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Rischio nucleare, Iaea: nessun miglioramento in Ucraina, Iran e Corea del nord. Silenzio su Israele

Le rinnovabili hanno surclassato il nucleare: producono tre volte più energia a livello globale
 |  Nuove energie

Rivolgendosi al Board of Governors, il direttore generale dell'International atomic energy agency (Iaea) ha ammesso che «Non sono stati compiuti progressi nella risoluzione delle questioni in sospeso».

Grossi ha fatto una panoramica del nucleare civile a rischio guerra e del nucleare che potrebbe scatenare una nuova guerra mondiale ed ha detto che «L'Iaea continua a monitorare, valutare e comunicare l'impatto della guerra in Ucraina sulla sicurezza e la protezione degli impianti nucleari ucraini. La situazione nella centrale nucleare di Zaporizhzhya rimane precaria. Tutti e 7 i pilastri della sicurezza nucleare sono stati completamente o parzialmente compromessi. All'inizio di aprile, la centrale nucleare di Zaporizhzhya ha subito attacchi diretti per la prima volta in quasi un anno e mezzo. Questi attacchi hanno violato il primo dei 5 principi concreti per la protezione della centrale nucleare di Zaporizhzhya che ho presentato al Consiglio per la prima volta un anno fa. Gli attacchi e le frequenti interruzioni delle linee elettriche esterne a causa di attività militari stanno creando una situazione grave, che ho descritto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 25 aprile, nel mio settimo briefing dell'organismo. Problemi relativi al personale, all'ispezione ordinaria e alla manutenzione delle strutture, dei sistemi e dei componenti di sicurezza; l’affidabilità delle catene di approvvigionamento e le misure di emergenza in loco continuano a rappresentare una sfida e a presentare rischi per la sicurezza nucleare e l’incolumità dell’impianto».

Il 28 maggio Grossi è andato nell’enclave russa di Kaliningrad  per parlare con il capo della compagnia nucleare statale russa Rosatom, Alexey Likhachev, dei fattori che rappresentano gravi pericoli per la sicurezza nucleare. Il direttore generale dell’Iaea ha ricordato che «Da aprile, tutte e sei le unità del reattore sono in fase di spegnimento a freddo. Questo è stato raccomandato dall'Agenzia per qualche tempo, poiché migliora la sicurezza generale dell'impianto. L’ Iaea Support and Assistance Mission to Zaporizhzhya (ISAMZ) non ha accesso ad alcune aree importanti per la sicurezza nucleare della centrale nucleare di Zaporizhzhya e non può avere discussioni aperte con tutto il personale interessato. Questo impedisce all’Agenzia a effettuare valutazioni imparziali e ferme della situazione rispetto ai 7 pilastri e limita la nostra capacità di fornire continuamente una chiara conferma del rispetto dei 5 principi concreti».

L’Iaea continua a essere presente nelle altre 4 centrali nucleari ucraine e i suoi team segnalano «Catene di approvvigionamento compromesse per i pezzi di ricambio e alti livelli di stress tra il personale degli impianti».

Grossi è poi passato all’altro scenario nucleare caldo, in particolare dopo la morte del presidente e del ministri degli esteri iraniani in un incidente aereo, e ha presentato al Board of Governors Iaea il suo ultimo rapporto “Verification and monitoring in the Islamic Republic of Iran in light of United Nations Security Council Resolution 2231 (2015)” del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: «Noterete – ha detto - che le scorte di uranio arricchito dell'Iran continuano ad aumentare, compreso quello arricchito fino al 60%. L'Agenzia ha perso la continuità delle conoscenze in relazione alla produzione e all'inventario di centrifughe, rotori e mantici, acqua pesante e concentrato di minerale di uranio. Sono trascorsi più di tre anni da quando l'Iran ha smesso provvisoriamente di applicare il suo Protocollo aggiuntivo e sono quindi trascorsi anche più di tre anni da quando l'Agenzia è stata in grado avere un accesso complementare in Iran».

Grossi  ha anche presentato la sua relazione sul “NPT Safeguards Agreement with the Islamic Republic of Iran” e ha ammesso che «Non vi sono stati progressi nella risoluzione delle questioni di salvaguardia in sospeso. L'Iran non ha fornito all'Agenzia spiegazioni tecnicamente credibili per la presenza di particelle di uranio di origine antropica a Varamin e Turquzabad, né ha informato l'Agenzia dell'attuale posizione del materiale nucleare e/o delle apparecchiature contaminate. L’Iran non sta ancora implementando il Codice 3.1 modificato, avendo dichiarato di aver sospeso tale implementazione. Questi problemi di salvaguardia in sospeso derivano dagli obblighi dell'Iran ai sensi del suo Accordo di Salvaguardia Globale e devono essere risolti affinché l'Agenzia sia in grado di garantire che il programma nucleare iraniano sia esclusivamente pacifico. Ulteriori dichiarazioni pubbliche fatte in Iran riguardo alle sue capacità tecniche di produrre armi nucleari e possibili modifiche alla dottrina nucleare iraniana non fanno altro che aumentare le mie preoccupazioni sulla correttezza e completezza delle dichiarazioni di salvaguardia dell'Iran».

Grossi ha ricordato che all'inizio di maggio era andato a Teheran per incontrare il defunto ministro degli esteri Hossein Amir-Abdollahian e il vicepresidente della Repubblica Islamica dell'Iran e presidente dell'Organizzazione per l'Energia Atomica dell'Iran (AEOI), Mohammad Eslami, e di aver ondiviso con loro alcune proposte concrete per rinvigorire l’attuazione della Dichiarazione Congiunta del 4 marzo 2023. Ma ha aggiunto: «Mi rammarico profondamente che l’Iran non abbia ancora revocato la sua decisione di annullare le designazioni di diversi ispettori esperti dell’Agenzia. Tuttavia, accolgo con favore l'accordo dell'Iran secondo cui la Dichiarazione congiunta continua a fornire un quadro per la cooperazione con l'Agenzia e per affrontare le questioni in sospeso e invito l'Iran ad attuare la Dichiarazione congiunta attraverso un serio impegno con le proposte concrete dell'Agenzia. Ribadisco al nuovo governo della Repubblica Islamica dell'Iran il mio appello e la mia disposizione a proseguire il dialogo ad alto livello e i conseguenti scambi tecnici avviati a seguito degli incontri con il defunto ministro degli esteri e l'attuale ministro degli esteri ad interim Ali Bagheri Kani il 6 e 7 maggio a Teheran ed Esfahan. Durante la successiva comunicazione con il ministro Kani, abbiamo convenuto di proseguire gli sforzi come discusso a Teheran all’inizio di maggio».

Restando in Medio Oriente, Grossi ha sottolineato che «Il regime di non proliferazione nucleare richiede il nostro impegno costante e la nostra determinazione per garantire che le attività nucleari legittime siano svolte in modo pacifico. In questo spirito, ho incontrato il presidente Bashar al-Assad a Damasco il 19 marzo e ho concordato un nuovo impegno tra la Repubblica araba siriana e l’Agenzia. A seguito di tali consultazioni, l’Iaea, in coordinamento con il governo siriano, avvierà un processo di chiarimento delle questioni pendenti relative alle passate attività in Siria che richiedono ulteriori indagini al fine di escludere qualsiasi preoccupazione di proliferazione. Terrò aggiornato il Consiglio su questo importante processo».

Grossi non ha detto invece niente sull’altro Paese nucleare mediorientale. Isreale che posdiede tra le 100 e le 200 bombe atomiche, centrali nucleari e che minaccia continuamente di bombardare – ricambiato – l’Iran colpevole di volersi dotere della bomba atomica che Israele già ha e di non rispoettare gli stessi trattati internazionali di non proliferazione nucleare ai quali Isreale nemmeno aderisce. Per l’Iaea Israele è da sempre un punto cieco che non compare – se non quando è proprio impossibile non consideralo – nei suoi rapporti.    

Grossi ha inoltre espresso preoccupazione per il continuo e ulteriore sviluppo del programma nucleare della Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC): «Dal mio rapporto al Consiglio e alla Conferenza generale nell’agosto 2023 abbiamo continuato a monitorare il programma nucleare della Repubblica popolare democratica di Corea. Come ho sottolineato nel mio “Statement on Recent Developments in the DPRK’s Nuclear Programme” del 21 dicembre 2023, l'Agenzia ha osservato lo scarico di acqua calda dal sistema di raffreddamento del reattore ad acqua leggera (LWR) a Yongbyon. Dopo la mia dichiarazione, l'Agenzia ha osservato uno scarico intermittente di acqua di raffreddamento coerente con il funzionamento dell'LWR. Altre attività continuano nel sito di Yongbyon. Ci sono indicazioni continue del funzionamento del reattore da 5 MW(e) e anche indicazioni del funzionamento in corso dell'impianto di arricchimento segnalato e dei suoi annessi. Alla fine di febbraio 2024 sono iniziati i lavori per la costruzione di un annesso all'edificio principale nel complesso Kangson, ampliando in modo significativo la superficie disponibile. L'annesso è ora esternamente completo. Il complesso Kangson condivide le caratteristiche dell'infrastruttura con l'impianto di arricchimento con centrifuga segnalato a Yongbyon. Non ci sono indicazioni di cambiamento nel sito dei test nucleari di Punggye-ri, che rimane occupato e pronto a sostenere un nuovo test nucleare, la cui conduzione contravverrebbe alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e sarebbe motivo di seria preoccupazione. La continuazione e l'ulteriore sviluppo del programma nucleare della RPDC, compresa la costruzione e il funzionamento dell'LWR, costituiscono una chiara violazione delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ed è profondamente deplorevole. Invito la RPDC a rispettare pienamente i propri obblighi ai sensi delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, a cooperare tempestivamente con l'Agenzia nella piena ed efficace attuazione dell'accordo di salvaguardia del TNP e a risolvere tutte le questioni in sospeso, in particolare quelle emerse durante l'assenza degli ispettori dell'Agenzia del paese. L'Agenzia continua a mantenere la sua maggiore disponibilità a svolgere il suo ruolo essenziale nella verifica del programma nucleare della RPDC».

Intanto il Giappone, con il benestare dell’Iaea, continua a scaricare nell’Oceano Pacifico l’acqua contaminata del cadavere radioattivo della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Grossi ha detto che «Lo scarico sta procedendo in conformità con il piano di sicurezza approvato dall'Autorità di Regolazione Nucleare del Giappone. L’analisi indipendente di esperti dei sei lotti rilasciati finora ha confermato che la concentrazione di trizio in ciascun lotto di acqua trattata con ALPS rilasciata fino ad oggi è molto al di sotto del limite operativo del Giappone».

Ma gli ambientalisti e i pescatori giapponesi fanno notare che quei limiti sono stati innalzati dopo la tragedia nucleare di Fukushima Daiichi e Cina Corea del Sud e altri Paesi del Pacifico continuano a definire pericoloso e irresponsabile lo scarico nell’oceano dell’acqua contaminata. Nonostante questi colossali problemi e questo evidente rapporto incestuoso tra nucleare civile e nucleare militare, Grossi ha concluso contro ogni evidenza che «L'Iaea è un veicolo di cruciale importanza per promuovere lo sviluppo sostenibile e la pace e la sicurezza internazionali».

La realtà è  nelle stesse cifre fornite dall’Iaea «Oggi, 416 reattori nucleari operativi in ​​31 paesi rappresentano più di 374 gigawatt di capacità installata, fornendo quasi il 10% dell’elettricità totale mondiale e un quarto della sua fornitura low-carbon. Altri 59 reattori per un totale di quasi 62 gigawatt sono in costruzione in 15 Paesi, 3 dei quali sono nuovi arrivati».

Insomma, il nucleare – il modo più costoso e pericoloso di produrre energia -  svolge e svolgerà sempre più un ruolo residuale nel panorama energetico globale e è stato surclassato dalle energie rinnovabili che producono 3 volte più energia delle centrali nucleari, a un prezzo molto più basso e senza rischi di innescare una tragedia o una guerra nucleare.  

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.