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Dal mininistero dell’Ambiente Via libera alla bioraffineria Eni di Livorno

Le emissioni previste dal polo petrolchimico miglioreranno «seppur alla seconda cifra decimale», osserva l’Istituto superiore di sanità. Fondamentale l’elettrificazione delle banchine
 |  Toscana

Si è conclusa con esito “positivo”, con prescrizioni, l’articolata Valutazione d’impatto ambientale (Via) sul progetto di bioraffineria avanzato da Eni per il polo di Stagno – tra Livorno e Collesalvetti – che dovrebbe entrare a regime nel 2026 a parziale conversione del polo petrolchimico già presente in loco, all’interno di un Sito d’interesse nazionale (Sin) per le bonifiche, nonostante ad oggi non sia ancora chiaro se e quando tali bonifiche verranno mai realizzate.

Nella corposa documentazione messa a disposizione dalle autorità preposte a valutare l’opera, risulta di particolare rilievo quella realizzata dall’Istituto superiore di sanità (Iss), che informa come «la realizzazione della bioraffineria consentirà, secondo le stime predittive del proponente, di determinare un minore impatto sul territorio». Quanto minore? Sostanzialmente stabile.

«Riassumendo – scrive l’Iss – si rileva che l’opera incide in maniera minima sul valore di HI (hazard index o indice di pericolosità, ndr) cumulativo. Inoltre l’opera di trasformazione dell’impianto ridurrà le emissioni rispetto all’attuale configurazione (tranne che per l’NH3) con la riduzione dell’HI cumulativo per l’apparato respiratorio (il target più impattato) tra ante e post operam, seppur alla seconda cifra decimale nelle simulazioni previste».

Data «la criticità dell’aria della zona» e il rilevante ammontare degli investimenti previsti – pari a circa 420 mln di euro – un miglioramento al centesimo è sempre meglio di niente, ma un po’ poco per guardare al bicchiere mezzo pieno; per di più un miglioramento di tali condizioni «andrà verificato», spiega l’Iss.

Anche perché «in considerazione dell’aumentato traffico navale, il cui impatto deve essere in parte completato secondo quanto in questa nota descritto e richiesto, si devono mettere in atto tutte le azioni finalizzate a mitigare l’impatto sul territorio. Tra queste, in primo luogo, attivare tutte le procedure per passare all’elettrificazione delle banchine portuali delle due darsene dove sono previste le attività di carico e scarico connesse alla bioraffineria e, nel frattempo, l’obbligo di utilizzo di combustibili BTZ per tutte movimentazioni navali associate alle attività progettuali».

Si ritorna dunque all’esigenza di dotare l’area labronica di sufficienti impianti di energia rinnovabile – a partire da quella eolica, come proposto dal circolo locale di Legambiente – per alimentare il cold ironing delle banchine in modo economicamente appetibile anche per gli armatori.

Il bicchiere invece è certamente mezzo pieno per quanto riguarda l’aspetto sociale, in quanto la prospettiva alternativa alla bioraffineria era quella di licenziamenti di massa.

«Noi siamo certi – commenta il sindaco di Livorno, Luca Salvetti – che la riconversione del sito, gli ammodernamenti degli impianti con l’abbattimento dei rischi sull’inquinamento, la ricerca delle soluzioni per mantenere inalterati i livelli occupazionali e la realizzazione di una vera operazione di economia circolare potrà portarci ad un consolidamento dell’azienda sul territorio e contemporaneamente ad un saldo estremamente positivo sul fronte della salvaguardia ambientale dove Livorno e Collesalvetti non possono concedere oltre».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.