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Dalla partecipata pubblica il punto sull’avanzamento del Piano industriale autorizzato dalla Regione

San Zeno, Aisa impianti avvia i lavori da 24 mln di euro per la linea di termovalorizzazione L75

Cherici: «Il nostro compito è gestire nel rispetto delle prescrizioni di legge i rifiuti di circa 400 mila cittadini, compresi quelli di chi è ostile»
 |  Toscana

Nel Polo impiantistico di San Zeno (AR), gestito dalla partecipata pubblica Aisa impianti, sono iniziati i lavori da 24 mln di euro per completare la realizzazione di L75, la nuova linea di termovalorizzazione che permetterà di chiudere il cerchio di gestione dei rifiuti urbani (e derivati) nella Toscana del sud.

Ad annunciarlo sono stati stamani direttamente i vertici di Aisa impianti, alla presenza del dg Marco Lasagni e del presidente Giacomo Cherici, nel corso di una conferenza stampa per fare il punto sull’avanzamento del piano industriale approvato dalla Regione Toscana nel 2020.

«Lo scorso 29 luglio Aisa impianti – spiega la società – ha consegnato i lavori per il completamento della nuova linea di recupero energetico, “L75”. Questo si aggiunge ad una serie di investimenti fatti dall’azienda per il miglioramento ambientale del territorio: ampliamento dei biofiltri, nuova linea di compostaggio, digestore anaerobico, infrastrutture essenziali per la raccolta differenziata e che adesso sono a regime generando biometano corrispondente a circa 100 mila rifornimenti annui di una media autovettura a gas.  Il completamento della centrale di recupero totale servirà ad eliminare 120 tonnellate al giorno di scarti della lavorazione dei rifiuti, che ancora oggi dall’impianto di San Zeno devono essere trasportate alle discariche in base alla disponibilità di queste ultime».

Analogamente a quanto avviene in tutta Italia, infatti, anche in Toscana continuano a crescere gli inevitabili scarti dell’economia circolare – ovvero i rifiuti speciali derivanti dal trattamento di altri rifiuti e delle acque reflue –, che ammontano ormai a oltre un terzo di tutti i rifiuti generati sul territorio; per gestirli però sta aumentando il ricorso all’export (+38% nell’ultimo anno analizzato dall’Ispra, il 2022), vista la carenza d’impianti di prossimità. Un vulnus cui il nuovo Piano regionale dell’economia circolare è chiamato ad affrontare, ma nel  frattempo Aisa impianti si sta portando avanti.

Nel Polo di San Zeno complessivamente operano un impianto per la selezione delle frazioni secche (a partire dal multimateriale, come nel caso delle plastiche) da avviare a riciclo, un termovalorizzatore per valorizzare energeticamente le frazioni secche non riciclabili, e un nuovo biodigestore anaerobico per ricavare biometano e compost da 70mila t/a di rifiuti organici, provenienti da raccolta differenziata (Forsu), sfalci e potature.

Nell’area è inoltre in corso l’attuazione di un articolato piano industriale che prevede di realizzare una nuova linea di termovalorizzazione da 75mila t/a; finché non sarà completata, resterà attiva l’attuale linea da 45mila t/a.

«Lo scopo principale della centrale di recupero totale è produrre energie, materia e abbattere totalmente i trasporti (ovvero il cosiddetto turismo dei rifiuti, ndr). Questo significa che non basta differenziare e raccogliere il rifiuto, ma lo si deve recuperare integralmente per evitare di invadere le nostre strade di autoveicoli pesanti che trasportano scarti con la conseguenza di produrre gas di combustione inquinanti, pericolo sulle strade, disagi e costi».

Anche in riferimento al problema delle maleodoranze in area aretina, che l’anno scorso ha portato a un Consiglio comunale aperto oltre a un esposto in Procura, e il conseguente rafforzamento dei controlli operati da Aisa, Cherici aggiunge che «nel corso degli ultimi 24 mesi abbiamo prestato particolare attenzione alle variazioni climatiche, alle segnalazioni del territorio e abbiamo attivato una rete di controllo per individuare le eventuali migliorie da apportare alle nostre lavorazioni. Questa rete, separati non senza difficoltà gli aspetti delle critiche legate al rifiuto delle infrastrutture ed emissioni che per loro natura non possono riguardarci, ci ha permesso di agire internamente investendo oltre un milione e mezzo di euro in tutta la fase della lavorazione della frazione organica. Ci ha consentito di individuare il trasporto degli scarti, a valle delle lavorazioni, come segmento su cui agire».

«La riduzione tendente allo zero di questi scarti trasportati altrove – conclude nel merito Cherici – diventa quindi l’obiettivo strategico ambientale che si ottiene con la ridondanza delle linee termiche. Si evitano così fermi impiantistici, si riducono drasticamente i trasporti, l’inquinamento e i costi ottemperando a quanto indicato da Ue e Regione Toscana. Il nostro compito è gestire nel rispetto delle prescrizioni di legge i rifiuti di circa 400 mila cittadini, compresi quelli di chi è ostile. Il vero grande tema che dovrebbe essere aperto a livello nazionale è un metodo per premiare le comunità che hanno realizzato le infrastrutture necessarie in un paese civile, infrastrutture che nel momento del bisogno danno risposte certe, ricordo a tal proposito l’emergenza “rifiuto covid infetto” e quella delle comunità colpite da calamità naturali rimaste senza impianti».

In conclusione della conferenza stampa, Aisa impianti ha dunque mostrato un sunto degli investimenti previsti dal 2020 a oggi nell’ambito del proprio piano industriale, arrivati complessivamente a 44,6 mln di euro. Riportiamo di seguito integralmente il dettaglio:

Per Verde 70 (il compostaggio da 70mila tonnellate annue): euro 5 milioni, realizzato in due anni. Dal 2022 a regime.

Per BIO35 (il biodigestore da 35mila tonnellate annue): euro 12 milioni, realizzato in due anni. Dal 2024 a regime

Per i nuovi biofiltri a servizio di Verde 70 e BIO35, le analisi olfattometriche a tappeto, i controlli periodici, gli adeguamenti per variazioni climatiche: euro 1,8 milioni. Ovviamente i biofiltri sono stati attivati contemporaneamente al reparto a cui si riferiscono. È in costruzione una “ridondanza”, cioè biofiltri di scorta che entrano in servizio quando i principali sono in manutenzione

Per L75 prima fase (catalizzatore, nuovi ventilatori, nuovo camino): euro 1,8 milioni, realizzati in 9 mesi.

Per L75 completamento: euro 24 milioni, lavori iniziati il 29 luglio.

Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.