La geotermia come fattore chiave per la transizione energetica dell’Unione europea
Considerata a torto un po’ la Cenerentola delle fonti pulite, la geotermiache per prima ha generato elettricità da risorse rinnovabili dall’interno della terra, sta vivendo una stagione di rinnovato interesse.Con una produttività H24/7 è l’unica risorsa naturale, rispetto alle principali rinnovabili meteoropatiche (eolico e solare ma anche idroelettrico) che sia in grado di supportare stabilmente la produzione elettrica. Per questo nellatransizione verde, la geotermia, a oltre 120 anni dall’avvio del primo impianto industriale a Larderello in Toscana, sta catalizzandol’interesse sia dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) che dall’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA).
Dall’epoca dell’originaria centrale sviluppata da Pietro Ginori Conti che pensò di usare il vapore geotermico per alimentare una dinamo e accendere 5 lampadine, facendo passare la geotermia dagli usi chimici scoperti dall’ingegner de Larderel quelli energetici, si sono realizzatecontinue innovazioni tecnologicheche hanno assicurato a questa “Vecchia Signora delle tecnologie energetiche”uno spirito giovanefavorendonela sua diffusione in altri continenti. Dagli Stati Uniti all’Africa e Oceania. Nel 2021 cinque paesi (Kenya, Islanda, El Salvador, Nuova Zelanda e Nicaragua) generavano oltre 15% della elettricità da fonti geotermali.
Proprio nella nazione di origine della geotermia si svolgerà, nell’ambito dei “Green Energy Days” a Salina (Eolie), una giornata dedicata all’unica risorsa naturale che sia in grado di supportare stabilmente la produzione elettrica. Interverranno il presidente dell’IGA (International Geothermal Association) Marit Brommer, dell’ISA (International Seabed Authority) e delle istituzioni europee. Saranno presenti operatoriindustriali come Saipem e Athanor Geotech, che tra gli altri hanno raccolto l’invito contenuto nella risoluzione votata del Parlamento Europeo lo scorso gennaio. Un documento (2023/2111 IN) che impegna il Consiglio, la Commissione Europea e gli Stati Membri ad attivarsi con politiche di sostegno alla geotermia, non solo sul fronte della semplificazione normativa, ma anche su quello finanziario, specialmente nelle fasi di esplorazione e costruzione degli impianti, dando ulteriore slancio allo sviluppo delle tecnologie geotermiche di prossima generazione.
Si trattadi un cambio di paradigma nelle scelte strategiche delle energie verdi. Nel piano per la sicurezza energetica dell’Europa REpowerEU si punta a triplicare la geotermia entro il 2030. A favore di un rapido sviluppo delle progettualità geotermiche si è espresso recentemente anche il Ministro Picchettoistituendo un tavolo tecnico ad hoc per definire le linee di un Piano di azione nazionale per rilanciare la geotermia anche quella offshore.
Uno studio del Massachusetts Institute of Technology (MIT) evidenzia che il potenziale geotermico presente sulla Terra potrebbe fornire energia verde all’intero pianeta per almeno 4.000 anni. Con una temperatura media del pianeta di 1.000 gradi centigradi e il 75% della superficie coperto di acqua, non dovrebbe sorprendere che le stime degli esperti concordinoche metà della domanda globale di energia (580 M TJoule) possa essere soddisfatta dalla energia geotermica rilasciata nelle aree vulcaniche sottomarine. Studi recenti dell’agenzia statunitense NOAA e della Texas A&M University hanno evidenziato che, globalmente, i fondali marini “caldi” si estendono per circa 30 milioni di Kmq, una superficie grande quanto l’Africa.
Negli ultimi anni ricerche e progetti di geotermia anche offshore a livello globale, ad esempio nel Golfo di California (USA e Messico), Mar del Giappone, Oceano Indiano (Indonesia, India), Atlantico settentrionale (Azzorre, Islanda), Filippine, Kenya e Nuova Zelanda, hanno reso sempre più evidente la grande potenzialità di questa risorsa in termini sia geotermoelettrici sia minerari, specialmente in contesti marini che favoriscono alti gradienti geotermici >100°C/km.
L’area del Tirreno meridionale (circa 30.000 Kmq) che include anche le isole Eolie, è una delle aree a maggiore potenzialità geotermica al mondo, con una stima di20-30 MWe/kmqdicapacità produttiva di energia elettrica. Grazie alla sua bassa impronta ecologica,la geotermia offshorerisulta un importante e sostenibile risorsa energetica del pianeta, senza dimenticare che dai fluidi geotermici si possono anche estrarre metalli e minerali di importanza strategica e ottenere la produzione di idrogeno verde da elettrolizzatori.
Di questo e della specifica realtà eoliana, si discuterà a Salina nell’iniziativa promossa dall’Associazione Isole Sostenibili il prossimo 6 giugno, proprio nella decade delle Nazioni Unite sulle scienze marine per uno sviluppo sostenibile (2021-2030).