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Mare caldo all’Isola d’Elba

I preoccupanti risultati del rapporto di DiSTAV, Greenpeace ed Elbatech
 |  Toscana

Il Dipartimento di scienze della terra, dell’ambiente e della vita (DiSTAV) dell’università di Genova. Greenpeace Italia ed Elbatech hanno pubblicato la  “Relazione del quarto anno di Progetto Mare Caldo (2022-2023) -  Monitoraggio degli effetti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi marini bentonici di scogliera” e la situazione sembra particolarmente critica nella terza isola italiana, L’Eba.  Ecco cosa si legge nel dossier “Mare Caldo”:

L’isola d’Elba fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, istituito con il decreto del Presidente della Repubblica il 22 luglio 1996. Il parco comprende tutte le sette isole principali dell’Arcipelago Toscano (Elba, Capraia, Gorgona, Pianosa, Montecristo, Giglio e Giannutri) e alcune isole minori per un totale di 56.766 ettari di mare e 17.887 ettari di terra. L’Isola d’Elba, tuttavia, è sottoposta a regime di tutela solo per una parte del suo territorio terrestre e le acque costiere non rientrano nel perimetro del Parco Nazionale. Da un punto di vista geomorfologico l’Isola d’Elba è l’affioramento più occidentale della catena nord-appenninica ed è nota per i suoi giacimenti minerari a ferro. A ovest è costituita da plutone granodioritico, mentre a est è costituita da una sequenza di unità tettoniche con successioni sedimentarie di tipo Ligure e Toscano, oltre che da monzoniti.

Per l’area dell’Isola d’Elba, nei primi tre anni di monitoraggio i dati forniti dai temperature data logger hanno permesso di analizzare l’andamento delle temperature per il periodo compreso tra dicembre 2019 e settembre 2022 (Montefalcone & Azzola 2020, 2022; Azzola & Montefalcone, 2023).

Nel quarto anno di progetto è stato analizzato l’andamento della temperatura sulla colonna d’acqua da ottobre 2022 a settembre 2023. Dall’analisi dei dati di temperatura sulla colonna d’acqua nell’area dell’Isola d’Elba la temperatura media registrata per la stagione autunnale del 2022 è stata di ~20° C con massime di ~22° C e minime di ~17° C. Per la stagione invernale del 2022 la temperatura media è stata di ~15° C, con massime di ~16° C e minime di ~14° C. Per la stagione primaverile del 2023 la temperatura media è stata di ~17° C, con massime di ~24° C e minime di ~15° C. Per l’estate 2023 la temperatura media registrata è stata di ~22° C con massime di ~27° C e minime di ~17° C.

Confronto delle aree monitorate nell’ambito dei quattro anni di progetto

Nell’ambito dei quattro anni di progetto, considerando tutte le nove aree monitorate, i monitoraggi mostrano un generale gradiente latitudinale con un aumento del numero di specie termofile procedendo da nord verso sud. Una maggiore presenza si osserva, infatti, nelle AMP Capo Carbonara, Plemmirio e Capo Milazzo, dove naturalmente abbondano le specie native termofile, ma sono anche molte le specie aliene provenienti dal canale di Suez e dall’Atlantico. A queste tre aree seguono l’AMP Torre Guaceto, l’Isola d’Elba, l’AMP Isole Tremiti, l’AMP Portofino e l’AMP Cinque Terre. Nell’AMP Miramare, area di studio più a nord, non sono state rilevate specie termofile.

Al fine di analizzare gli effetti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi marini sono necessari monitoraggi a lungo termine. Le indagini ad ampia scala temporale e spaziale possono, infatti, essere utilizzate per valutare le relazioni tra i fattori ambientali e i cambiamenti nelle comunità biologiche (Doney et al. 2012). Nell’ambito del progetto Mare Caldo ci si è posti l’obiettivo di monitorare l’andamento delle temperature lungo la colonna d’acqua, fino a 40 m di profondità, al fine di valutare gli effetti dei cambiamenti climatici sulle comunità bentoniche di scogliera rocciosa.

All’Isola d’Elba sono state registrate temperature massime di 29° C a 5 m di profondità, sia nel mese di luglio sia nel mese di agosto 2022, che corrispondono a circa 3° C in più rispetto alle temperature massime degli stessi mesi negli anni precedenti (2021) e di circa 1° C in più rispetto all’anno successivo (2023).

Nell’ambito dei quattro anni del progetto Mare Caldo, nonostante i picchi maggiori di temperatura siano stati registrati nella stagione estiva del 2022, l’andamento delle temperature dei mari italiani nel 2023 è coerente con l’andamento globale delle temperature del mare. Ad esempio, i valori medi primaverili ed estivi nelle aree dell’Isola d’Elba, delle AMP Portofino, Capo Carbonara e Plemmirio sono risultati tendenzialmente maggiori nel 2023 rispetto agli anni precedenti. Particolarmente caldi, a livello globale, sono risultati inoltre i mesi autunnali del 2023. Sarà quindi estremamente interessante l’analisi dei dati autunnali/invernali del 2023/2024 che verrà condotta nell’ambito del quinto anno del progetto Mare Caldo.

Durante i quattro anni di monitoraggio non sono stati osservati eventi di mortalità di massa paragonabili a quelli verificatisi nel 1990 e nel 2003 (Cerrano et al. 2000; Garrabou et al. 2009). Tuttavia, in tutte le nove aree monitorate sono stati osservati segni di sbiancamento e necrosi delle specie target attribuibili all’effetto del riscaldamento delle acque. Delle nove aree monitorate, l’AMP Miramare situata più a nord è l’area dove sono stati registrati i minori valori di impatto, sia per quanto riguarda le specie target di cnidari sia per le alghe calcaree. Tuttavia, in quest’area sono stati riportati eventi significativi di mortalità di massa del mollusco bivalve Pinna nobilis, che ha coinvolto tutte le popolazioni mediterranee di questa specie a partire dal 2018. L’AMP Capo Carbonara e l’Isola d’Elba, nel 2021, e l’AMP Capo 72 Milazzo nel 2023 sono risultate le aree dove si sono osservati i maggiori impatti sulle gorgonie, verosimilmente dovuti alla presenza di mucillagine che in alcune aree di studio copriva il 30-40% delle colonie. In particolare, per le specie Eunicella cavolini e Eunicella singularis, in tutte e tre le aree il 20-30% circa delle colonie osservate mostravano segni di necrosi.

Le analisi condotte sulle specie termofile hanno rivelato un gradiente latitudinale coerente con i dati della temperatura. Nelle AMP più meridionali di Capo Carbonara, Capo Milazzo e Plemmirio è stato registrato il maggiore numero di specie termofile. Le specie termofile autoctone sono naturalmente abbondanti in queste aree; tuttavia, il loro potenziale incremento e la diffusione di specie esotiche potrebbe portare a un impoverimento delle comunità autoctone (Occhipinti-Ambrogi 2007). Diverse specie termofile sono state osservate, inaspettatamente, anche all’Isola d’Elba, nell’AMP di Portofino e nell’AMP Cinque Terre, mentre non sono state osservate specie termofile nell’AMP Miramare. In conclusione, i risultati del quarto anno del progetto Mare Caldo confermano le osservazioni condotte nell’ambito dei primi tre anni di progetto. Gli effetti del cambiamento climatico e delle anomalie termiche sono evidenti in tutte le aree di monitoraggio, indipendentemente dalla diversa localizzazione geografica, dalla diversa latitudine e dal diverso livello di conservazione.

Come già evidenziato, la mitigazione e la corretta gestione delle pressioni locali, anche grazie all’istituzione di aree marine protette, rappresentano le migliori strategie per aumentare la resilienza degli ecosistemi marini costieri. Tuttavia, pur essendo validi strumenti di conservazione, non sono sufficienti a contrastare gli effetti del cambiamento climatico, per i quali sono necessari anche interventi sinergici a livello globale.

Per questo motivo risulta fondamentale lo sviluppo di reti di monitoraggio e ricerca a livello internazionale. I risultati ottenuti nei quattro anni di progetto Mare Caldo, e il loro confronto con la rete mediterranea T-MEDNet, evidenziano l’importanza di valutare in maniera sinottica e comparativa gli effetti del riscaldamento globale sugli ecosistemi marini.

Redazione Greenreport

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