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Siglato il protocollo d'intesa a Perugia

In Umbria il turismo sostenibile salta in sella: tra Assisi e Gubbio 50 chilometri di ippovia

«Un valido alleato per favorire il radicamento della popolazione in loco, primo presidio per la tutela del territorio, preservandolo dagli innumerevoli rischi connessi all'abbandono»
 |  Territorio e smart city

Il percorso sarà uno dei più suggestivi per i turisti che visitano la regione, sia per motivi culturali sia religiosi: la Via di Francesco, che attraversa l’Umbria verso la Valle Santa di Rieti, fino a raggiungere la tomba dell'apostolo Pietro a Roma: un percorso di circa 50 chilometri, riservato ai turisti a cavallo, che si snoderà tra i luoghi di vita del Santo.

A realizzare il progetto sarà Sviluppumbria insieme a 4 Comuni umbri, che hanno firmato un protocollo d'intesa a Perugia: sul percorso saranno previsti tutti i servizi necessari a rispondere alle esigenze di cavalli e cavalieri (punti di sosta e di ristoro, una rete di assistenza con maniscalchi e studi veterinari), con un attestato di fine cammino una volta terminata l’ippovia.

«L'Umbria ha caratteristiche molto appropriate per sviluppare forme di escursionismo a cavallo, in parallelo con quello pedonale e ciclabile - ha spiegato Cristina Giulianelli dall’area promozione integrata e turismo di Sviluppumbria, l’Agenzia regionale per la competitività e la crescita economica – Lo sviluppo di infrastrutture per la mobilità, che permettano un approccio sostenibile, facilita senz'altro un tipo di fruizione capillare ed equilibrato del nostro territorio, ricco di elementi storici, artistici, ambientali e paesaggistici».

«Non vanno poi sottovalutate nemmeno le ricadute positive in termini ambientali: mettere a sistema itinerari percorribili a piedi, in bicicletta e a cavallo può assicurare un incremento delle presenze di turisti, e può aiutare la nascita e il consolidamento di servizi turistici – aggiunge il sindaco di Valfabbrica, Roberta Di Simone, comune capofila del progetto – Un valido alleato per favorire il radicamento della popolazione in loco, primo presidio per la tutela del territorio, preservandolo dagli innumerevoli rischi connessi all'abbandono».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.