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Napoli, crollano due palazzine dell’università. Geologi: «Ennesimo episodio di dissesto»
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La voragine che si è originata a Napoli, alle spalle dell’Orto botanico nei pressi di piazza Carlo III e il successivo crollo delle due palazzine della Facoltà di Veterinaria, è solo l’ultimo episodio di dissesto idrogeologico ed evidenzia, al di là dei proclami, quanto siamo ancora distanti da una vera pianificazione in materia di difesa del suolo e di gestione delle emergenze, ammesso che ce ne sia ancora bisogno dopo tutto ciò che è accaduto e continua ad accadere con frequenza sempre maggiore nel nostro paese.
I geologi conoscono bene la fragilità e le insidie del territorio napoletano, dove si sommano gli effetti dovuti alla miriade di cavità realizzate dall’uomo per il prelievo di materiale tufaceo (ma non solo), all’inesistente manutenzione delle reti e delle condotte sotterranee e, non per ultimo, all’abusivismo edilizio.
L’intreccio di reti, condotte e cavità spesso è anche sconosciuto, o se ne è persa la memoria, eppure basterebbe un geologo, con i “ferri del mestiere”, per tracciarne una mappa precisa, ma chi investe sulla conoscenza del territorio, sulla sua sicurezza e, quindi, sulla prevenzione a Napoli come in tutta Italia?
Il discorso è difatti generalizzabile all’intero territorio nazionale, perché ovunque, sia a livello locale che centrale, si continua a fare poco o nulla, mentre tra le tipologie di rischio che investono il nostro paese, quello del dissesto idrogeologico rappresenta uno di quelli a maggior impatto socio-economico, secondo solo al rischio sismico.
Ma nonostante sia ormai chiaro a tutti che riparare i danni costa molto di più che prevenirli, la prevenzione è ancora un'eccezione, si continua con le misure tampone ed emergenziali di protezione civile, ad evento accaduto. Una scelta, quella di continuare ad affrontare i rischi geologi con misure di fatto solo emergenziali, fallimentare, perché significa che continueremo a contare i danni, quando non anche le vittime e si moltiplicheranno i costi, saranno sempre più esorbitanti per la società.
Napoli mi risulta che verifiche e controlli di palazzi e strade sono scarsi se non inesistenti, mentre sarebbero fondamentali per evitare il ripetersi di episodi simili, che solo per un caso fortuito non ha provocato altre vittime.
E poi ancora oggi, in Campania come altrove, non possiamo non denunciare l’assenza di provvedimenti legislativi che impongano l’adozione del Fascicolo del fabbricato. Il Fascicolo del Fabbricato è l’unico strumento che potrebbe farci conoscere il reale stato di salute degli edifici, è l’equivalente del libretto pediatrico per un bambino, il posto cioè dove vengono segnati i controlli e i monitoraggi, le malattie e le cure, le ricadute, ecc., tra l’altro fondamentale in un paese ad elevato rischio sismico come l’Italia.
Decenni di incuria ed inettitudine hanno contribuito al degrado del territorio e a far diventare il dissesto idrogeologico una priorità nazionale: è il caso che le istituzioni preposte se ne rendano finalmente conto ed agiscano di conseguenza.
di Francesco Peduto, presidente del Consiglio nazionale dei geologi e già presidente dell’Ordine dei geologi della Campania
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