Collaborazione Italia-Cina per studiare la contaminazione da microplastiche in terreni agricoli e acque sotterranee
L’inquinamento da plastica è un problema che affligge l’intero pianeta; le microplastiche sono state rilevate praticamente ovunque, dal fondo del Mar Mediterraneo alle nuvole sopra il Monte Fuji in Giappone, ma anche nel cibo che mangiamo, nell'acqua che beviamo e nell'aria che respiriamo, e persino in numerosi organi dell’essere umano.
Il progetto Encompass, coordinato dall’Università di Pisa e finanziato dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, si propone di affrontare il problema della contaminazione da microplastiche nei suoli agricoli e nelle falde acquifere, fenomeno ancora poco studiato e dagli effetti ambientali e sanitari non del tutto noti.
«La contaminazione da microplastiche nei suoli agricoli ha potenzialmente conseguenze molto serie per le produzioni alimentari, la biodiversità e il benessere degli ecosistemi terrestri in generale - spiega il professore Valter Castelvetro del Dipartimento di chimica e chimica industriale dell’Ateneo pisano - A tutt’oggi non esistono protocolli analitici validati e condivisi per gestire il fenomeno, anche a perché è molto difficile isolare le microplastiche dai suoli».
L’obiettivo del progetto Encompass è sviluppare protocolli innovativi per analizzare e quantificare la presenza di microplastiche nei terreni e nelle acque sotterranee. Verranno messe a punto metodologie per rilevare il numero, la natura e la massa specifica delle particelle polimeriche presenti, con una procedura avanzata ideata e convalidata dall’Università di Pisa.
L'iniziativa vede Italia e Cina collaborare attivamente, con l’Università di Pisa come capofila, insieme all’Università tecnologica di Shenzhen e all’Eastern Institute of Technology di Ningbo tra i partner principali. La sperimentazione sul campo sarà condotta sia in Cina che in Italia, nello specifico sulla zona di bonifica di Massaciuccoli, nel comune di Vecchiano (Pisa).
«L’impatto che deriva dal crescente inquinamento da materie plastiche, e conseguentemente da microplastiche, sulla produttività dei suoli agricoli, sul benessere degli ecosistemi naturali e sulla biodiversità potrebbe essere molto grave nei prossimi anni, anche in considerazione dei possibili effetti sinergici con le alterazioni climatiche, lo sfruttamento intensivo dei suoli e la depauperazione delle importantissime riserve di acqua sotterranea – sottolinea Castelvestro - Conoscere il problema è un passo fondamentale per poterne comprendere le conseguenze e studiare possibili soluzioni o mitigarne gli effetti».