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Mose, la maledizione delle grandi opere: 35 arresti eccellenti

I Verdi: «Da Venezia all’Expo, un abbraccio fatale tra opere inutili e corruzione. Ormai è una valanga»
 |  Territorio e smart city

L’arresto di 35 politici, alti funzionari e imprenditori - compresi il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni (PD) e l’assessore regionale Renato Chisso (Forza Italia) - nell’ambito delle indagini sull’ex amministratore delegato della Mantovani Giorgio Baita e gli appalti per il Mose, il gigantesco e contestatissimo sistema di dighe mobili per la salvaguardia di Venezia, è l’ennesima conferma di quanto siano pericolose e infiltrabili in Italia le grandi opere. La cosa è confermata dal fatto che la Procura avrebbe chiesto l’arresto anche dell’ex governatore del Veneto (1995-2010) e ministro Giancarlo Galan, attualmente parlamentare di Forza Italia e per il quale è necessaria l’autorizzazione parlamentare a procedere.

La copresidente del Partito Verde europeo Monica Frassoni e Luana Zanella, coportavoce dei Verdi italiani, in una nota congiunta evidenziano che «ormai è una valanga: tutte le opere che noi abbiamo contestato come inutili e dannose, dispendiose di denaro pubblico e devastatrici dell'ambiente si stanno rivelando delle occasioni di corruttela e irregolarità. Dalla Bre-Be-Mi coi suoi rifiuti tossici interrati e gli arresti in Lombardia intorno all’Expo e alle relative "infrastrutture" farlocche, dall'affaristica costruzione dell'Aquila, alla Maddalena con il G8 poi trasferito, fino alla TAV in Toscana, non si contano i casi in cui le nostre proteste e previsioni di insostenibilità finanziaria e ambientale di infrastrutture controverse si sono rivelate esatte. Bisogna che il dibattito pubblico cominci davvero a vedere il collegamento diretto fra la corruzione e l’indisponibilità delle autorità preposte alla decisione sulle varie opere, è necessario discutere nel merito della loro effettiva utilità e sostenibilità  ambientale. Bisogna inoltre che la Commissione Europea, finora sorda ai nostri appelli e ricorsi su irregolarità negli appalti (per esempio nel caso della Maddalena e del G8) reagisca di fronte a eventi che sono possibili perché la sua vigilanza in materia di normativa europea di appalti è insufficiente ed esitante».

Anche per il coportavoce dei Verdi Angelo Bonelli, «è ormai evidente che dietro le grandi opere inutili, costosissime e dannose per l'ambiente si annida una vera e propria strategia della tangente come dimostrano gli arresti oggi del Mose e ieri per l'Expo. Noi Verdi, per esserci sempre opposti a queste opere inutili, che producevano disastri ambientali, corruzione e spreco di denaro pubblico siamo stati tacciaci come quelli del “No”, attaccati da tutti i fronti come coloro che volevano bloccare tutto. Oggi la storia ci da ragione perché siamo stati l'unica forza politica a contestare e contrastare sin dal principio le grandi opere inutili che non solo creano disastri ambientali ma producono debito e corruzione. Adesso per l'Italia è  venuto il momento di voltare pagina rispetto agli sprechi e alla corruzione: che si apra una stagione di opere utili e che servono al Paese a cominciare dalla massa in sicurezza del territorio dal rischio sismico e idrogeologico: basta con le grandi opere inutili che sono il lunapark dei signori delle tangenti e del malaffare e che non servono al paese».

Caustico anche l’ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari. «Le mie posizioni sono da molto tempo conosciute: da sindaco – ha ricordato il filosofo a Radio Città Futura – durante i governi Prodi e Berlusconi, avviai un processo di verifica ed in tanti passaggi ebbi modo di ripetere, senza essere ascoltato, che le procedure assunte non permettevano alcun controllo da parte degli enti locali e che il Mose si poteva fare a condizioni più vantaggiose. Sì, ammetto sono stupito. Ho sempre contestato le procedure assunte per dare il via ai lavori del Mose, ma non pensavo certo a provvedimenti della magistratura nei confronti dell'attuale sindaco. Negli anni del governo Prodi, all'ultima riunione del Comitatone, che diede il via libera al proseguimento dei lavori del Mose fui l'unico a votare contro, con il solo sostegno di una parte del centrosinistra. Da allora non me ne sono più interessato».

Redazione Greenreport

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