Arpat: in Toscana 948 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia
L'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) effettua un monitoraggio per tipizzare i rifiuti e definire i trend quantitativi di abbandono e rinvenimento sulle spiagge e dalle anticipazioni di alcune informazioni ambientali contenute nell’Annuario dei dati ambientali 2024 emerge che «Nel 2023, i rifiuti antropici ritrovati sulle spiagge toscane, oggetto di monitoraggio, sono, in media, 948, mentre, nel 2022, erano 503. Si tratta mediamente di circa 9 oggetti per metro lineare o 0,23 oggetti al metro quadro».
L’attività rientra tra quelle previste dalla Direttiva Quadro sulla Strategia Marina, che richiede di conteggiare i rifiuti presenti sulle spiagge e classificarli in base ad un elenco (“Joint List”), elaborata dal JCR, centro di ricerca europeo, che ha individuato le principali tipologie di rifiuto (circa 165) in base ad un doppio livello gerarchico: primo livello: materiale, secondo livello: tipologia d’uso. Il personale Arpat realizza, con cadenza semestrale, quindi due volte all’anno: in primavera (aprile) ed in autunno (novembre), il monitoraggio dei rifiuti solidi presenti sulle spiagge di Libera Vittoria Apuana, Marina di Vecchiano, Castagneto, Quagliodromo e Collelungo.
Le spiagge sono state scelte secondo i criteri previsti dalla Strategia marina nel 2015. La Direttiva stabilisce che ogni Regione monitori almeno una spiaggia per ciascuna delle seguenti tipologie: aree urbanizzate; foci fluviali; aree portuali o comunque indicative di inquinamento proveniente dal trasporto marittimo e dalla pesca; aree remote non direttamente accessibili a mezzi di trasporto via terra o individuate in aree protette.
L’anno scorso, il personale Arpat ha registrato un incremento consistente degli oggetti rinvenuti soprattutto nella spiaggia di Forte dei Marmi e spiega che «Si tratta, in particolare, di oggetti in plastica, che risultano prevalenti anche nelle altre spiagge monitorate, dove i rifiuti in plastica e polistirolo si attestano al 95,6% mentre sono residuali gli altri materiali: gomma (0,2%), vetro e ceramica (0,5%), legno (0,6%), metalli (0,8%), carta e cartone (1,1%) e tessuti (1,2%)».
Arpat ha fatto il conto dei rifiuti presenti che varia da spiaggia a spiaggia monitorata: Vittoria Apuana: 1850: Marina di Vecchiano: 114; Marina di Castagneto sud: 547; Quagliodromo: 817; Collelungo: 1411.
All’Arpat spigano che «Per effettuare questo monitoraggio, viene censito un transetto (tratto di spiaggia di 100 metri di lunghezza, che va dalla battigia fino al sistema dunale o alla vegetazione oppure ad eventuali manufatti esistenti), rilevando tutti i rifiuti superiori a 2,5 cm, ad eccezione dei mozziconi di sigaretta che vengono sempre registrati, senza scavare la sabbia. I rifiuti vengono schedati, specificando il materiale di cui è composto il rifiuto (polimeri artificiali, carta/cartone, gomma, metallo, vetro/ceramica, tessile, sostanze chimiche, legno processato/lavorato) mentre il passaggio successivo prevede la definizione del parametro di abbondanza: “numero di rifiuti per 100 metri”. A livello europeo, non è stato ancora definito un indicatore di stato ecologico sulla base di classi di abbondanza del rifiuto.
ARPAT, infine, assicura che il rifiuto censito venga rimosso grazie anche alla collaborazione con i Comuni e i gestori dei rifiuti urbani o le associazioni di volontariato; questa operazione si rende necessaria per evitare di censire di nuovo gli stessi rifiuti nella stagione successiva».
Molti dei rifiuti trovati sulle spiagge rientrano tra quelli banditi dalla Direttiva europea SUP (Single Use Plastic), adottata nel 2019 e recepita dall’Italia nel 2021 ed entrata in vigore il 14 gennaio 2022, che disciplina le plastiche monouso, non biodegradabili e non compostabili.
L’Arpat elenca le iniziative dell’Italia contro l’inquinamento da plastica: divieto di plastica monouso: la normativa prevede un elenco di prodotti in plastica monouso banditi, come bastoncini cotonati, piatti, posate, cannucce, bicchieri, palloncini e contenitori in polistirene per asporto; promozione di materiali biodegradabili: l’Italia sta incoraggiando l’uso di materiali biodegradabili come alternativa alla plastica tradizionale; riciclaggio: il nostro paese sta lavorando per aumentare i tassi di riciclaggio e riutilizzo della plastica anche al fine di raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050; promozione di buone pratiche di sostenibilità ambientale attraverso attività di informazione, comunicazione ed educazione ambientale.
La Regione Toscana, con la Legge regionale n. 37 del 2019, Misure per la riduzione dell’incidenza della plastica sull’ambiente", si è posta l'obiettivo di: limitare l'uso di plastica usa e getta; evitare l'abbandono di rifiuti e tutelare l'ambiente e la natura, fissando alcuni limiti all'uso di prodotti in plastica monouso in manifestazioni fieristiche, sagre, fiere-mercato, anche di comunicazione, organizzate o finanziate, anche in parte, dalla Regione, enti locali, enti e aziende soggette alla vigilanza degli stessi ed in parchi, aree protette, lidi e spiagge del demanio marittimo.
La normativa regionale toscana è in piena sintonia con la strategia europea e punta a risolvere il problema dei rifiuti plastici e dei relativi danni ambientali con una serie di misure, come: gli obiettivi di riduzione del consumo di contenitori in plastica per alimenti solidi e liquidi; il raggiungimento degli obiettivi di raccolta, aumentando le percentuali di raccolta in particolare di quei prodotti usa e getta come le bottiglie di plastica monouso; le misure di sensibilizzazione verso i consumatori.
Nel marzo 2022, 175 Paesi hanno firmato un accordo per istituire, entro il 1° dicembre 2024, un “Trattato globale sull'inquinamento da plastica” che è in fase di negoziazione all’United Nations environmente programme (Uneòp) dove si stanno discutendo alcuni punti importanti, come: gli obiettivi di riduzione; il trattato stabilirà obiettivi globali per ridurre l’uso e la produzione di plastica monouso sia in termini di quantità di plastica prodotta, di riciclaggio e di uso di alternative sostenibili; gli standard di progettazione; il trattato promuoverà la progettazione di prodotti in plastica che siano più facilmente riciclabili o compostabili, prevedendo l’etichettatura chiara dei materiali e l’adozione di standard internazionali; la responsabilità estesa del produttore; il trattato potrebbe richiedere ai produttori di plastica di assumersi una maggiore responsabilità nella fase di gestione dei rifiuti, incoraggiando il riciclaggio e la raccolta differenziata; il monitoraggio e la reportistica; il trattato dovrà prevedere meccanismi per monitorare l’attuazione del suo contenuto e per raccogliere dati sull’inquinamento da plastica a livello globale; la collaborazione internazionale; il trattato promuoverà la cooperazione tra i paesi per fare fronte comune contro l’inquinamento da plastica, anche attraverso lo scambio di buone pratiche, la ricerca condivisa e la collaborazione tecnica.