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Ma è stata anche una stagione più piovosa del normale (+39%)

In Toscana la primavera 2024 è stata più calda di 2,2°C rispetto al 1961-1990

Lamma: «Dal 2000 in poi i giorni molto caldi sono il doppio rispetto a quanti se ne contavano nel periodo 1961-1990»
 |  Toscana

I dati appena messi in fila dal Lamma – il consorzio pubblico nato da Cnr e Regione – in Toscana la primavera 2024 è stata la seconda più calda almeno da 70 anni, dopo quella del 2007. 

L'anomalia di temperatura relativamente alle 4 stazioni meteorologiche di Firenze, Arezzo, Grosseto e Pisa è stata di +1.2 °C rispetto al periodo 1991-2020, e di ben +2.2°C rispetto al trentennio 1961-1990.

L'andamento nel trimestre è stato piuttosto altalenante: al terzo marzo più caldo dal 1955 (anomalia di +1,9 °C), è seguito l’ottavo aprile più caldo (con +1.1 °C) ed un mese di maggio in media o “solo” leggermente più caldo del normale (anomalia di +0.5 °C, quindicesimo più caldo).

Dal punto di vista delle piogge la primavera è stata piuttosto abbondante, eccezionalmente nel nord Italia. In Toscana è stata complessivamente una primavera più piovosa del normale (+39% di anomalia) con precipitazioni abbastanza ben distribuite a livello spaziale e temporale. Maggiori surplus di pioggia sul nord-ovest, +49% sulle province di Massa, Lucca e Pistoia, a seguire sulle zone centrali della regione (+38%) e sul grossetano (+33%). 

Se dal 2000 in poi i giorni molto caldi sono il doppio rispetto a quanti se ne contavano nel periodo 1961-1990, sono invece dimezzati quelli molto freddi che sono poco meno della metà rispetto al 1961-1990.  

Ampliando il quadro d’osservazione, secondo il Cnr-Isac in Italia la primavera 2024 è stata  la seconda più calda dall'inizio delle rilevazioni seconda solo alla primavera 2007 (+1.22 °C). Rispetto alla media climatologica dell'ultimo trentennio 1991-2020, a livello italiano ha fatto registrare uno scarto di +1.05 °C. Sebbene la stagione sia stata eccezionalmente piovosa con un surplus anche estremo al nord, al sud permane una siccità  severa-estrema,  diffusa su Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia e Sardegna sud-orientale.

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Redazione Greenreport

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