisorie: 688 euro e gente che in altri Paesi sarebbe già in galera resta in attesa di una sentenza che forse arriverà troppo tardi o sarà vanificata dalle leggi “spara-tutto” del governo».
Gli ambientalisti concludono con una frecciata ai cacciatori «Resta invece immutabile l’assordante silenzio delle associazioni venatorie che non ci pensano nemmeno ad espellere dalle loro fila e condannare i bracconieri recidivi».