Altro che nucleare, per abbassare le bollette ora anche Fratelli d'Italia guarda alle fonti rinnovabili
Secondo le stime elaborate dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, quest’anno per le imprese nazionali si prospetta una stangata energetica da 13,7 miliardi di euro in più rispetto al 2024 (+19,2%) raggiungendo un totale di 85,2 miliardi: 65,3 miliardi per l’energia elettrica – dove è ancora il gas a fissare il prezzo di riferimento per la maggior parte delle fasce orarie – e 19,9 miliardi per il gas vero e proprio.
Che fare? «Disaccoppiare i prezzi delle rinnovabili da quello del gas richiede che l’energia prodotta da queste fonti venga “catturata” da contratti a termine (Cfd o Ppa) prima di esser collocata nel mercato giornaliero», come spiegato nei giorni scorsi dal presidente Arera, Stefano Besseghini. Ed è proprio in quest’ottica che prova a muoversi anche la proposta avanzata dal responsabile Energia di Fratelli d’Italia (FdI) alla Camera, Riccardo Zucconi, come emendamento al Dl Emergenze.
Rifacendosi ampiamente al meccanismo Maver avanzato da Confindustria ormai tre anni fa, Zucconi propone di impiegare fino al 50% dell’elettricità da impianti rinnovabili che saranno incentivati col prossimo decreto Fer X per assegnarla tramite aste alle industrie, a bassi costi per le casse dello Stato (da 20 mln di euro il primo anno a 200 mln di euro al 2030).
Ovviamente, la necessaria premessa perché il meccanismo funzioni è fare spazio ai necessari impianti rinnovabili sul territorio, che ancora arrancano anche a causa dei numerosi elementi di freno posti dal Governo. Come osserva nel merito Agostino Re Rebaudengo, già presidente di Elettricità futura – l’associazione confindustriale che rappresenta il 70% della filiera elettrica nazionale – per ridurre prezzi dell’energia «deve aumentare l’offerta, è urgente produrne di più e a costi competitivi. Potremmo farlo adesso accelerando le installazioni rinnovabili, mentre per il nucleare ci vogliono almeno 10 anni, e di certo costerà molto di più delle rinnovabili». Sembra che anche dalle parti di Fratelli d’Italia se ne stiano accorgendo, nonostante il ministro Pichetto continui a parlare di programmare la rinascita del nucleare nel Paese.